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Il calcio è contrapposizione: perché negarlo?

Dopo la vittoria della Roma ad Amsterdam molti si dicono felici. Mentono: il 2-1 per loro è stato un boccone amaro

PUBBLICATO DA Danilo Per la Roma
10 Aprile 2021 - 12:46

Nel corso della sua ultima conferenza stampa da giocatore della ROMA, tra le altre, Daniele De Rossi disse una cosa su cui ero e sono molto, molto d'accordo: «Il calcio è contrapposizione». Pensateci: l'idea del bene contro il male alimenta ogni favola dei bambini e, come nel cinema, le migliori suggestioni su cui costruire storie e perciò contrastanti stati d'animo ed emozioni. Il bon ton ci obbligherebbe a dire che al triplice fischio tutto debba finire e le differenze annullarsi. E allora, al bon ton, credo sia giusto dare una bella notizia e una brutta: quella bella è che leggendo i giornali nazionali e ascoltando i commenti televisivi di molti addetti ai lavori potrà trarre proprio questa convinzione. Che - e penso naturalmente al due a uno della ROMA ad Amsterdam - sono stati tutti contenti della vittoria giallorossa in casa dell'Ajax. Quella brutta, di notizia, è che mentono.

Mentono perché devono farlo, perché è il loro ruolo, il loro lavoro. E li capisco. Ma, vivaddio, fuori le redazioni ci sono i tifosi che dell'etichetta se ne sbattono e sono sempre sinceri: se tu uscirai dalla coppa, io sarò contento. E così, anche noi romanisti, di questa convinzione ne facciamo un altro fattore di goduria pensando alla serata di giovedì perché quando vinciamo qualsiasi partita in Europa siamo felici due volte: per la ROMA, naturalmente. E soprattutto. Ma, anche, al pensiero del grande boccone amaro che avranno dovuto ingoiare le altre tifoserie l'attimo dopo in cui la bomba di Ibanez è entrata in porta.

Non ci trovo nulla di sbagliato, anzi. E così come laziali, juventini, interisti e chissà quante altre tifoserie saranno contente il giorno in cui - ognuno, naturalmente, è libero di fare i migliori scongiuri - la ROMA dovesse mai essere eliminata dall'Europa League… Così noi lo siamo stati quando le porte europee si sono chiuse davanti il naso delle loro squadre d'appartenenza. Trovo tutto molto normale, anzi proprio bello.

Di brutto, invece, c'è che - da qualche anno a questa parte - alcuni professionisti della comunicazione che si professano-professavano romanisti hanno iniziato a tifare così fortemente le proprie idee da dimenticarsi della ROMA. E così, al gol di Ibanez, loro più di un qualsiasi tifoso laziale hanno iniziato a vedere nero. Ecco, solo questo non è naturale. Solo questo è proprio tanto, tanto triste.

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