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Lupi contro Lupi: alle 19 il calcio d'inizio di Roma-Avellino al Benito Stirpe

Siamo a poche ore dall'ultima amichevole per la Roma prima della partenza per la tournée americana. Roma-Avellino è una sfida con un grande storia

PUBBLICATO DA Daniele Lo Monaco
20 Luglio 2018 - 14:39

Quando Pruzzo gliene faceva cinque l'Avellino per la Roma era un avversario che veniva abitualmente considerato nella categoria "squadre ostiche". All'Avellino quando si aprirono le frontiere andò Juary, un attaccante brasiliano prolifico e veloce che ogni volta che segnava correva alla bandierina del calcio d'angolo e ci ballava attorno, in una danza tribale che servisse da ringraziamento ma soprattutto fosse in grado di evocarne altri.

Avellino era nel calcio e nella politica che contavano, ma fu fiaccato da un disastroso terremoto e quell'anno la squadra si salvò, per poco, grazie a un pareggio con la Roma. Ad Avellino giocarono Dirceu e Schachner, Ramon Diaz e Barbadillo, Colomba e Beruatto, Tacconi e De Napoli, e quel Pasquale Casale che una volta a Pisa ci spaventò nel giorno in cui la Roma, dopo la sconfitta casalinga con la Juve, si andò a riprendere lo scudetto sotto la torre grazie ai gol di Falcao e Di Bartolomei. L'Avellino lo hanno allenato Ciccio Graziani, Vinicio e Ottavio Bianchi e più volte in società a dirigere tutto c'è stato Antonio Sibilia, il papà di Cosimo, l'uomo che oggi guida la Lega Dilettanti ed è stato a un passo dal divenire il presidente della Federcalcio.
Dell'Avellino di oggi nel grande calcio se ne sa poco, se non che è guidato da un presidente solido e combattivo, Walter Taccone, che sta lottando come un leone per evitare che la scure della Covisoc ne precluda il futuro dopo la sofferta salvezza in B dello scorso anno, che è allenato da pochi giorni da Michele Marcolini, il roscio freschissimo ex centrocampista di combattimento, e che stasera giocherà contro la Roma, sul "neutro" di Frosinone, nel nuovo impianto dedicato a Benito Stirpe, un gioiello gentilmente messo a disposizione per questa amichevole dalla società guidata da Maurizio Stirpe.

È la seconda amichevole dell'anno di grazia 2018-2019 per la Roma e rappresenta già un più solido banco di prova dopo l'agevole esordio della scorsa settimana a Latina contro la squadra di casa (9-0 con tripletta di Schick e doppietta di Dzeko). Lupi contro Lupi, insomma, giallorossi contro biancoverdi, romani contro irpini, Serie A contro Serie B con tante solide speranze da far nascere anche dai contrasti, dai tiri, dai cross e dalle parate che vedremo questa sera. Dopo questa sfida per i giocatori della Roma ci saranno 24 ore di riposo e poi si volerà negli Stati Uniti, per la parte più itinerante del ritiro, diciannove giorni tra la costa ovest e la costa est, da San Diego a New York attraverso tappe d'avvicinamento che toccheranno le città di Dallas e di Boston, ad Harvard. 4 sedi per 3 amichevoli di prestigio (contro Tottenham a San Diego, Barcellona nel forno di Dallas e Real Madrid al Metlife Stadium, a due passi da New York) per rifinire il lavoro durissimo di questi giorni a Trigoria ed arrivare a ferragosto con la condizione migliore per affrontare la stagione con aspirazioni da protagonista.

Si riapre dunque lo Stirpe dopo la serata di palpitazioni vissuta dai tifosi ciociari lo scorso 16 giugno e l'ultima immagine tramandata è quella del campo invaso da un popolo in festa. Ce ne sarà tanta di gente anche stasera, parte da Roma, parte da Avellino, e magari anche qualche appassionato del Frosinone curioso di vedere da vicino le stelle giallorosse che Di Francesco sta allenando ormai da un paio di settimane e che sta assemblando con la pazienza e la conoscenza del mestiere dell'artigiano di provincia, lui che è nato a Sambuceto, ha vissuto a Pescara, si è affermato a Sassuolo e stasera ricomincia da Frosinone, ma che ha vissuto tra Barcellona e Liverpool le emozioni finora più belle della sua ancora breve carriera da allenatore. Li vedremo in campo tutti i giocatori della Roma, divisi tra primo e secondo tempo, per dar spazio e chilometri a tutti e per non affaticare neanche troppo i muscoli che in questi giorni sono già stati molto sollecitati. Saranno scaglionati sul campo col solito 4-3-3, la traccia di lavoro su cui il tecnico cerca poi di costruire varianti tattiche nel corso del tempo, ma andranno dritti alla ricerca del gol. Dritti, alla ricerca della felicità.

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