Intervista al Pupazzaro: «Quello che conta è la mia Roma»
Fabrizio Birimbelli si racconta. La passione per il disegno ha portato l'artista fino a San Pietroburgo: 40 suoi dipinti esposti nel Museo dell’Accademia
Fabrizio Birimbelli: in arte il Pupazzaro. Quaranticinque anni a luglio, grande tifoso della Roma. Di professione fa l'informatico, per passione disegna. «Il soprannome, però, non me lo sono affibbiato io - ci ha confessato Fabrizio - Se l'è inventato mia madre quando ero bambino perché passavo le mie giornate a disegnare». Il Pupazzaro è appena tornato dalla Russia, da San Pietroburgo, dove è stato chiamato per abbellire il Museo dell'Accademia con i suoi dipinti, dedicati a grandi calciatori del presente e del passato. La mostra di San Pietroburgo, la città artistica per eccellenza di tutto il territorio russo, resterà aperta per tutto il periodo dei Mondiali: 40 dei dipinti in mostra vengono da Roma, sono opera del genio del Pupazzaro. Da Totti a Maradona, da Alisson a De Rossi, da Messi a Salah. Tutti ritratti in stile epico, ripercorrendo il mondo antico. «I primi giocatori che ho utilizzato come modelli sono stati quelli della Roma - ha raccontato Birimbelli - Nel 2016 i miei disegni sono finiti nella sezione del sito giallorosso Roma Art, ho avuto il piacere di conoscere tanti miei idoli, ho consegnato loro i ritratti, ho conosciuto anche Totti. È stato fantastico. Sono romanista fin da quando mio padre mi portò a vedere la mia prima partita: Roma-Udinese, terminò 1-1».
E l'amore per il calcio ha permesso al Pupazzaro di arrivare alla mostra "Come gli dei" di San Pietroburgo: oltre ai quadri di Fabrizio, ci sono esposte statue di divinità greche e romane, e altre rappresentazioni perfette del mondo antico. «Sono stato contattato per portare la mia creatività al Mondiale, ho risposto presente con grande orgoglio». Mondiali a parte, il calcio per il Pupazzaro è soltanto la Roma. «Voglio fare una premessa - ha puntualizzato - Quest'anno ho veramente goduto. La Champions mi ha regalato emozioni fantastiche, la vittoria col Barcellona vale tanto e mi ha fatto dimenticare l'assenza di trofei che dura da troppi anni. Dalla prossima stagione mi aspetto tanto, forse potrebbe essere l'anno giusto per tornare a vincere qualcosa. Mi piace la squadra che sta nascendo: giocatori importanti, tanto talento. Io sono ottimista di natura, sono sempre speranzoso. Dispiace per Nainggolan, ma fa parte del gioco: ciao a chi parte, benvenuto a chi arriva. Quello che conta è la mia Roma».
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