Roma, inizia il nuovo corso: da anni mai così italiana e giovane
In ritiro 15 giocatori col nostro passaporto. Appena 8 i calciatori nati negli anni ottanta, Mirante il più vecchio
Giovani e, se possibile, italiani. Non ce lo hanno mai detto, ma sono state queste due delle priorità con cui Monchi ha condotto sin qui il suo secondo mercato giallorosso che, per certi versi, è stato pure il primo. Il risultato è che negli ultimi anni la Roma non ha mai avuto una rosa con un'età media bassa come quella con cui affronterà la prossima stagione. E che non ci sarà nessun problema a ricoprire le quattro caselle con giocatori italiani e le altrettante quattro per calciatori cresciuti nel settore giovanile, caselle che negli anni passati qualche problema lo avevano creato.
Made in Italy
Di italiani dal mercato sono arrivati quattro giocatori: il secondo portiere Mirante, i due ex interisti Zaniolo e Santon, Cristante acquistato dall'Atalanta dove in un anno e mezzo si è ripreso la copertina di giovane di grandi speranze. È un'inversione di tendenza rispetto agli anni passati, quando sembrava che la Roma guardasse in tutto il mondo a eccezione che nel mercato interno. Dei trentuno convocati per il ritiro che è appena cominciato, praticamente la metà, quindici hanno il nostro passaporto. Una percentuale di quasi il cinquanta per cento che scende un po' considerando che mancano quattro giocatori, i tre stranieri che hanno disputato il Mondiale (Alisson, Fazio e Kolarov) e un italiano convocato nella nazionale under 19 che sta preparando il campionato europeo di categoria (Zaniolo). È vero che il numero di italiani è arricchito dalla presenza di alcuni giovani (Riccardi, Romagnoli, Greco e Cardinali, peraltro gli ultimi tre sono tutti portieri), ma è altrettanto vero che nella rosa ipotizzabile di prima squadra per la prossima stagione, saranno almeno nove i giocatori nati nella penisola: un portiere (Mirante), due difensori (Luca Pellegrini e Santon), quattro centrocampisti (Lorenzo Pellegrini, De Rossi, Zaniolo, Cristante), un attaccante (El Shaaarawy), un jolly (Florenzi). Se si confrontano con gli appena quattro della stagione 2016-17, cioè poco più di un anno fa (Totti, De Rossi, Florenzi, El Shaarawy), sembra evidente come ci sia stata un'inversione di tendenza rispetto al passato quando, se erano italiani, non interessavano dalle parti di Trigoria. Per ritrovare una rosa così italiana bisogna ritornare indietro di qualche anno, precisamente alla stagione 2011-12 quando erano tredici i made in Italy, comprendendo però anche parecchi giovani di belle speranze (Viviani, Piscitella, Greco, Caprari) e un naturalizzato (Osvaldo).
Un'età media mai così bassa
Non considerando gli assenti, abbiamo calcolato l'età media dei 31 giocatori che Di Francesco ha convocato per il ritiro a Trigoria. Il numero che ne è venuto fuori dice 23,6 anni, in pratica un'età non troppo superiore a quella di una squadra Primavera. Un'età di due anni e un mese inferiore a quella della stagione scorsa, sicuramente la più bassa dalla stagione 2011-12 quando la rosa romanista come età media ha avuto il numero più alto di queste ultime stagioni con 27,1 anni. Dell'attuale rosa soltanto in otto sono nati negli anni ottanta. I più anziani sono del 1983 e tocca a Mirante il ruolo di più «vecchio» per appena 15 giorni rispetto a De Rossi (8 e 23 luglio). Poi c'è un giocatore del 1985 (Kolarov), uno del 1986 (Dzeko), due del 1987 (Fazio e Marcano), uno del 1988 (Perotti) e uno del 1989 (Gonalons). La generazione successiva comincia nel 1990 (Strootman); sono in cinque del 1991 (Florenzi, Juan Jesus, Santon, Manolas, Defrel); uno solo del 1992 (El Shaarawy); poi si fa un salto di tre anni arrivando al 1995 (Cristante e Karsdorp); ce ne sono quattro del 1996 (Schick, Capradossi, Lorenzo Pellegrini, Verde); altrettanti del 1997 (Gerson, Coric, Under); uno del 1998 (Romagnoli); quattro del 1999 (Kluivert, Antonucci, Greco e Luca Pellegrini); uno del 2000 (Bianda); due del 2001 (Cardinali e Riccardi). È una Roma, insomma, che sembra proiettata verso il domani e il dopodomani. Ma, in realtà, l'obiettivo è quello di essere competitivi subito, continuando a credere nel progetto iniziato nella passata stagione e in quella crescita che toccherà a Di Francesco garantire in campo e fuori.
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