Stadio della Roma, dal Campidoglio una sola voce: "Si farà"
Nella giornata di ieri sono arrivate importanti conferme sulla regolarità dell'iter e sul futuro dell'impianto di Tor di Valle
Come un sol uomo. Questa è l'impressione più palpabile che abbiamo registrato nella giornata di ieri. Come un sol uomo, con una sola voce, con un'unità di intenti che raramente avevamo visto in questa amministrazione. Roma Capitale tutta, ieri, ci è sembrata compatta verso un solo obiettivo. Quello di regalare alla città quello stadio che sogniamo da almeno 40 anni. Quello che non riuscì a realizzare l'ingegner Dino Viola, che dopo mille tentativi si arrese nel febbraio del 1989 al rifacimento del vecchio Olimpico. Quello che James Pallotta e Mauro Baldissoni hanno perseguito con una tenacia rara, riuscendo (per ben due volte!) a far approvare una delibera di pubblica utilità dall'Assemblea Capitolina. Ed è la cronaca di una giornata di (forse) insperata pace istituzionale. Iniziata come previsto con l'avvio della verifica procedurale del progetto nei Dipartimenti Urbanistica, Trasporti, Ambiente, Patrimonio e Lavori Pubblici. Un lavoro che procederà speditamente e in parallelo, con la consapevolezza che difficilmente emergerà qualcosa di anomalo.
"Roma avrà il suo stadio"
In questo senso sono state esemplari le parole dell'assessore comunale all'Urbanistica Luca Montuori, che ha voluto ribadire l'intenzione del Campidoglio di andare avanti con il progetto a Tor di Valle, a margine della presentazione della Strategia di resilienza di Roma Capitale alla Casa dell'Architettura. "Nel futuro di questa città sono certo che ci sarà lo stadio della Roma - ha detto Montuori - Se la procedura, come crediamo, risulta corretta per andare avanti, abbiamo deciso di procedere verificando alcuni passaggi nodali, perché sia i cittadini che tutti gli altri hanno diritto a delle risposte su quanto sta succedendo in questi giorni. Ma siccome nessuna parte della procedura in questo momento sembra minimamente toccata dai problemi di cui leggiamo sui giornali, se questo sarà confermato noi andremo avanti. I problemi vanno affrontati nella loro giusta definizione, se c'è un tema amministrativo lo si affronta amministrativamente". "Al momento - ha poi aggiunto l'assessore - le modalità della verifica le stiamo studiando al nostro interno per capire quali sono gli atti e i passaggi che vanno verificati: noi lavoriamo sui pareri che sono stati espressi da tutti coloro che erano al tavolo della conferenza dei servizi e non abbiamo modo di credere che alcuni di questi pareri non siano corretti. Dobbiamo mettere in fila tutte le cose e verificare alcuni passaggi e attendere che la magistratura faccia il suo corso e le sue indagini".
"L'iter non è in discussione"
Poco dopo (come un sol uomo, con una sola voce) è intervenuta nella stessa occasione Linda Meleo, assessore alla Mobilità di Roma Capitale: «Lo studio dei flussi di traffico in entrata e in uscita dall'impianto di Tor di Valle è da rifare? La Procura ha detto esplicitamente che gli atti amministrativi realizzati da Roma Capitale non hanno criticità di alcun genere. Questa è una posizione molto chiara e netta, gli uffici tecnici adesso stanno valutando se e quali atti eventualmente rivedere. Confermo che tutti gli atti sono passati in conferenza dei servizi, in cui sapete che ci sono diversi attori chiamati a esprimere pareri, e questo è un dato di fatto». E poi ancora (una sola voce) il direttore generale del Comune di Roma, Franco Giampaoletti: «Siamo assolutamente tranquilli». Ed infine il vicesindaco Paolo Bergamo: "Se le procedure non sono messe in discussione, perché non si dovrebbe fare? Stiamo facendo verifiche attente su tutti i procedimenti per accertare che siano stati svolti correttamente, fatto che per il momento nessuno ha messo in discussione". "Se, e scopriremo a breve - ha infine detto Bergamo - non ci sono vizi sulle procedure e dall'altra parte c'è un soggetto imprenditoriale che ha la capacità economica di farlo, si fa".
La proposta di invimit
Più chiaro di così non era possibile. Questo anche per dissipare i dubbi che legittimamente stanno prendendo alla pancia della tifoseria romanista. Restano ovviamente da risolvere alcune questioni, anche spinose per certi versi, ma non insormontabili. Per esempio capire cosa farà Eurnova, al momento esclusa (in quanto società) dalle indagini della procura ma di fatto azzerata nei vertici. O chi subentrerà proprio a Parnasi. Possibile che sia lo stesso presidente giallorosso James Pallotta. Come pure la DeA Capital con cui lo stesso Parnasi stava trattando la cessione della propria partecipazione (e dei terreni) nel progetto Tor di Valle. Certo è che ci sembra improbabile che non si trovi qualcuno interessato. Anzi, nella giornata di ieri ha manifestato pubblicamente il proprio interesse Massimo Ferrarese, presidente della Invimit, società pubblica che si occupa anche di grandi immobili sportivi. "Propongo di affidare la realizzazione dello stadio della Roma a Invimit, società dello Stato interamente pubblica. Ritengo l'idea realizzabile a tal punto che la mia segreteria si è già messa in contatto con quella della sindaca di Roma per programmare un incontro urgente sull'argomento". Tutto il resto è propaganda.
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