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VIDEO - Roma in prestito, sboccia D'Orazio: che show contro il Padova

Due gol e un rigore procurato per l’esterno prestato alla FeralpiSalò. Preso a 13 anni dal Frosinone, aveva più talento che continuità. Ma sta facendo grandi progressi

PUBBLICATO DA Francesco Oddi
24 Novembre 2020 - 20:08

Il 5 dicembre 2017, in Youth League, a un quarto d'ora dalla fine della gara con il Qarabag, sul 2-0, De Rossi mise Ludovico D'Orazio, all'epoca il giocatore meno utilizzato della rosa, persino meno del giocatore che gli lasciò il posto, l'olandese Besuijen, che aveva un anno di meno, e avrebbe dovuto giocare in Under 17. D'Orazio segnò un gran gol, rientrando da sinistra per calciare a giro sul destro, come faceva Del Piero: a fine gara il tecnico disse che quel fantasista/esterno che non giocava praticamente mai aveva colpi fuori dal comune, ed era forse l'elemento più tecnico della rosa.

Giusto un anno dopo, l'8 dicembre 2018, quel ragazzo era in panchina in serie A: Di Francesco lo portò a Cagliari, il giorno in cui Sau, nel recupero, regalò un insperato 2-2 alla squadra di Maran, rimasta in nove per le espulsioni di Srna e Ceppitelli. Con lui quel giorno c'era anche Riccardi, che in Primavera ha iniziato da mezzala, e finito da esterno, in un ruolo molto simile a quello di D'Orazio. Che nell'ultima categoria del calcio giovanile ha giocato tre anni, i due previsti più il terzo da fuoriquota, senza ricevere altre chiamate coi grandi, chiuso proprio da Riccardi: sarebbe rimasto a Trigoria se la Roma avesse allestito la squadra U23, una volta tramontato quel progetto la serie C la sta scoprendo con la maglia della FeralpiSalò, che lo ha preso in prestito nell'ultima sessione di mercato. In giallorosso ha giocato sette anni: ciociaro di Castelliri, una decina di chilometri da Sora, era cresciuto nel Frosinone, club che di solito è ben contento di prendersi quelli che a Trigoria non hanno sfondato. Lui fece il percorso inverso, con Bruno Conti che andò a trattare per poterlo portare a Roma, a 13 anni: nella prima stagione ebbe un rendimento strepitoso, tanto da salire sotto età con i Giovanissimi di Coppitelli, riserva di Scamacca e Antonucci nella squadra diventata campione d'Italia, grazie all'1-0 alla Juventus. Due soli classe 2000 in lista in quella finale, uno per parte, lui e Moise Kean.


Crisi e ripresa

Ma gli anni successivi di D'Orazio furono meno brillanti: il talento non gli è mai mancato, la continuità sì. Non è riuscito a trascinare i Giovanissimi, che subirono una sorprendente eliminazione con lo Spezia, negli Allievi giocava ma senza convincere del tutto, in Primavera ha cominciato a mostrare dei miglioramenti. E molti li sta facendo quest'anno, in serie C: 12 presenze in 12 partite, di cui 8 da titolare, in una squadra che davanti ha due ragazzi che anni fa, in Primavera, sembravano lanciati verso il grande calcio, Federico Carraro, che esordì in A con la Fiorentina, e Tommaso Ceccarelli, che fece 38 gol in 65 partite con la Lazio Primavera.

Lo spezzone più corto D'Orazio quest'anno lo ha fatto proprio domenica, i 28' con il Padova, che si era portato in vantaggio a Salò: al 70', con un ottimo stacco di testa, non proprio la specialità della casa, ha firmato l'1-1, al 75' ha lasciato sul posto due avversari, costringendo al fallo da rigore un vecchio lupo di mare come lo sloveno Andelkovic, al 90', al termine di uno scatto di 70 metri, ha firmato il 3-1 in contropiede. Poteva benissimo fare tripletta, perché alla Roma i rigori li tirava, ma in serie C le gerarchie contano, e sul dischetto si è presentato Luca Miracoli, un 28enne di Genova che ha giocato anche in B, e che nelle giovanili faceva coppia d'attacco con El Shaarawy. Cambia poco: l'eroe della giornata in cui la Feralpi ha battuto il Padova, secondo in classifica, agganciandolo a due punti dalla vetta, resta lui. «Ha fatto quello che di solito fa in allenamento - ha dichiarato a fine gara il tecnico, Massimo Pavanel - tutti i giorni gli rompo le scatole perché lo faccia anche in partita. È un 2000 di grande avvenire deve, solo credere di più nelle di più sue capacità. Con il Padova ha dato un saggio di quello che sa fare, ma non voglio esagerare perché è facile che ricominci di nuovo a giochicchiare. E io lo voglio più concreto, non voglio che perda il suo grande talento».

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