AS Roma

Tutti in ritiro, buon viaggio Roma: Manolas simbolo della nuova mentalità

Si comincia ufficialmente: in 31 da oggi a Trigoria. Parte dei convocati ha già iniziato a lavorare in anticipo. E' la Roma di Monchi e DiFra

PUBBLICATO DA Fabrizio Pastore
09 Luglio 2018 - 06:14

E venne il giorno. Dopo tanto parlare (di mercato e non solo), spasmodica attesa e altrettanto entusiasmo, riprende a tutti gli effetti la stagione della Roma. Ieri le ultime visite mediche (con il nuovo acquisto Fuzato, anche Dzeko e Strootman), da oggi tutti in campo. A Trigoria. Dove si svolgerà l'intera prima parte dell'estate romanista. Niente montagne dunque, come ormai da tempo annunciato. I giallorossi lavoreranno dentro casa, con ogni comodità a disposizione e una struttura fra le più attrezzate in Europa. Certo, c'è l'incognita climatica da affrontare, con le temperature romane di luglio non proprio vicinissime al fresco ideale per gli allenamenti. Ma nell'ultima settimana diversi giocatori hanno già assaggiato l'aria bollente sui campi del "Fulvio Bernardini": da lunedì scorso hanno fatto la propria comparsa nel centro sportivo i nuovi acquisti Pastore, Kluivert, Cristante, Coric e Bianda; i reduci da infortuni Defrel, Luca Pellegrini, Florenzi, Karsdorp; e i "vecchi" De Rossi, El Shaarawy (di propria iniziativa), seguiti da Gonalons e Lorenzo Pellegrini.

Insomma, tutti al lavoro ben prima dell'inizio ufficiale degli allenamenti (si comincia subito forte con una doppia seduta in programma per oggi). Guidati da Capitan De Rossi, che si appresta a iniziare il suo ennesimo e ultimo - perlomeno da contratto, fino a questo momento - ritiro in giallorosso. Il numero 16 ha voluto dare l'esempio, alla testa del primo gruppetto all'opera fra campo e palestra, proprio accanto a due fra i tanti volti nuovi della prossima stagione: il ventunenne croato Coric e il diciannovenne francese Bianda ai fianchi del veterano, della bandiera.

La Roma di Monchi e Di Francesco

Immagine archetipica che proietta al mix voluto dalla coppia Monchi-Di Francesco in sede di campagna acquisti: giovanissimi talenti insieme con giocatori già affermati e di provata esperienza internazionale. Se la prima volta non si scorda mai, la prima vera Roma a doppia firma di direttore sportivo e allenatore tantomeno. Questa è destinata a essere una squadra nella quale entrambi si specchiano molto più di quanto non facessero in quella dello scorso anno, in gran parte ereditata dai rispettivi predecessori. Non ci sarà più dopo quattro anni e mezzo uno dei simboli delle ultime stagioni, quel Radja Nainggolan la cui cessione è stata condivisa dalla coppia. Evidentemente per ragioni comportamentali, più che tecniche. La presenza nel gruppo "con tutti i sentimenti" è una delle discriminanti nella formazione dell'attuale rosa. Chi farà parte della Roma, sarà chiamato ad avere trasporto emotivo, ma anche estrema professionalità. In poche parole, dovrà dimostrare di volerla. Vanno letti anche in quest'ottica gli allenamenti dei giocatori dai rispettivi luoghi di villeggiatura, la rinuncia a qualche giorno di vacanza da parte dei nazionali, il lavoro anticipato a Trigoria anche di chi non era stato precettato dallo staff.

Uno dei simboli di questo nuovo impulso è Kostas Manolas, che ha mostrato tutt'altra mentalità rispetto al passato, già dalla scorsa stagione. Merito senz'altro di quel gol epico al Barcellona e di un'esultanza spiritata che ha fatto il giro del mondo. Ma anche della cura difranceschiana, che lo ha restituito a un clima molto più romanista. Indicative in tal senso le parole spese qualche tempo fa su di lui da De Rossi, rappresentative della differente percezione dello spogliatoio dell'uomo Kostas. Che soltanto la settimana scorsa ha confermato di persona il sentimento che lo lega ora alla maglia giallorossa. Talmente intenso da fargli promettere che mai avrebbe utilizzato la possibilità di svincolarsi con la clausola rescissoria presente sul suo contratto (e relativamente bassa, alla luce delle cifre attuali). L'ennesima dimostrazione di un desiderio di Roma e di un entusiasmo che ha contagiato tutti, dai protagonisti sul campo ai tifosi. L'atmosfera sembra suggerire che uniti si vince.

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