Pastore e la Roma, che storia: quando per prenderlo si discussero De Rossi e Pjanic
Certi amori non finiscono. Nel corso degli anni El Flaco è stato più volte accostato alla squadra giallorossa
C'è stato un tempo in cui qualcuno alla Roma, così almeno scrivevano dei giornali all'epoca, aveva pensato di vendere De Rossi quando era ancora al pieno del suo splendore pur di arrivare a Pastore. Ce n'è stato un altro in cui a Parigi qualcuno aveva allungato gli occhi su Pjanic prima che rinnovasse il contratto con la Roma (su cui fu messa la famosa clausola che poi gli avrebbe consentito di andare alla Juventus) e pur di averlo era disposto a privarsi di Pastore, che i dirigenti giallorossi da lontano continuavano a sognare. E ce n'è stato un altro più recente in cui Spalletti confidava in lui, ma non per la Roma: era già l'allenatore dell'Inter, erano più o meno sei mesi fa, c'era la finestra aperta del mercato invernale e a Milano arrivavano spifferi così freddi che l'allenatore toscano rispondeva con battute significative a chi gli chiedeva se davvero l'Inter potesse prendere il fantasista argentino: «Il Pastore tiene il gregge unito».
A tenere sempre aperto il legame tra il nuovo acquisto della Roma e l'Italia in questi anni parigini non c'è stata solo la moglie palermitana, evidentemente, ma anche i dirigenti delle squadre che mai si rassegnarono alla fuga francese del cristallino talento strappato da Sabatini e Zamparini all'Huracan su segnalazione di Pablo Sabbag, come raccontato l'altro giorno sul Romanista da Piero Torri. Così in quella pazza estate 2011 (quella in cui il sogno americano si materializzò a Trigoria e i ragionieri del tifo romanista presero a fare i conti per capire quali rinforzi ci si potesse permettere), Sabatini voglioso di portare subito a termine un grande colpo provò ad informarsi, ma la sparata di Zamparini lo gelò: «Non ve lo potete permettere, lo venderò per 50 milioni». Altro che De Rossi in vendita, come ipotizzò la Gazzetta.
Sembrava una boutade: su qualche sito specializzato, il 23 giugno, ci si ironizzò sopra: «La richiesta di Zamparini per Pastore di 50 milioni serve solo per far scappare le pretendenti per poi venderlo a Sabatini a 25 milioni». Non era così, il 30 luglio il Psg annunciò il suo nuovo acquisto, in cambio di 43 milioni pagabili in tre anni. Una parte sostanziosa per contratto spettava al suo procuratore, Marcelo Simonian, Zamparini non gliela riconobbe e la storia finì in tribunale: i 15 milioni arrivarono in differita di un anno. E la Roma? Rinnovò il contratto a De Rossi e acquistò Lamela.
Ma Sabatini provò altre due volte a recuperare Pastore dalla Francia: due anni dopo e sei mesi fa, per l'Inter. A giugno 2013 Il Tempo parlò di "Tentazione Pastore", ovviamente per l'attacco. Per il centrocampo i papabili erano Paulinho e Nainggolan, non male. Oggi è andato via il Ninja e a sostituirlo, a centrocampo, arriva Pastore. A luglio 2013 il Psg sondò i dirigenti della Roma per Pjanic: «No problem, ma dateci Pastore», il chiodo fisso della Roma secondo la Gazzetta.
A conguaglio, Sabatini prospettò un'altra quindicina di milioni, da incassare vendendo Osvaldo. Il Romanista rinforzò il concetto: «Ritorno di fiamma, due anni dopo, amore possibile». E invece fu impossibile. Ma a gennaio la fiamma non s'era ancora spenta e Pastore in persona, attraverso il Corriere dello Sport, provvide ad alimentarla: «A Sabatini devo tutto, non è l'ora di lasciare il Psg ma lui può chiamarmi quando vuole». Ovviamente la parte fondamentale del discorso era quella secondo cui non era ancora l'ora di partire, ma il Corriere sottolineò soprattutto l'altra con il titolone in prima: "Roma chiamami". Ci pensò Il Romanista a spegnere gli entusiasmi, interpretando in maniera opposta gli stessi concetti: «Con queste parole Pastore ha smentito il suo passaggio in giallorosso».
Sabatini ci ha riprovato anche lo scorso gennaio, prima di lasciare l'Inter. Spalletti ci fece la bocca e disse ai cronisti in maniera sibillina: «Il Pastore è importante, mantiene unito il gregge». A tenere alta la speranza dei tifosi arrivarono anche due espertoni di mercato: Pierpaolo Marino e Marcello Carli, In una sola voce flautarono convinti: «Il colpo del mercato di gennaio sarà Pastore all'Inter». Nostradamus proprio.
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