Olsen, mister 'clean sheet': dagli esordi a Malmö alla notte di San Siro
Il portiere svedese si è presentato ieri alla stampa, Monchi lo ha esaltato per calma e personalità. Il retroscena: sul mercato lo volevano anche Napoli e Barcellona
«Tutti dicono che i portieri sono un po' pazzi, ma lui è sempre stato un ragazzo assolutamente normale, dal carattere molto calmo e dotato di humour, il che è importante. Dà sempre tutto sul campo e non si preoccupa dei media». Così Anton Scheutjens, ex preparatore dei portieri del Copenhagen, ha descritto Robin Olsen durante una delle sue ultime interviste al canale tematico del club danese. Freddezza, pazienza e tranquillità sono senza dubbio le tre caratteristiche che hanno maggiormente aiutato il gigante svedese a farsi strada nel calcio dei grandi dopo anni di estenuante e dura gavetta. Al termine di una lunga trafila tra giovanili e serie minori con le maglie di Malmö (1997–2001), BK Olympic (2001-02), FC Malmö (2002-2007), LB07 (2007-10), Bunkeflo FF (2010-11) e IFK Klagshamn (2011-12), il portiere della Roma ha esordito nella massima serie svedese con la maglia del Malmö a 22 anni, il primo ottobre del 2012 nella vittoria per 2-0 contro lo Syrianska.
Nato a Malmö da genitori danesi l'8 gennaio del 1990, Robin ha scelto nel 2015 la nazionale svedese mentre l'anno dopo, nel gennaio del 2016, ha deciso di percorrere i 16 chilometri del ponte di Øresund che collega la sua città natale a Copenhagen per vestire la maglia della squadra danese (prima in prestito dal Paok e poi a titolo definitivo). Tra il 2014 e il 2018, Olsen ha iniziato a calcare i palcoscenici del calcio internazionale, collezionando 46 presenze nelle coppe europee (12 nella fase a gironi e 17 nei preliminari di Champions League, 12 nei gironi e 5 nei preliminari di Europa League).
Collezionista di clean sheet
Una discreta esperienza internazionale resa ancora più consistente dalle sue 23 presenze con la Svezia, 5 delle quali ai recenti Mondiali in Russia. Intrapresa il 15 gennaio del 2015 contro la Costa d'Avorio, la carriera in Nazionale del portierone giallorosso è iniziata subito nel segno del clean sheet (vittoria per 2-0), un vero e proprio marchio di fabbrica di Robin con la maglia svedese (in tutto sono ben 14 le partite chiuse senza gol al passivo). Diventato titolare quasi indiscusso dal settembre del 2016, il ventottenne scandinavo ha collezionato cinque partite consecutive senza subire gol prima della sconfitta in Russia contro la Germania (1-2), risultando decisivo anche nel doppio confronto contro l'Italia che ha estromesso gli azzurri dai Mondiali del 2018. A livello di club, con il Copenhagen è stato campione di coppa e campionato danese per due anni consecutivi (2015-16, 2016-17) mentre con il Malmö ha vinto due campionati svedesi (2013, 2014) e una supercoppa svedese (2014).
Il retroscena di mercato
La Roma non è stata l'unica squadra a chiedere informazioni su Robin Olsen ben prima dell'avventura mondiale dello svedese. Le sue caratteristiche fisiche e tecniche hanno in passato catalizzato le attenzioni di alcuni club inglesi, soprattutto di Everton e Newcastle nell'estate del 2017. Più di recente, è stato invece il Barcellona a chiedere informazioni sul nazionale svedese, individuato come uno dei possibili eredi di Jasper Cillessen quando l'olandese aveva chiesto la cessione al club catalano. Assistito dalla stessa agenzia che cura gli interessi di Frenkie de Jong, Olsen è finito nei radar del Barça proprio durante i numerosi colloqui avuti con il suo entourage per trattare il giovane centrocampista dell'Ajax. In Italia, anche il Napoli aveva valutato la sua candidatura prima di virare sulla coppia dell'Udinese Karnezis-Meret.
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