Dossier Ajax, la fase difensiva: in Olanda comandano, il problema è in porta
Dopo la squalifica di Onana, tra i pali promosso l'ex romanista Stekelenburg. In Eredivisie non hanno rivali, ma in Europa può essere un punto debole
Rispetto al formidabile squadrone che due anni fa ha sbalordito tutti gli appassionati sfiorando addirittura la Champions League, dopo aver eliminato la Juventus in due memorabili partite che convinsero i vertici del club a cambiare definitivamente filosofia tattica, l'Ajax ha perso i suoi quattro migliori giocatori, tutti destinati a club con fatturati ben più solidi: van de Beek è andato al Manchester United, Ziyech al Chelsea, De Jong al Barcellona e de Ligt alla Juventus. Ma lì i tifosi non se la prendono con i presidenti che vendono. Lì non contestano l'allenatore che non si fa rispettare o che non punta i piedi per acquistare i campioni. Lì i campioni li producono, anno dopo anno dopo anno dopo anno. E poi vendono e poi riproducono. Così due anni dopo l'Ajax non regge il confronto con le migliori d'Europa, si fa eliminare dall'Atalanta e dal Liverpool nella Champions, ma si ripropone più ambiziosa che mai in Europa League ed è il prossimo avversario della Roma.
In Olanda non c'è partita
La questione della Eredivisie, il campionato olandese, è archiviata da tempo: al momento i Lancieri hanno 11 punti di vantaggio sul PSV, ma in ogni caso non c'è partita. Più che il punteggio la dice lunga la spaventosa differenza reti: a oggi, in 26 partite giocate, i biancorossi (che però con la Roma giocheranno in nero entrambe le partite) ha realizzato 83 goal, 24 in più della seconda, e ne ha subiti appena 19, 11 in meno della seconda. Praticamente ogni partita del campionato olandese con l'Ajax protagonista in media finisce 3,19 a 0,73. Cambiano notevolmente le medie in Champions League: 1,17 a 1,17. La media delle quattro partite di Europa League (quattro vittorie: doppio 2-1 con il Lille, 3-0 e 2-0 con lo Young Boys) e invece di 2,25 a 0,50.
La questione tattica
L'Ajax alterna sistematicamentMe due sistemi di gioco, semplicemente invertendo il vertice del suo centrocampo: la maggior parte delle partite le imposta con il 4231, a volte preferisce il 433. La differenza la fanno i tre uomini di centrocampo, dove si alternano Klaassen, Gravenberch, Alvarez e Blind. A volte uno, soprattutto Klaassen (qui il confronto con Veretout) gioca più a ridosso della prima punta, altrimenti è il solito 433 senza grossi punti di riferimento. In porta la Roma ritroverà Stekelenburg, titolare da quando Onana è stato squalificato per 12 mesi per violazione delle regole antidoping: avrebbe assunto un diuretico preso in prestito dai medicinali della moglie. Di lui si ricorda la clamorosa papera che costò la sconfitta a Liverpool nella Champions League di quest'anno, ma con Stekelenburg le cose non vanno molto meglio. In porta ten Hag ha un problema e lo sa bene.
La costruzione è rigorosamente dal basso - lì la questione non si pone proprio, sanno di essere maestri del football e nessuno sottilizza se prendono un goal perdendo un pallone, come si dice dalle nostre parti, "sanguinoso" - e dal portiere si gioca o su uno dei due centrali aperti o in verticale con i centrocampisti che seguono sempre una certa rotazione e difficilmente si fanno trovare fermi. In difesa si alternano in mezzo Lisandro Martinez, Schuurs, Blind e a volte lo stesso Alvarez. Qualcuno più dinamico, qualcuno meno (Blind e Schuurs). Sulle fasce, se non rientra Marzraoui i titolari sono il giovanissimo Rensch e Tagliafico.
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