AS Roma

"Daje Willi, bravo Robin!". Così De Rossi e Florenzi fanno gruppo

Il romanesco è la lingua comune che viene usata più frequentemente dai giocatori. Il capitano e il numero 24 giallorosso guidano l'integrazione dei nuovi elementi

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
28 Luglio 2018 - 07:56

Ora il gruppo è al completo. O meglio, tutti gli attuali tesserati della Roma sono riuniti a San Diego, di stanza all'Hilton La Jolla Torrey Pines o sui campi della San Diego University, dove la squadra ogni giorno si allena per rifinire la preparazione per i prossimi impegni (martedì notte a Dallas contro il Barcellona del simpatico Malcom, il 7 agosto al MetLife di East Rutherford, vicino New York, contro il Real Madrid orfano di Cristiano Ronaldo).

Mancano semmai quelle pedine (una, ma più probabilmente due, se non addirittura tre) che potrebbero arrivare in sostituzione di eventuali partenti: forse Jesus, magari Gonalons, chissà se anche Perotti. Con l'arrivo di Olsen, il portiere svedese che sulle sue larghe spalle dovrà anche reggere il peso dell'eredità di Alisson, e dei reduci dal mondiale Kolarov e Fazio, la rosa della Roma numericamente è al completo ed è composta da 25 giocatori più due che probabilmente a fine ritiro torneranno nel settore giovanile, il quarto portiere Cardinali, probabilmente anche Bianda. Per ogni altro eventuale arrivo dovrà corrispondere un'uscita.

In ogni caso i tre portieri saranno Olsen, Mirante e Fuzato, per ora in quest'ordine, i nove difensori Karsdorp e Florenzi a destra, Manolas, Fazio, Marcano e Juan Jesus (o chi per lui) in mezzo, a sinistra Kolarov e Luca Pellegrini, il jolly Santon (ieri autore di due bei gol a Olsen), i sette centrocampisti De Rossi e Gonalons (o chi per lui) in regia, più le mezze ali Cristante e Lorenzo Pellegrini, Strootman e Pastore e il jolly Coric, e infine i sei attaccanti Ünder, Kluivert, Schick, Dzeko, El Shaarawy e Perotti (o chi per lui).

E per facilitare l'integrazione dei nuovi niente di meglio che usare l'esperanto che a Trigoria si ascolta più facilmente. Così le lezioni di romanesco fioccano e sono talmente intense che poi è quasi naturale sentir urlare «Daje» a uno straniero piuttosto che «Never give up» a un italiano. Sta di fatto che durante la partitella i più attivi a favorire l'ambientamento dei giovani e meno giovani acquistati da Monchi quest'anno sono proprio De Rossi e Florenzi, i più esperti tra i romani del gruppone giallorosso. Il capitano poi ha una delicatezza particolare, quasi commovente se riferita alle sue parole di inizio ritiro: «Mi fa impressione più che Bianda sia del 2000 che mia figlia sia del 2005». Sarà per questo che il francesino un po' spaesato è già entrato sotto la sua ala protettiva. E quando, com'è accaduto proprio ieri nell'allenamento pomeridiano, il difensore chiude con lui un triangolo in maniera un po' maldestra, non arriva alcun cenno di insofferenza nonostante la corsa a vuoto e le energie inutilmente sprecate, ma solo un «Daje Willi, bene, bene così» che ha fatto subito tornare il sereno sul viso un po' corrucciato del ragazzino.

Anche Florenzi non è da meno. E il primo complimento ad Olsen dela sua nuova carriera romanista gliel'ha rivolto proprio lui: dopo una bella parata compiuta dallo svedese, su un tiro peraltro non irresistibile, il suo "Bravo Robin" è risuonato fin sulla spiaggia. Ogni pretesto è buono per far gruppo, Di Francesco ha alzato l'asticella e i giocatori hanno dovuto immediatamente adeguarsi. Piccola curiosità: l'allenamento di ieri pomeriggio (ormai notte in Italia) si è dovuto anticipare alle 16 per far svolgere alle 19 una partita del campionato universitario femminile di calcio.

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