Roma, settembre giallorosso: da Garcia a Di Francesco, passando per Spalletti
Il tecnico francese, attualmente al Marsiglia, uno specialista del nono mese. Bene l'attuale allenatore lo scorso anno. Due ko per il mister di Certaldo
Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare: un detto che calza a pennello con il mese di settembre in termini calcistici. Perché se ormai la consuetudine vuole che la stagione parta ad agosto, nel mese successivo si comincia a fare veramente sul serio. E, se di mezzo ci sono le coppe europee, si finisce per giocare ogni tre giorni, per una media di sei partite.
La Roma ne gioca cinque nel 2017, a causa del rinvio di Sampdoria-Roma: l'esordio in Champions League di Di Francesco è lo 0-0 contro l'Atletico Madrid, gara fondamentale che mette in luce le grandi doti di Alisson e - soprattutto - rappresenta un'iniezione di fiducia per i giallorossi in vista del prosieguo del girone, poi vinto. La prima vittoria casalinga della stagione arriva pochi giorni dopo: 3-0 al Verona il 16 settembre, a cui fanno seguito altri tre successi. Poker a Benevento, 3-1 all'Olimpico contro l'Udinese e il prezioso 2-1 di Baku contro il Qarabag. Prestazioni che pongono le basi per un ottimo avvio, poi complicatosi con il blackout tra dicembre e gennaio e infine confermato dalle imprese europee.
Gli ultimi sigilli di Totti in A
Non vanno altrettanto bene le cose nel 2016/17, con Luciano Spalletti in panchina. Settembre comincia con una rocambolesca e emozionante vittoria per 3-2 contro la Sampdoria: sotto un nubigrafio e nel punteggio, la gara viene sospesa per circa un'ora. Quando si riprende, è Francesco Totti a guidare la rimonta e - dopo un assist magistrale a Dzeko per il 2-2 - a trasformare in pieno recupero il rigore che vale la vittoria. Ma in trasferta arrivano due sconfitte contro Fiorentina e Torino: in Piemonte il Dieci realizza sempre dal dischetto l'ultima rete in Serie A della sua straordinaria carriera, ma i granata riescono comunque a portare a casa il successo. Tra i due ko arriva un convincente 4-0 sul Crotone; stesso risultato nella gara di Europa League contro l'Astra Giurgiu all'Olimpico, che riscatta il mezzo passo falso (1-1) in casa del Viktoria Plzen, prossimo avversario della Roma nel girone di Champions. I giallorossi tengono testa alla Juve fino alla fine della stagione, che si chiude il 27 maggio: storia recente, impossibile da dimenticare. Il gol in extremis di Perotti al Genoa ci regala il secondo posto, quindi il commovente saluto tra Totti e la sua gente.
Rudi specialista settembrino
Al suo primo anno sulla panchina giallorossa, Rudi Garcia non sbaglia un colpo: la Roma inanella un filotto di dieci vittorie nelle prime dieci partite di campionato. Cinque delle quali arrivano a settembre, con 15 gol fatti e soltanto 1 al passivo. Si parte con il 3-0 casalingo contro il Verona, seguito dal 3-1 in rimonta al "Tardini" di Parma. Quindi viene rimessa «la chiesa al centro del villaggio»: la corsa di Balzaretti in lacrime sotto la Sud e il rigore di Ljajic fanno esplodere l'Olimpico. Tre giorni dopo De Rossi e compagni vincono 2-0 a "Marassi" con la Samp e il mese si chiude con il 5-0 al Bologna. L'anno seguente la Roma è di nuovo in Champions, dove esordisce con un 5-1 al CSKA Mosca; l'unico pari arriva proprio in Europa, con Totti che ci regala l'1-1 contro il Manchester City all'Etihad. Altro en plein in campionato: cadono, nell'ordine, Empoli, Cagliari, Parma e Verona. I giallorossi si riconfermano seconda forza della Serie A, anche grazie al buon Mapou: il 25 maggio 2015 vola a regalarci la vittoria che vale l'accesso diretto alla Champions.
Le uniche sconfitte settembrine del tecnico francese arrivano nel 2016, sorta di preludio alla separazione che si consumerà pochi mesi dopo: vinciamo a Frosinone (2-0) e fermiamo il Barça (1-1) grazie alla magia di Florenzi, ma pareggiamo in casa col Sassuolo e veniamo sconfitti a Genova nel turno infrasettimanale. Segue il 5-1 al Carpi, ma in Champions un blackout di 45' a Borisov ci costa la sconfitta (3-2). Perché sarà pur vero che la stagione è lunga, come recita un luogo comune del calcio, ma è altrettanto vero che chi ben comincia è a metà dell'opera.
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