Dzeko-Fonseca, per ora è stallo: Tiago Pinto prova a mediare
Il direttore generale ha parlato con l'allenatore e con il gruppo. In caso di cessione, Edin preferisce l’Italia, ma con Juventus e Inter l’affare è complesso
Stallo. Totale. Paulo Fonseca rimane sulle sue posizioni che poi sono quelle della società, Edin Dzeko altrettanto sulle sue. E il gong finale del mercato si avvicina sempre di più.
La situazione, al momento, non è cambiata di una virgola. Cloroformizzata, per ora, dalla contusione che è servita a mettere la polvere sotto il tappeto. Prima per la mancata convocazione per la partita di campionato contro lo Spezia, poi, ieri, per sistemare il bosniaco tra i giocatori che hanno svolto lavoro personalizzato. Ma il problema è ancora lì. Fonseca segnalato sempre più intenzionato a non riaprire la porta al centravanti, Edin mai così distante da uno staff tecnico con cui aveva già rotto al termine della partita contro il Siviglia. Volendo dare un'immagine cinese, si può dire che entrambi si sono messi sulla riva del fiume aspettando che passi la sagoma dell'altro.
Chi passa invece da una parte all'altra del fiume, non può che essere Tiago Pinto. Certo non immaginava che, appena arrivato da queste parti, si trovasse alle prese con un caso che più spinoso non si può. Il dirigente portoghese già da ieri ha cominciato una quasi impossibile opera di mediazione con l'obiettivo di puntare perlomeno a un armistizio che possa consentire di arrivare almeno alla fine di questa stagione. Come ha fatto tutti i giorni da quando è entrato a Trigoria, Pinto ha avuto una lunga chiacchierata con Fonseca. E sicuramente al centro della discussione c'è stato il caso Dzeko. Il tecnico, però, non sembra per nulla intenzionato a tornare indietro, la sua rottura con il giocatore la considera irreversibile. Partendo dal presupposto che lui un appello al bosniaco l'aveva dato (dopo lo sfogo del giocatore al termine della partita di Europa League con il Siviglia). Quell'appello è stato tradito, secondo Fonseca, quindi non ci sarebbero più i termini per una ricucitura.
Pinto, sempre ieri, di sicuro si sarà incontrato con il gruppo (non ci risulta un colloquio a quattr'occhi con Edin), l'elemento che il dirigente considera potenzialmente decisivo per una riappacificazione almeno di facciata. Pinto crede che i compagni (in particolare il nuovo Capitano Lorenzo Pellegrini) possano essere la chiave giusta per convincere il bosniaco a fare un passo indietro. Perché, sia chiaro, per come è la situazione, il passo indietro lo deve fare il giocatore. Il dirigente portoghese, poi, al termine di una giornata piuttosto complessa, ha riferito, come fa sempre, alla proprietà (molto irritata per la vicenda) sull'esito dei colloqui. Esito, peraltro, che al momento non c'è. I due rimangono sulla rispettiva sponda del fiume.
E allora non si può neppure lasciar perdere la possibilità di trovare una squadra, magari anche solo fino a giugno, per Dzeko. Il giocatore ha fatto sapere che preferirebbe rimanere in Italia. Cioè Juventus e Inter. I bianconeri l'estate scorsa lo avevano acquistato, poi i numeri di Milik sono stati stoppati dai Friedkin. La Juve una punta la sta cercando ma per accollarsi lo stipendio di Dzeko ha fatto sapere che il cartellino deve essere gratis, anzi che si potrebbe fare se la Roma si prendesse Bernardeschi. Ipotesi al momento da escludere.
La Roma, nel caso si entrasse nell'ordine di idee di uno scambio, sarebbe più allettata dalla possibilità di Eriksen dell'Inter in cambio di Dzeko. Ma qui il problema è la proprietà del club che dalla Cina ha bloccato qualsiasi operazione di mercato (Suning sta trattando la cessione del club in parte o per intero). Per la Roma, poi, ammesso e non concesso che si riesca a piazzare Edin, nascerebbe il problema di trovare un sostituto. Si sono fatti già diversi nomi: lo svincolato Diego Costa (che tra l'altro è in Brasile e se dovesse sbarcare qui sarebbe costretto almeno a due settimane di quarantena); Scamacca che però sembra a un passo dalla Juventus; l'eterno Quagliarella come soluzione tampone fino a giugno. Tutte situazioni, però, che avrebbero bisogno di tempo per essere definite, quel tempo che lunedì prossimo scadrà.
Come se non bastasse, ieri la Roma ha dovuto incassare la nuova positività di El Shaarawy. La carica contagiosa è ancora più bassa della precedente, ma la positività lo ha costretto a rinviare ancora le visite mediche. Farà un tampone al giorno fino a quando nel referto non leggerà la parola negativo. Lui vorrebbe essere a disposizione già per il Verona, ma al momento può soltanto sperare. I contratti sono stati già firmati: si legherà alla Roma fino al trenta giugno del duemilaventitrè con un'opzione per un'altra stagione.
Ancora non definita neppure la situazione Reynolds che arriverà i prestito con obbligo di riscatto a sette milioni. Intendiamoci, il difensore americano sarà un giocatore della Roma, ma le parti devono ancora definire alcuni dettagli prima di farci vedere la fumata bianca. L'americano sbarcherà verso la fine di questa settimana.
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