Mancini, la certezza della difesa d'ufficio
Provino per Cristante, esami per Ibanez, ma i recuperi per la gara contro il Benevento sono improbabili. Può tornare Fazio in una linea “a 3 e mezzo”
Da preservare come acqua nel deserto. La presenza in campo sempre preziosa di Gianluca Mancini diventa di valore inestimabile in vista della partita contro il Benevento, in programma domenica sera al Vigorito. Prima gli infortuni muscolari di Smalling e Kumbulla; poi gli strascichi del match di coppa disputato giovedì scorso a Braga - quando si sono fermati anche Cristante e Ibanez - lasciano il numero 23 come risorsa fondamentale per Fonseca, alle prese con un'emergenza difesa senza precedenti. O quasi. Perché al tecnico portoghese è già toccato fronteggiare un allarme simile nello stesso reparto, in occasione della trasferta di Europa League a Cluj dello scorso 26 novembre. In quel caso il centrale di ruolo a disposizione era Jesus, che fu schierato nella linea a tre con l'adattato Cristante e con Spinazzola. Proprio l'esterno è tornato nel reparto più arretrato nell'ultima gara, quando Bryan è stato costretto ad alzare bandiera bianca dopo pochi minuti. In Portogallo erano assenti anche il brasiliano chiamato in causa in Romania e Fazio, esclusi dalla recente lista consegnata alla Uefa per la fase a eliminazione diretta. Entrambi saranno però a disposizione per Benevento e almeno uno dei due può accompagnare Mancini al centro della difesa. L'indiziato principale sembra essere l'argentino, che già nel corso dell'ultimo turno di campionato con l'Udinese è stato mandato a scaldarsi d'urgenza, quando la contusione al ginocchio rimediata da Ibanez è sembrata costringerlo al cambio repentino, poi scongiurato. Adesso l'ex atalantino è alle prese con un fastidio al flessore destro, la cui entità dovrebbe essere valutata in giornata, ma il suo recupero appare improbabile. Così come quello del numero 4, che si sottoporrà comunque a un provino per testarne la reazione alla lombalgia che lo ha messo ko in Portogallo. Eallora Fonseca può essere chiamato a rispolverare una soluzione adottata proprio contro la squadra di Pippo Inzaghi, nella gara d'andata all'Olimpico. Quel 18 ottobre la Roma si è schierata - per l'unica volta in stagione - con una linea a quattro, che in realtà era più somigliante all'ibrido varato dal secondo Spalletti, ovvero una linea "a tre e mezzo". In quel caso con Ibanez e Mancini centrali, Santon e Spinazzola sugli esterni, ma col primo molto più bloccato e il secondo più libero di offendere. Questa volta si riprenderebbe il canovaccio di Braga, con Karsdorp più attento alla fase difensiva e Spina più dedito a quella offensiva. Con la differenza di poter contare su un centrale di ruolo in più e tre mediani come Villar, Diawara e Veretout (più largo).
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