Guido Rillo, biologo nutrizionista AS Roma: "L'alcool unico vero tabù"
Quanto è importante la "Nutrition Station" e in generale un'alimentazione sana per i calciatori. Le risposte del nutrizionista della società giallorossa a Trigoria
Alle spalle del lavoro della Roma di Di Francesco c'è una squadra di medici ed esperti che cura la salute dei giocatori in ogni momento della loro giornata. Ne è un elemento importante il biologo nutrizionista Guido Rillo che ha spigato qualche dettaglio del suo ruolo ai microfoni di Roma Tv dal ritiro di Trigoria.
Cos'è la "Nutrition Station"?
"Il punto di riferimento per giocatori e staff per quanto riguarda la sana alimentazione. Tutti i giocatori quando arrivano sanno che devono passare per la mia stanza dove iniziamo con il peso corporeo tutte le mattine, per poi passare a un test sulle urine per valutare il livello di idratazione, elemento fondamentale che in una fase calda come questa è importantissimo. Svolgiamo anche delle attività di analisi della composizione corporea per poter raggiungere il massimo obiettivo per ogni singolo giocatore. Contestualmente cerchiamo di dare dei consigli educativi, anche per sapere come si comportano una volta tornati a casa".
I giocatori hanno una dieta da seguire?
"Fa parte dei pilastri di un aspetto nutrizionale come il nostro. Tutti gli atleti hanno un piano personalizzato in funzione del loro ruolo. La dieta di un portiere non sarà mai paragonabile a quella di un difensore. La prima cosa a cambiare è l'apporto calorico, così come poi la suddivisione dei vari macronutrienti. Il dispendio di un giocatore è diverso in base al ruolo in campo e alle caratteristiche morfologiche e genetiche del singolo".
Ci sono differenze anche tra i diversi ruoli "di movimento" ?
Escludendo i portieri si può fare un discorso più generico. Però alle spalle c'è sempre una valutazione personale per età e caratteristiche. Una dieta non sarà mai uguale a un'altra.
Questa dieta personalizzata cambia nell'arco dell'anno?
Aspetto fondamentale, cambia in base al periodo della stagione. Modificare di routine il piano alimentare è importantissimo. Poi c'è un aspetto più scientifico per il quale le modifiche vengono applicate in base al tipo di allenamento. Ad esempio, nel pre-campionato con dei doppi allenamenti è necessario modulare l'alimentazione in maniera diversa rispetto a quella che ci sarà nei prossimi mesi.
Con il calcio moderno si gioca in qualsiasi orario. Come cambia il tuo lavoro al cambiare dell'orario delle partite?
Cambia tanto. Uno degli aspetti più critici del mio lavoro è sicuramente legato ai tempi di recupero tra una partita e l'altra. Quanto più sono vicine, tanto più è difficile il mio lavoro. Regolo il mio percorso in base alle partite in programma stando attento a qualsiasi tipo di modifica. Altro aspetto è legato poi all'orario della partita, in funzione del quale regoliamo i pasti così come il tipo di alimenti
Per il lunch match come funzione?
La parola chiave è "brunch", mette un po' d'accordo tutti. Offriamo la base di una colazione con l'aggiunta di qualcosa che possa ricordare un pranzo, tanto da accontentare le esigenze di tutti i giocatori.
Ci sono alimenti vietati? Possono "sgarrare" ogni tanto i giocatori?"
Sono un po' contrario agli alimenti vietati come regola generale, ma se c'è un vero proprio nemico dell'attività sportiva è l'alcool. Io cerco di evitarlo in tutti i modi perché è contro l'obiettivo di ogni atleta. Poi ci sono delle cose regolate durante la giornata come i dolci o i prodotti da fast food. Cerchiamo il giusto compromesso. In fase di preparazione però, non si sgarra.
Prima della preparazione ci sono stati 30 giorni di vacanza. Gli avete fatto qualche raccomandazione particolare?
Anche nel mese di pausa non lasciamo mai soli i nostri giocatori. Diamo loro i nostri piani alimentari che sono magari più delle linee guida, ma sempre utili al giocatore in qualunque tipo di momento.
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