Effetto Champions, quaranta milioni di euro di ricavi commerciali
Presentato ieri l’accordo commerciale con il pastificio La Molisana. Lievita ancora il dato dei ricavi marketing: «Anche noi rapiti dalla vittoria sul Barcellona»
Dopo quel gol di Manolas, mentre l'anima scossa di ogni romanista faceva piovere lacrime su tutti i gradoni dello stadio Olimpico, qualcosa è cambiato e in maniera definitiva anche per i destini commerciali della As Roma. Quel gol, e quel che significava, ha proiettato la società giallorossa non solo nell'elite dei primi quattro club europei ma anche nel ristretto novero delle aziende calcistiche commercialmente più attraenti. L'unica peraltro a non avere uno sponsor sulla maglia, ma neanche dietro o per il centro sportivo e le maglie d'allenamento. Vergine, da questo punto di vista. Logico, dunque, che da quel giorno, anzi da quel gol, ci sia stata una corsa al contratto.
Prima Qatar Airways, che ha proprio affrettato i tempi per essere presente addirittura sulle maglie per la doppia sfida sul Liverpool, poi Hyundai (backsponsor che presto sarà annunciato), Betway (training kit e centro d'allenamento, annunciato subito anche per le concomitanti ristrettezze annunciate dal Governo sul tema del cosiddetto Decreto Dignità) e, ieri, La Molisana, azienda italiana che si è legata alla Roma come Sponsor Premium (quelle aziende che non appaiono con i loghi sulle tenute di gioco, ma solo nei contesti in cui è prevista altra visibilità, e quindi stadio, backdrop per le interviste, cartellonistica ecc.) per una cifra che non è stata rivelata, ma che è tra il milione e il milione e mezzo l'anno per tre stagioni (due più opzione per il terzo). Il motivo lo ha sintetizzato così l'amministratore delegato del pastificio, Giuseppe Ferro: «Con la Roma è nata una grande vicinanza vedendo la partita con il Barcellona che c'ha dato un'emozione molto forte, da lì abbiamo iniziato a parlare e abbiamo trovato molti punti in comune. In questa sponsorizzazione abbiamo cercato di dare un po' di cuore creando dei pacchi con l'immagine della squadra. Partiamo come premium partners, ma la speranza è quella di essere sulla maglia. Abbiamo scelto di lavorare con la Roma perché c'è piaciuto l'ambiente, ci siamo innamorati».
Il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni, lì accanto, annuiva: «Il nostro obiettivo è sempre stato quello di ricostruire un valore che fosse comparabile con quello dei nostri concorrenti e anche grazie a questo accordo con La Molisana, un'eccellente azienda italiana, lo stiamo facendo. Certo, per farlo bisognava ricostruire una visibilità e una accessibilità al mondo Roma. Raccogliamo ora il frutto del lavoro di questi anni vedendo riconosciuto il valore della nostra strategia. Ci stiamo consolidando ma non ci fermiamo qui». Ed effettivamente la strategia giallorossa ha portato il valore della maglia a 21 milioni l'anno (circa 13,5 dallo sponsor principale, altri 7,5 dagli altri due), 63 nel triennio, lo stesso valore raggiunto dalla Juve, più del doppio del Napoli, cifra assolutamente impensabile, eppure ben salda nella testa dei dirigenti giallorossi che hanno sempre rifiutato accordi al ribasso per non svalutare il prezzo e condannarsi quindi a rialzi minimi in prospettiva. Ora il totale dei ricavi commerciali della società giallorossa ha raggiunto 40 milioni, al netto dei ricavi della biglietteria, del cosiddetto retail (i negozi a marchio) e del merchandising. Quattro anni fa si arrivava a 12 milioni, a malapena. E a lavorare nel settore sono oltre trenta persone, di cui cinque nell'ufficio di Londra, guidata da Catlyn Colligan, e le altre a Roma coordinate da Guido Fienga.
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