Il calcio attraverso i numeri: alla scoperta degli 'expected goals'
I dati stanno diventando sempre più importanti per comprendere il gioco e aiutano gli allenatori nelle scelte da fare in campo: la novità in arrivo anche su Il Romanista
Se il mondo degli analisti statistici applicati al calcio è in perenne evoluzione, al passo con gli strumenti tecnologici che vengono periodicamente aggiornati, è inevitabile che presto o tardi la massa dei dati che confluisce presso le sedi delle maggiori società di ogni campionato professionistico arrivi almeno parzialmente anche ai tifosi, per dare un contributo evoluto anche alle cosiddette chiacchiere da bar. Del resto, come è ormai noto, i club da anni ormai in sede di mercato scelgono i calciatori per migliorare le proprie squadre anche attraverso le piattaforme che forniscono migliaia di dati in grado di definire le caratteristiche di ogni atleta meglio del più evoluto degli osservatori. Così come le partite vengono "rilette" anche attraverso il supporto degli istituti statistici di riferimento, spesso in tempo reale per fornire agli allenatori, magari tra un frazione di gioco e l'altra, qualche suggerimento per aggiustare le partite in corso. I lettori del Romanista sono ormai abituati, grazie ai dati che ci fornisce Opta, ad avere diversi punti di vista statistici per analizzare meglio ogni sfida della Roma anche per togliere centralità ai vari «doveva giocare quello, a me è piaciuto quell'altro».
E da oggi è a vostra disposizione un supporto in più. Finalmente anche sul Romanista, a partire dalla sfida con l'Atalanta, avrete anche il dato dei cosiddetti expected goals (xG)che meglio di ogni altra considerazione legata ai gol, ai tiri, al possesso palla o alla superiorità territoriale sarà in grado di far capire se un risultato maturato sul campo sia stato giusto o meno. Per capirci meglio, gli expected goals (xG) sono una misura della probabilità che ha un determinato tiro di essere trasformato in gol. Si tratta di un dato qualitativo, in una scala da 0 a 1 (laddove 0 è il tiro che non ha alcuna possibilità di diventare un gol e 1 è ovviamente il tiro che si trasforma in gol) frutto dell'analisi di oltre 300.000 tiri effettuati, che dà un valore alla probabilità che un determinato tiro, da una determinata posizione, in un determinato momento della partita, possa terminare in rete oppure no. Ogni tiro ha così un suo valore di expected goals (xG), di fatto la percentuale che ha quel tiro di diventare gol. Se volete divertirvi e sapere quale risultato delle partite conseguirebbe dal dato evoluto degli expected goals (xG), sommando ogni xg prodotto da ogni squadra, ecco la risposta per la prima giornata di campionato:
Atalanta-Frosinone 2.1 a 0.3
Bologna-Spal 1 a 0.6
Chievo-Juventus 1.1 a 3.1
Empoli-Cagliari 1.3 a 0.9
Lazio-Napoli 1 a 1,4
Parma-Udinese 1,5 a 1,9
Torino-Roma 0.6 a 1.1
Sassuolo-Inter 1,6 a 1,1
E continuando nel giochino, si potrebbe dare un valore a questi dati e magari, calcolando lo scarto di almeno 0,5 punti per determinare una vittoria, arrivare a dire con statistica certezza che la vittoria della Spal a Bologna sia stata davvero ingiusta e forse anche quella dell'Empoli col Cagliari. Mentre checché ne dicano Spalletti, Mazzarri e Petrachi, i successi di Sassuolo e Roma sono inattaccabili. E, va detto, anche quello della Juve.
Guardando i dati della scorsa stagione (che Opta conteggiava, ma ancora non ci forniva), potremmo vedere le cose in maniera diversa sia osservando la classifica degli xG a favore, sia quella degli xG contro: di quest'ultima ne parliamo diffusamente nell'articolo qui a fianco, mentre quella a favore ci dà gli elementi per sostenere come la Roma sia stata assolutamente in linea come produzione offensiva con quasi tutte le big del torneo (appena 3 meno del Napoli, 7 più dell'Inter) tranne una, ma non perché sia andata molto meglio, ma perché ha prodotto molto meno: la Juventus. Che ha un incredibile differenziale di 29,9 gol di vantaggio, mentre la Roma ne ha 3,2 in meno rispetto a quelli che da quei tiri avrebbe dovuto tirar fuori. Ed ecco perché Di Francesco e Monchi hanno cercato di aumentare la qualità degli attaccanti e dei centrocampisti. Ed ecco perché la vera differenza per vincere lo scudetto l'ha fatta Dybala (e Higuain), non certo Allegri.
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