La Roma fa festa di gruppo. Decisivo l'ingresso dei big
Parte bene l’Europa League. Fonseca vince in Svizzera esagerando col turn over: nove cambi e si va subito sotto Nella ripresa entrano i pezzi forti e matura la rimonta
V isto che comanda sempre il risultato, bene ha fatto Fonseca a cambiare nove giocatori su undici, anche se con una rotazione così ampia in realtà ha rischiato di complicare parecchio il cammino della Roma in questa Europa League: perché all'intervallo, contro i veloci ma tecnicamente assai modesti campioni svizzeri dello Young Boys, il risultato era di 1-0 per loro, con l'equilibrio rotto da Nsame su rigore (assai dubbio, con l'anca di Cristante a interrompere un dribbling di Sierro giusto al limite dell'area).
Ma poi allo scadere dell'ora di gioco l'allenatore portoghese ha rimesso le cose a posto con tre cambi (dopo l'inevitabile sostituzione dell'inguardabile Karsdorp con Spinazzola a metà gara) e la partita è cambiata all'improvviso: e tredici minuti dopo la Roma era in vantaggio 2-1, risultato portato poi fino alla fine, grazie alle reti di Peres e Kumbulla su illuminanti assist di Dzeko e Mkhitaryan, proprio due dei tre appena entrati (Veretout l'altro). E nel finale c'è voluta una prodezza di Pau Lopez per salvare la vittoria che vale già un'ipoteca sulla qualificazione del girone, mentre il Cluj ha vinto in trasferta a Sofia col Cska, avversario della Roma tra sei giorni all'Olimpico.
Vista dal suo (alla fine vincente) punto di vista, Fonseca ha deciso di dar forza al proprio gruppo più che valutare fino in fondo tutti i rischi di questa sfida anomala, sia per il campo zuppo di pioggia e col fondo sintetico, a rendere un'anguilla il pallone, sia per l'insidia che rappresenta andare ad affrontare i figli di un calcio minore che però ormai sono tatticamente organizzati come quelli del calcio maggiore. Così la migliore squadra svizzera (da tre anni) e con il suo acquisto top pagato 1,5 milioni di euro (Camara, in panchina, reduce da un infortunio) può essere in grado di spaventare la squadra che quella cifra la mette a budget per lo stipendio di qualche sua riserva, soprattutto se i giocatori di questa squadra non badano a tutti i dettagli, un po' come ha fatto Cristante al 12' andando ad affrontare con l'anca sbilanciata Sierro, impegnato in dribbling giusto al limite dell'area. Risultato? Svizzero steso e arbitro spagnolo inflessibile: rigore, in verità assai dubbio. Che Nsame ha tirato comunque a modo suo (come sempre ha fatto le ultime quattro volte), e quindi basso incrociando alla propria destra, battendo Pau Lopez proteso proprio da quella parte, ma senza la spinta necessaria. È l'episodio che ha rotto un equilibrio che lo stallo tattico nel primo tempo aveva determinato, con il 3421 di Seoane, con Lustemberger (il Cristante elvetico) in mezzo nella difesa a tre, con due mastini di qualità in mezzo al campo come Sierro e soprattutto il promettente Rieder (classe 2002), due esterni piuttosto cauti (Hefti e Maceiras) e due trequartisti assai mobili e col vizietto del gol come Fassnacht e Ngamaleu, alle spalle del gigantesco Nsame, il bomber della squadra. Per la Roma il rischiatutto di Fonseca, con nove cambi rispetto alla squadra che è scesa in campo all'inizio contro il Benevento. Confermati solo Pedro e Cristante, in un assetto diverso rispetto al 4231 dell'ultima esibizione. Dentro dietro Fazio, Kumbulla e Juan Jesus (ultima da titolare il 19 settembre 2019), con Pau Lopez tra i pali, in mezzo Villar al fianco di Cristante, Karsdorp nullo a destra, Peres a disagio a sinistra, e davanti Pedro, in versione stranamente scarica, e Carles Perez a supporto di Borja Mayoral, ancora troppo timido.
Una Roma a trazione spagnola (cinque in campo tutti insieme), ma decisamente inedita e rivoluzionaria, rispetto almeno alle gerarchie intuite in queste prime settimane di stagione. E infatti sul campo i giallorossi hanno faticato a trovarsi e quando hanno avuto l'occasione l'hanno sprecata clamorosamente. Come all'11', con un gran lancio di Cristante ad assecondare un bellissimo movimento di taglio di Karsdorp a infilare l'altissima difesa tenuta da Seoane, sprecato però dal pessimo controllo del terzino olandese quando era ormai solo davanti al portiere. O come al 41', con una splendida serpentina di Perez tra due avversari, anche questa vanificata dalla pretesa dello spagnolo di aprirsi con la postura per calciare di sinistro col piattone, pur essendo entrato nella zona destra dell'area, scelta tecnica discutibile che infatti ha permesso a Zesiger di toccargli il pallone scoperto proprio al momento dell'impatto. Sul taccuino anche un sinistro svirgolato da Pedro al 25' dal limite dell'area su corta respinta dei difensori gialloneri su una punizione laterale romanista. Sotto la pioggia, di altre occasioni non ne sono state create, ma la partita è scivolata lungo complicati possessi palla, sul terreno inzuppato, che ha lasciato la sensazione che più della singola iniziativa avrebbe potuto essere determinante un errore in uscita col pallone. Con gli elvetici addirittura più determinati dei dirimpettai nelle pressioni offensive.
Subito in campo Spinazzola a inizio ripresa, con Karsdorp fuori e Peres spostato a destra, è cominciata un'altra partita: un buono schema su calcio di punizione ha portato subito l'ex juventino al tiro all'8', poi un altissimo recupero di Perez con successivo assist d'esterno per Mayoral ha spaventato il portiere elvetico van Ballmoos, nell'occasione salvato da Lustemberger. Per riprendere in mano la partita serviva qualcosa in più, mentre aumentavano pericolosamente i cartellini gialli (a Fazio, Jesus e Villar). Così Fonseca ha cambiato tre giocatori, inserendo altri pezzi forti (Dzeko, Veretout e Mkhitaryan per Mayoral, Villar e Pedro), dando l'input decisivo per la rimonta, concretizzata in quattro minuti, tra il 24' e il 28': bravissimo prima Dzeko a inventare un corridoio esterno su interno per la corsa di Peres, bravo a toccare morbido sull'uscita di von Ballmoos, poi Mkhitaryan a servire un delizioso assist controcorrente sugli sviluppi di un calcio d'angolo per Kumbulla, lasciato colpevolmente solo da Lustenberger. In mezzo però un pericolo la Roma lo aveva corso, lasciando libero di staccare in area Bürgy su calcio d'angolo, con la deviazione finita fuori non lontana dall'incrocio dei pali. È stato Seoane allora a provare a ricambiare l'inserzia della gara, cambiando i suoi cinque uomini più offensivi, i due mediani e i tre attaccanti, trovando anche l'occasione per pareggiare, con un lungo lancio a sorprendere Cristante alle spalle (era stato riabbassato in difesa in seguito all'ingresso di Pellegrini al posto di Juan Jesus), per il controllo e il successivo tiro di Elia: ma bravissimo è stato Pau Lopez a riconquistarsi la fiducia dei tifosi e soprattutto del tecnico con un bel volo plastico per alzare oltre la traversa quell'ultima conclusione.
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