Step mai step: nell’ultimo biennio, Roma fuori serie
Manca un filotto di vittorie consecutive. Il massimo è stato il poker a fine scorsa stagione, ma se c’è occasione di cambiare marcia, si ferma
Regolarità non sempre fa rima con continuità. E se c'è una tendenza che accompagna la Roma targata Fonseca, è la prima più che la seconda. Sì nel bene, ma anche nel male. Perché è vero che la squadra riesce quasi sempre a risollevarsi dopo aver incassato batoste e a mantenersi costantemente a ridosso della zona Champions. Ma l'altro dato inconfutabile e indirizzato nel verso opposto è che non riesce a scavalcare il gradino che le manca per pensare davvero in grande. Step mai step. I risultati dell'ultimo biennio confermano l'incapacità di dare vita a un filotto significativo di risultati, di quelli in grado di far scalare posizioni in classifica. In un campionato sostanzialmente equilibrato e che a undici giornate dal termine continua a tenere vive le speranze di tutte e sei le squadre alle spalle dell'Inter, le serie consistenti di vittorie consecutive rischiano però di fare la differenza.
Gli esempi più lampanti arrivano dalla scorsa stagione, quando la terza e la quarta della Serie A hanno inanellato rispettivamente 9 e 11 successi consecutivi, accumulando una quantità di fieno in cascina che ha permesso di gestire anche i fisiologici periodi di calo (clamoroso quello della squadra di Inzaghi nelle ultime giornate del 2019-20) senza perdere l'obiettivo. Anche l'attuale classifica risente della tendenza: l'Inter ha ingranato la fuga in testa con 8 vittorie di fila; lo stesso Milan continua a restare in alto nonostante l'evidente calo dell'ultima fase, grazie alle prime 15 gare consecutive senza sconfitte (11 vittorie e 4 pareggi).
E la Roma? La migliore serie degli uomini di Fonseca è quella di otto partite da imbattuta, messe in fila sul finire dello scorso torneo: sette vittorie e un pareggio in quel caso (all'Olimpico con l'Inter), che ha però spezzato i successi in due mini-tronconi, uno da quattro e l'altro da tre. Ed è proprio al poker che si ferma il miglior filotto di gare vinte. Prima e dopo quel finale di stagione - che ha comunque confermato il quinto posto occupato anche nei turni precedenti - le vittorie consecutive si sono fermate al massimo a tre. E anche considerando i risultati utili, in precedenza non si era mai superata una serie di sette giornate sotto la guida del portoghese, già dall'inizio della sua esperienza in giallorosso, comunque più che positivo, tanto da raggiungere la piena zona Champions nel primo girone d'andata disputato. Addirittura con soli sette punti di distacco dalla vetta, dopo la goleada pre-natalizia rifilata alla Fiorentina al Franchi nell'ultima sfida del 2019, lasciando sperare anche in qualcosa in più del quarto posto. Il ritorno in campo nel 2020 ha però tarpato le ali a qualsiasi sogno di gloria: la squadra tignosa e capace di sopperire alla sconcertante simultaneità di assenze soltanto nell'autunno precedente, ha lasciato spazio alla sua brutta copia: doppia sconfitta casalinga con le torinesi, aggravata dal primo grave infortunio di Zaniolo. Poi buona prestazione a Genova, ottima nel derby ma senza en plein (4 punti conquistati), prima di una tripla rovinosa caduta con Sassuolo, Bologna e Atalanta. E ancora altre due vittorie prima del lockdown, la terza al ritorno in campo, seguite nuovamente da un trittico di sconfitte a precedere la già citata serie positiva.
Proprio a cavallo delle due stagioni la Roma ha vissuto il periodo migliore per risultati utili consecutivi. Considerando quelli conseguiti sul campo e nella sola Serie A, la sequenza si allunga a sedici gare senza sconfitte, sommando alle otto conclusive del 2019-20, cinque vittorie e tre pareggi (compreso quello di Verona) nel 2020-21. Continuità nuovamente smarrita dopo la prima disfatta, a Napoli. Sette punti nei successivi tre turni, altra caduta a Bergamo; tre successi e un pari prima del derby negativo; due vittorie, poi la sconfitta con la Juve; e altre due miniserie da due gare senza ko, prima di quelli con Milan e Parma. E la sensazione netta di un grande salto ancora rinviato a data da destinarsi, soprattutto a ridosso della sfida coi rossoneri che avrebbe potuto fruttare un clamoroso aggancio. Ora una nuova occasione col Napoli. Ma di sgancio. Anche dalle cattive abitudini.
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