Diawara, la Roma non farà ricorso al Collegio di Garanzia del Coni
I Friedkin mantengono un profilo basso: senza un'oggettiva possibilità di vittoria non intendono adire il terzo grado di giudizio per la vicenda di Verona
La strategia del basso profilo adottata dai Friedkin trova ulteriori conferme a proposito del possibile ricorso davanti al Collegio di garanzia del Coni per la vicenda Diawara. Dopo aver incassato il no da parte della Corte d'appello federale, la Roma avrebbe facoltà di andare al terzo grado di giudizio rappresentato appunto dalla corte del Coni. I trenta giorni utili per presentare il secondo ricorso scadranno il prossimo undici dicembre (venerdì) e a ieri sera nessuna decisione, in un senso o nell'altro, era stata presa. Le voci di dentro di Trigoria, però, fanno sapere che, dopo la bocciatura in appello, non c'è l'intenzione di presentare un nuovo ricorso senza avere l'oggettiva possibilità di avere una chance di vincerlo.
E viste le motivazioni della prima sentenza, in effetti non è che ci siano molte possibilità che la corte del Coni possa ribaltare la sentenza in modo da restituire alla squadra di Fonseca il punto conquistato sul campo a Verona nella prima giornata di campionato. Punto poi azzerato per il pasticciaccio Diawara, con il centrocampista non inserito nella lista degli under 23 ma mandato lo stesso in campo. Un errore grave e grossolano, soprattutto in considerazione del fatto che nella lista di Verona la Roma ha lasciato quattro caselle vuote. Quindi nessun dolo, solo errore, grave, ma senza aver garantito nessun vantaggio alla squadra. Ma per la giustizia sportiva dolo ed errore di fatto sono equiparati. In appello la società giallorossa ha provato a contestare questo concetto chiedendo di rivedere la norma. Ma non gli hanno dato retta. E qui Maresca e Guida non c'entrano niente.
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