AS Roma

Mkhitaryan prolunga: ecco quali obiettivi mancano per il rinnovo

L’armeno ha tre clausole per il prolungamento automatico del contratto al 2022. Gol e assist raggiunti, gli mancano poche presenze per soddisfare anche la terza

PUBBLICATO DA Piero Torri
24 Dicembre 2020 - 11:26

Domanda: chi è stato, fin qui, il romanista che ha garantito il miglior rendimento? Risposta: Mkhitaryan. In alternativa si potrebbe votare per Spinazzola,ma crediamo di non sbagliare se sosteniamo che l'armeno che va come un treno sarebbe il più votato in un eventuale sondaggio (che tra l'altro questo giornale sta per varare). Micki è stato, fin qui, uno dei migliori giocatori in assoluto del nostro campionato garantendo alla Roma, gol, assist, qualità, un calcio che non può essere di tutti. Se proprio qualcuno volesse dissentire, noi risponderemmo con i numeri che, come tanti anni fa ci hanno insegnato a scuola, non mentono (quasi) mai. Dunque: in campionato ha sommato tredici presenze su altrettante partite, in Europa League cinque su sei ma solo perché nell'ultima a Sofia non è stato convocato causa garanzia di qualificazione e primo posto nel girone. Andiamo avanti: in Italia è il capocannoniere stagionale giallorosso con sette reti a cui devono essere sommati sei assist (ultimo a Bergamo); in Europa ha realizzato un gol più due assist. La somma fa sedici, otto gol, altrettanti assist, a una media, considerando le diciotto presenze, di quasi una rete ogni novanta minuti. Basta?
Avanza per quanto ci riguarda. Tutto questo, oltretutto, praticamente ha già fatto scattare il rinnovo automatico del contratto per un'altra stagione, cioè scadenza giugno 2022. E sì, perché quando nel passato mercato estivo, le magie di quel marpione del suo procuratore che altri non è che Mino Raiola, liberarono l'armeno a costo zero dal residuo anno di contratto con l'Arsenal, il giocatore firmò un nuovo accordo con la Roma (circa tre milioni netti all'anno più bonus) per un anno. In quel pezzo di carta, furono inserite tre clausole per il rinnovo automatico per un'ulteriore stagione. Due su tre sono state già onorate, per la terza è questione di qualche altra partita. Spieghiamo meglio. Le tre clausole erano: sei gol stagionali, raggiunti; cinque assist, raggiunti; ventitrè presenze (comunque poco meno del cinquanta per cento delle partite che la Roma giocherà in questa stagione) da minimo quarantacinque minuti. Pure qui ci siamo, visto che l'armeno ne ha totalizzate già diciassette. Insomma si può dare già per certo l'automatico rinnovo del suo contratto per arrivare a una scadenza fissata il trenta giugno del duemilaventidue.

Ma probabilmente non finisce qui. Nel senso che a Trigoria il calcio che voi umani sta giocando Mikhitaryan, sta convincendo la società a proporre al giocatore e al suo procuratore con cui i rapporti sono ottimi (ultima puntata la recente firma di Calafiori), un contratto con un ulteriore anno in più e un'opzione per una quarta stagione. Ad affrontare l'argomento ci penserà Tiago Pinto che probabilmente, causa Covid, sarà costretto a rimandare il suo arrivo a Roma in un primo momento previsto nei primissimi giorni del nuovo anno.
Così come Tiago Pinto si troverà probabilmente a ridiscutere il contratto di Ibanez. Non tanto sulla lunghezza dell'accordo (il brasiliano ha altri quattro anni), ma per quel che riguarda l'ingaggio del giocatore. Quando arrivò nel gennaio scorso lo fece più o meno da sconosciuto (non in Brasile) visto che all'Atalanta Gasperini il campo non glielo aveva fatto mai vedere. Firmò un contratto a circa settecentocinquantamila euro netti a stagione, cifra che alla luce di quello che sta dimostrando con la maglia della Roma, oggettivamente, almeno per i parametri del calcio pure post (magari) Covid, non riflette il ruolo del giocatore, ormai diventato un titolare della linea difensiva di Fonseca. Ibanez alla società ha già fatto sapere di voler continuare la sua avventura in giallorosso, anche a fronte di diverse offerte importanti che gli sono arrivate in particolare dalla Premier. Ci sarà bisogno di un adeguamento che non dovrebbe essere un'impresa portare a casa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

CONSIGLIATI