Totti: "I social hanno fatto sbarellare i giocatori. Balotelli e Poulsen i miei grandi errori"
La leggenda romanista: "Il problema del calcio di oggi è che stanno sparendo i campioni, ci sono più calciatori costruiti. Con il Covid 24 giorni molto duri"
Francesco Totti ha rilasciato un'intervista esclusiva al Corriere della Sera. Questa un'anticipazione delle dichiarazioni integrali che verranno pubblicate domani.
L'esperienza del Covid
"Ho avuto una polmonite bilaterale, febbre a 40, tosse continua ed ero stanco, non avevo fame. Sono stati 24 giorni molto duri, i ragazzi si sono spaventati, anche loro positivi, per fortuna asintomatici".
Il ricordo del padre Enzo.
"Lui è sempre stato taciturno, da quando ho iniziato sui campetti al giorno dell'addio. Non esternava mai, ma io vedevo con lo sguardo l'amore che provava per me. Abbiamo entrambi sbagliato a non esternare il nostro modo di essere, non abbiamo fatto vedere a noi stessi e agli altri il bene di un padre verso il figlio e di un figlio verso il padre".
Il passato giallorosso a Trigoria
"Trigoria è quasi la mia prima casa. L'addio? Sapevo che prima o poi avrei dovuto smettere. Bisogna essere realisti. A 40 anni è pure difficile arrivare e continuare a giocare al livello giusto. Però nel mio caso sono stato costretto. Una soluzione si poteva trovare, insieme. Avrei voluto smettere in un altro momento. Avrei voluto essere io a prendere la decisione".
C'è qualcosa che il campione ha sbagliato sul campo, qualcosa che si rimprovera?
"Il calcio a Balotelli e lo sputo a Poulsen. Sono state le cose più brutte che potessi fare, cose non da me. Tuttora non riesco a capire come possa aver compiuto gesti simili".
Sul calcio di oggi
"Sono successe tante cose: prima l'arrivo dei social che ha fatto sbarellare e rendere più individualisti i giocatori, poi questa anomalia di un campionato col Covid e senza pubblico. Ma il problema è più di fondo, stanno sparendo i campioni. Ci sono meno campioni e più giocatori costruiti".
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