Bologna, un anno dopo: la Roma alla ricerca di una nuova svolta
La vittoria all'ultimo secondo in trasferta dello scorso anno diede l’avvio ad una rimonta. La sconfitta al ritorno fu il punto più basso dell’anno
Fa impressione a riguardare o semplicemente a ripensare alle immagini dell'ultima volta in cui Bologna e Roma si sono affrontate al Dall'Ara. Era poco più di un anno fa, il 22 settembre 2019. In cronaca raccontammo di una sfida equilibrata resa assurda dalle bizzarre interpretazioni arbitrali (era Pairetto, quel giorno, sarà Calvarese oggi, l'arbitro del derby di gennaio...), con il vantaggio della Roma segnato da Kolarov su punizione, il pareggio di Sansone su un rigore regalato, il mancato rigore del possibile vantaggio, l'assurda espulsione di Mancini con un doppio giallo in modalità Pedro-Maresca e la gioia della vittoria finale con un'incontenibile corsa di Veretout, e poi l'assist di Pellegrini per Dzeko che, scansando la marcatura lasca di Denswil, ha schiacciato nella porta di Skorupski andando ad esultare sotto il settore di tifosi della Roma, con tremila pazzi esultanti, poi salutati anche alla fine come da foto riproposta in questa pagina, in un Dall'Ara quasi pieno ai tempi in cui ci si poteva muovere liberamente per il mondo e per gli stadi.
Mihajlovic era in ospedale a lottare contro la leucemia, sulla panchina degli emiliani c'era Taniga, in quella della Roma Fonseca al primo bivio della stagione: perché la squadra giallorossa era alla ricerca di una vittoria di prestigio alla prima trasferta della sua gestione (tecnicamente era stato in viaggio per affrontare la Lazio nel derby d'andata). Erano i giorni del dubbio sull'allenatore, per via di un calcio un po' troppo allegro che portava gol ma non ancora certezze. Quella vittoria diede spessore alle ambizioni del tecnico. È vero che tre giorni dopo arrivò una sconfitta casalinga con l'Atalanta, ma poi cominciò un ciclo di risultati utili che culminò con la vittoria a Firenze prima di Natale, con un lungo segmento di partite con una sola sconfitta (a Parma).
Qualcosa di simile accadde anche al ritorno: perché nel 2020 la Roma cominciò malissimo e proprio la doppia sconfitta di metà febbraio (in casa col Bologna, il 7 febbraio, quando in Italia si cominciava a sentir parlare di Coronavirus, con la scoperta del paziente zero, e a Bergamo con l'Atalanta il 15) segnò il punto più basso dell'esperienza di Fonseca. Prima dello stop da Covid infatti la squadra riprese a macinare gioco e a vincere, poi, passata l'emergenza, arrivò il cambio di sistema dopo altre prestazioni altalenanti e alla fine, con l'assetto a tre difensori, anche la nuova Roma vincente ammirata anche quest'anno. In qualche modo, insomma, Bologna e Atalanta nell'immaginario di Fonseca rappresentano i punti in cui nella sua storia romanista si è messo un punto ed è cominciato un altro capitolo. Ed è quello che si spera possa succedere anche oggi.
In campo per la quarta volta in questa stagione alle ore 15 (finora due vittorie con Genoa e Parma e il pareggio col Sassuolo), la Roma torna sul campo dove più di un anno fa festeggiò quella bella vittoria, su un campo dove storicamente la squadra giallorossa ha vissuto memorabili soddisfazioni negli anni belli di Totti e Batistuta (ma ci fu pure la più bella vittoria dell'anno di Luis Enrique), ma anche pessime giornate, tipo quando ci ha perso l'ultima volta (con Di Francesco in panchina, forse la più brutta Roma della gestione dell'abruzzese, era il 23 settembre 2018). In assoluto il bilancio parla di 50 vittorie rossoblù e 51 giallorosse, con 43 pareggi. la tradizione favorevole va dunque consolidata, dopo la resa di Napoli, il pareggio casalingo col Sassuolo e ci mettiamo dentro pure la non onorevole sconfitta di Sofia perché è vero, come ha ricordato Fonseca ieri, che la partita di oggi sarà totalmente diversa (o almeno è un auspicio condiviso), ma è altrettanto vero che certi cali di concentrazione non rendono certo onore al grado generale di maturità che si richiede ai giocatori in questa stagione di riscatto e di rincorsa al vertice.
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