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Sliding doors: ecco come alla Roma arrivò Pastore e saltò Ziyech

Mondiale decisivo: il marocchino voleva solo i giallorossi, ma sbagliò all'esordio. E la scelta dell'argentino non fu solo del ds Monchi

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
27 Marzo 2021 - 18:38

A ritirar fuori la vecchia storia di Pastore alla Roma è stato Pallotta. In uno dei numerosi tweet che l'ex presidente giallorosso ha scritto in questi giorni, in risposta a tifosi che ne sollecitano i ricordi, Jim è andato giù duro: «Pastore è stato uno degli acquisti terribili di Monchi. Io volevo Ziyech e anche Franco (Baldini) e Zecca. È tutto documentato». Non si sa in che modo esattamente sia documentato, ma è assolutamente vero che la Roma prima di affondare il colpo su Pastore aveva in mano Ziyech, il trequartista marocchino oggi al Chelsea, utilizzato all'epoca dall'Ajax spesso anche da mezzala e che nei piani dei dirigenti giallorossi avrebbe dovuto sostituire Nainggolan. Forse la storia della Roma sarebbe cambiata se però Ziyech non avesse sbagliato una partita dei mondiali.

Sì perché dopo aver raggiunto un accordo di massima con il suo procuratore per lo stipendio (mister Nakhli era stato ospite della Roma all'Olimpico in una delle ultime partite della stagione, come prontamente raccontato in quei giorni dal nostro Piero Torri), la Roma mandò una email ufficiale a Marc Overmars, ds dell'Ajax, con un'offerta formale di 22 milioni più bonus. In poco tempo arrivò la risposta da Amsterdam: «Ci vogliono almeno 34 milioni». Poteva sembrare una risposta negativa, in realtà la richiesta era inferiore rispetto a quel che a Trigoria temevano.

Nel frattempo Ziyech si era fatto contagiare dall'entusiasmo del suo più giovane compagno di squadra Justin Kluivert, in procinto di trasferirsi a Trigoria. In un incontro con Balzaretti e Vallone, all'epoca principali collaboratori di Monchi, al giocatore fu spiegato nel dettaglio che cosa l'allenatore si aspettasse da lui. Al ds qualche dubbio restava, ma solo per l'adattabilità del giocatore al ruolo di mezzala. Nel frattempo Marcelo Simonian, potente procuratore argentino di Pastore, chiamò la Roma: «So che cercate una mezzala, Javier sarebbe onorato di venire da voi. Un accordo su cartellino e stipendio lo troviamo. A lui farebbe piacere tornare in Italia». Così a Trigoria si accende qualche lampadina.

Monchi ne parla a Di Francesco. Il tecnico non ha dubbi sulle capacità tecniche del Flaco, ce l'ha sulla sua condizione fisica e sull'adattabilità al ruolo di mezzala. Chiede di parlargli direttamente e il colloquio va benissimo. Javier lo convince: è pronto a sacrificarsi per la Roma. Ma ci sarebbe ancora in ballo Ziyech: l'occasione per rivederlo la dà il Mondiale, prima di decidere i dirigenti giallorossi vogliono rivederlo. Il 15 giugno c'è l'esordio del Marocco con l'Iran: partita deludente, Ziyech da trequartista non la vede mai. In una call successiva e decisoria, alle perplessità di Monchi si aggiungono quelle di Baldini. L'unico che realmente insiste per prenderlo è Zecca, il meno esperto. Ma ormai è tardi, con Antero Enrique, ds del Psg, si trova facilmente un'intesa per Pastore, Overmars non è ancora sceso col prezzo. Richiamerà qualche giorno più tardi: «Ok, troviamo un accordo. Il ragazzo vuole solo la Roma». Troppo tardi, Pastore è già sbarcato a Fiumicino.

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