AS Roma

Pinto: "Siamo una famiglia che risolve i problemi e diventa più forte. Conta la qualità del denaro investito, non la quantità"

Il General Manager in conferenza: "Dzeko-Sanchez? Non siamo arrivati a intavolare una trattativa. Pellegrini rappresenta i valori del nostro progetto"

PUBBLICATO DA La Redazione
03 Febbraio 2021 - 14:57

Tiago Pinto, General Manager della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla fine del mercato invernale:

Qual è la situazione tra Dzeko e Fonseca? Qual è la posizione della società? Chi sarà il capitano per il resto della stagione?
"Non voglio sfuggire la questione, è importante chiarire. È stato detto e scritto molto, nel mondo del calcio i club vivono con le dinamiche delle famiglie, che hanno problemi e che li risolvono, uscendone più forti. Dzeko è un grande professionista e calciatore, ha un carattere molto forte e ha scritto pagine importanti della storia della Roma. Fonseca è il leader del nostro progetto sportivo ed è la persona a cui abbiamo affidato il nostro futuro immediato e medio termine. Negli ultimi giorni abbiamo avuto riunioni per rafforzare questo sentimento di unione reciproca. Io, Edin e Paulo siamo usciti fiduciosi di poter raggiungere i nostri successi con la Roma. Il bene della squadra è più importante dell'interesse dei singoli. Un club deve reggersi sulla disciplina, in questo momento Dzeko non è il capitano della squadra, poi lavoreremo nell'interesse della Roma e Edin sarà il primo a lavorare in questo senso".

Il rinnovo del contratto di Pellegrini? Bilancio del mercato appena concluso?
"Pellegrini è l'unico calciatore di cui ho parlato individualmente nella mia conferenza. Tutti in società pensiamo rappresenti i valori del nostro progetto. Ha talento, ma è anche dedito al lavoro, siamo ottimisti, a breve ci incontreremo col suo agente e contiamo di risolvere tutto. Sul mercato sono una persona ambiziosa ed esigente. Gli arrivi di El Shaarawy e Reynolds sono importanti, possono aiutare la squadra a diventare più forte. Abbiamo lavorato per le soluzioni in uscita, perché chi gioca di meno è meno felice. Purtroppo queste opportunità non si sono concretizzate e non sono soddisfatto in primis con me stesso".

Se la Roma non arrivasse in Champions è costretto a vendere qualche big?
"Rispetto la domanda, ma oggi siamo al 3 febbraio e questa ci proietta già a fine stagione. Non sono in grado di fare previsioni. Siamo tutti impegnati a Trigoria nel cercare di costruire una mentalità basata sulla quotidianità, che si gioca di partita in partita. La nostra priorità è la sfida di sabato".

Qual è la situazione di Pastore, Fazio, Santon? Arriveranno a scadenza? Hanno dato disponibilità per trovare una soluzione?
"Nella nostra esperienza è normale che un calciatore quando non gioca non è felice. Il professionista vuole giocare, a maggior ragione come nel caso di Pastore, che ha avuto un infortunio. Con gli agenti abbiamo lavorato per trovare delle soluzioni che permettessero di conciliare gli interessi della Roma e dei calciatori, senza riuscirci. Adesso il mercato è chiuso, siamo una famiglia e lavoreremo al meglio per i successi della Roma".

Fonseca sarà l'allenatore della Roma anche il prossimo anno?
"Innanzitutto voglio garantire che tutte le notizie di riunioni con altri allenatori sono bugie, non è mai successo. Io, Dan e Ryan siamo soddisfatti di Fonseca, col quale lavoriamo per il presente e il futuro della Roma. Il nostro rapporto è buono e lui non è preoccupato né distratto da queste voci. Pensa solo alla partita di sabato e alle successive".

Deluso dal comportamento di Fazio e Jesus, esclusi dalla lista Uefa? Con i conti la Roma è a posto?
"All'interno della lista Uefa c'è spazio solo per 22 calciatori, due sono stati inseriti e due sono usciti. Compete allo staff tecnico. Non possiamo nascondere che la pandemia ha determinato nuovi problemi economici per i club, che devono saper gestire tutte le soluzioni, altrimenti si creeranno altri problemi. Non spetta a me essere deluso o meno da determinati comportamenti, ho lavorato intensamente con degli agenti per trovare soluzioni, ma alcune non si sono concretizzate. Siamo qui per lavorare".

Come è nata la trattativa Sanchez-Dzeko? Non è stata portata avanti per l'umore della piazza?
"Vorrei far mie le parole di Marotta, tutto ciò che lui ha detto corrisponde al vero. Il mio atteggiamento nei vostri confronti sarà di trasparenza: ho incontrato Ausilio a Milano, abbiamo avuto questa riunione parlando di diverse questioni, ma non è mai stata intavolata una vera trattativa. Per quanto riguarda la piazza e l'umore dei tifosi, ritengo che la grandezza di un club dipenda dalla propria tifoseria. La Roma è riconosciuto in tutto il mondo in virtù dei tifosi, vengo da un club con una tradizione simile, ma le decisioni corrispondono alla strategia della proprietà e alle nostre idee per rendere vincente la squadra. Qui però non si è mai arrivati alla trattativa".

Farà giocare Dzeko? Chi decide sulla fascia?
"Sono due questioni diverse: la fascia è una questione strategica che coinvolge il mister e tutta la società. Le scelte tecniche sono del mister, che gode della massima autonomia. Non c'è nessuna influenza da parte della società".

Dopo questo primo mese intenso è dell'idea che non servano altri dirigenti?
"Confermo. Per quanto riguarda l'area sportiva sono io il responsabile, a stretto contatto con Dan e Ryan. Ora mi concentrerò sulla struttura che ruota intorno al club. Ci sono delle aree che andranno rinforzate e migliorare, per dotare il club di una struttura solida e forte. Ma per la direzione sportiva non ci saranno innesti".

Mkhitaryan vi ha comunicato di voler esercitare l'opzione per il rinnovo?
"Per quanto riguarda Mkhitaryan, è un calciatore molto importante per noi. Ha un rendimento straordinario sul campo, ma è anche un professionista esemplare e in questo progetto può essere importante per aiutare a crescere i giovani. Nel suo contratto c'è un contratto che gli permette di esprimersi sul rinnovo, ma è felice qui e non mi aspetto problemi. Sono d'accordo col suo agente e ci vedremo presto".

La precedente proprietà manteneva alti i costi per mantenere alta la competitività. Anche voi farete così?
"Non mi piace esprimere dei commenti sul passato. C'è stata una gestione con un proprio orientamento, sono stati fatti investimenti e ottenuti determinati risultati. Le valutazioni non le faccio io. Posso dire che dal primo giorno ci siamo seduti con Dan e Ryan abbiamo concordato che il denaro non è il tutto, non è una corsa a chi spende di più, ma saremo disciplinati, rigorosi ed equilibrati nella gestione del denaro. Non conta la quantità del denaro investito, ma la qualità. Dovremo avere la consapevolezza di aver preso calciatori giusti per rendere la Roma vincente. In questo mercato di gennaio, nonostante le difficoltà, abbiamo dato un segnale importante, prendendo due calciatori che corrispondono ai profili che vogliamo: El Shaarawy è nel giro della Nazionale, Reynolds è uno dei migliori talenti della Mls. Sono due ottime operazioni per il futuro".

Quanto ha inciso la sua voglia di avere Reynolds? Come l'ha convinto?
"Reynolds è stato preso per i prossimi 5 anni e non per scendere in campo contro la Juve. È fermo da due mesi perché la Mls è finita, poi è stato in ferie e ha avuto il Covid-19. Sono molto felice di questo acquisto perché tanti club avevano mostrato interesse nei suoi confronti e sono contento che abbia scelto noi. Reynolds è un giocatore dall'elevato potenziale nonostante abbia appena 19 anni, deve migliorare difensivamente ed è arrivato nel campionato migliore per farlo. Dal punto di vista, ha caratteristiche straordinario, abbiamo in mano un gioiello che dobbiamo raffinare".

Quanto è importante nel vostro progetto il parametro di felicità per puntare su un giocatore?
"È una domanda intelligente perché una delle sfide che abbiamo nello scouting è quella di individuare le caratteristiche psicologiche ed emozionali di un giocatore. Certamente la motivazione nell'arrivare in un posto è determinante. Stephan e Bryan hanno deciso di abbracciare questo progetto con tanto entusiasmo. Stephan ha voluto fortemente tornare e questa voglia è stata determinante nel trasferimento. Per me è motivo di grande soddisfazione".

Ci può fare il bilancio delle prime settimane di lavoro a Roma?
"Ci sono stati dei momenti difficili all'inizio di quest'avventura, dove mi sono sentito un po' come quel personaggio di Voltaire che ovunque metteva piede trovava dei problemi: nuovo paese, nuovo club, nuova lingua, sono stati mesi esigenti. Ma alla Roma ho trovato molta competenza che mi ha aiutato. Questo è un club con grande potenziale per poter costruire una struttura ancor più vincente. Da oggi potrà dedicarmi a questo, ma soprattutto a sviluppare tutti i dipartimenti per rendere il club più forte".

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