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Roma-Florenzi: giorni importanti per il rinnovo del numero 24

Si attende un incontro tra le parti nei prossimi giorni. Tra questione economica e tecnica: a destra ci sono Kardsorp e Santon: la Roma conta gli esterni

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
23 Giugno 2018 - 07:28

Inizia un weekend importante, forse decisivo, per il futuro di Alessandro Florenzi e il suo rapporto con la Roma. Se fino a ieri tra una confessione e una smentita a regnare ufficialmente era una forma di reciproca attesa, sembra davvero arrivata l'ora perché le parti si siedano a tavolino, non tanto a definire i dettagli tecnici di un accordo, quanto a fare chiarezza. E, se possibile, arrivare a una stretta di mano che voglia soprattutto dire "fidiamoci" piuttosto che - come si dice a Roma - "famo a fidasse". Sì, perché finora la sensazione che si è avuta è che da un lato la Roma percepisse da parte di Alessandro Lucci, procuratore di Florenzi, se non proprio la volontà di portare via il numero 24 dalla Capitale, quanto meno di alzare l'asticella (del prezzo), mentre che dall'altro lato Florenzi avesse il sospetto che la società giallorossa non si strapperebbe i capelli se dovesse perderlo e anzi, sia intenzionata a lasciarlo partire a fronte di un'offerta giusta.

Facendo un passo indietro, parecchia acqua è passata sotto il ponte da quando lo scorso dicembre Monchi diceva che uno dei suoi prossimi obiettivi, dopo i rinnovi di Manolas e Perotti, era proprio quello di legarsi a Florenzi «per tanti anni», facendo credere ai più che fosse imminente anche la soluzione al nodo del suo contratto. Partendo da due certezze, che risultano ancora adesso più o meno solide: la disponibilità della Roma a continuare il rapporto e il desiderio del giocatore di rimanere alla Roma. La differenza la faranno però le condizioni: economiche prima di tutto. La società non farà follie, ammesso che follie saranno richieste. Primo perché l'infermeria e il mercato hanno già consegnato di fatto a Di Francesco quattro esterni bassi, le famose due coppie.

A sinistra il serbo Kolarov, dopo la sua ottima prima stagione in giallorosso, continuerà le sue sapienti discese sulla fascia, ma potrà farlo sicuramente con maggiore lucidità, senza esser costretto a giocare sempre, perché dietro di lui ci sarà Luca Pellegrini. Un investimento della società, che ha accordato un ingaggio da Serie A a un talento, per carità, ma che non ha ancora presenze ufficiali nella serie maggiore.

Dunque a sinistra la Roma farà crescere e maturare Pellegrini sotto l'egida di Kolarov. A destra, invece, il redivivo Rick Karsdorp, solo 82' con il Crotone in casa il 25 ottobre scorso, dopo i due infortuni patiti sarà di fatto un nuovo acquisto. L'olandese che tanto piaceva a Di Francesco anche ai tempi del Sassuolo, si è rimesso in sesto ed è stato convocato proprio contro i neroverdi all'ultima giornata. Il dubbio, però, dopo un anno di inattività resta: sarà pronto per essere subito titolare? A Trigoria c'è ottimismo da questo punto di vista, ma spetterà al tecnico, in ritiro, decidere e poi, eventualmente, discutere con Monchi se e quanto ci sarà bisogno di intervenire sul mercato. Un mercato comunque monitorato. E che, intanto, ha portato all'arrivo della discordia, quello di Davide Santon dall'Inter, nell'ambito dell'operazione Nainggolan. E siamo al quarto "terzino", per altro molto duttile, che può giocare a destra e a sinistra indifferentemente. Non un acquisto di primissimo piano, che ha portato a qualche critica (preventiva) di troppo e troppo esagerata, in particolar modo sui social network, con il giocatore costretto a congelare i suoi profili ufficiali. Nemmeno il ds Monchi è stato risparmiato, in questo caso anche dalla critica.

Insomma, la Roma conta gli esterni. Una situazione che da più di qualche anno fa non si verificava. Al di là della "maledizione" dei terzini della Roma infortunati, che proprio sui social imperversava tra meme e commenti, la società sembra aver coperto le carenze che per anni si sono lamentate sugli esterni. Finalmente, si dirà, si può svincolare Florenzi dal ruolo di esterno basso a lui poco congeniale, che lo stesso Di Francesco (e Spalletti prima di lui) quando si è seduto per la prima volta sulla panchina giallorossa aveva messo in discussione, finendo poi, per necessità, per farlo giocare proprio lì, in pratica sempre. Alessandro, che qualcuno sussurra abbia chiesto proprio garanzie in questo senso, vuole scrollarsi finalmente di dosso questo eterno "dove lo metto" da dodicesimo perfetto, che detto meglio si legge duttilità (e generosità). Anche un valore, certo, che va riconosciuto. Bisognerà vedere, appunto, a che costo, perché non diventi il classico lusso che non ti puoi (o vuoi) permettere.

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