Gialloneri e gialloveri: ecco lo Young Boys
Da tre anni in Svizzera non ce n’è per nessuno. Occhio a una squadra giovane con un bomber implacabile, il capofila di una promettente legione africana
Sarà per i colori, sarà perché lo stadio Wankdorf quando riempie tutti i suoi 32000 posti lascia una sensazione simile a quella del muro del Westfalen Stadion, sarà pure perché quando le schegge di Seoane vanno in campo a cento all'ora sul campo l'effetto (non solo cromatico) è simile a quello che gli altro gialloneri di Dortmund sanno regalare, ma insomma dire che lo Young Boys che domani sera incrocerà le armi con la Roma per gara 1 del girone A di Europa League è il Borussia Dortmund della Svizzera non è solo una suggestione un po' facilona.
Che poi, a dirla tutta, lo Young Boys in realtà è più il Bayern Monaco della Svizzera perché sono ormai tre anni che da queste parti, alle altre squadre, i "giovani ragazzi" lasciano solo le briciole. Quando si dice la programmazione, a Berna sono tornati nella massima serie elvetica (qui la chiamano SuperLeague) nel 2001 e da allora hanno costantemente migliorato la propria condizione fino a garantirsi, nel decennio 2007-2017, sei secondi posti e tre terzi posti, per poi fare il salto definitivo, che poteva essere solo quello della definitiva consacrazione: così sono arrivati tre titoli di campione di Svizzera consecutivi, arricchiti quest'anno anche dalla conquista della coppa Nazionale. Più di così, in pratica, non si può fare. Ecco perché l'impegno della Roma domani sera sarà tutt'altro che agevole. Se in tutta la Svizzera c'è una squadra che può spaventare avversari di lignaggio superiore questa è lo Young Boys di Berna.
Però in questo campionato la squadra di mister Gerardo Seoane, uno svizzero di origini spagnole che prima di assumere l'impegno alla guida dei gialloneri aveva maturato solo una brevissima esperienza al Lucerna come allenatore di prima squadra dopo essere cresciuto guidando diverse squadre del settore giovanile, non è partita al massimo: al momento è seconda con due vittorie e due pareggi (l'ultimo domenica col Servette). Né è così facile individuare con certezza le caratteristiche principali di una squadra che esattamente come la Roma di Fonseca, alterna il 4231 (sistema prediletto, con tutte le sue varianti, dalla più estrema, il 424, a quella più cauta, il 4411, passando immancabilmente per il 442) al 3421: così ad esempio si sono schierati contro il Vaduz, in occasione dell'ultima vittoria in campionato, grazie soprattutto alla duttilità dell'esperto Lustenberger, difensore centrale che sa all'occorrenza salire a metà campo (una sorta di Cristante al contrario). Zesiger e Camara (guineano, compagno di nazionale di Diawara, acquisto top dell'estate: 1,5 milioni di euro...) sono gli altri due centrali su cui Seoane fa affidamento. In porta il titolare è von Balmoos, ma si è visto in campo anche il più esperto Faivre. Sulle fasce giocano di solito i ventiduenni Hefti (svizzero) e Garcia (capoverdiano), uno di quelli che quando partono fai fatica a stargli dietro. A centrocampo la certezza è il 25enne Vincent Sierro, più larghi giocano Ngamaleu (camerunense, esterno di sinistra col vizietto del gol) e, a destra, o lo svizzero Fassnecht o il serbo Sulejmani, ex compagno di squadra di Cristante nel Benfica nel 2014/15. Altri titolari come Abischer e Martins Pereira sono fuori per infortuni. Davanti occhio al talentino 2001 Felix Mambimbi, piccolo e velocissimo, ma la stella della squadra è decisamente è il 27 enne attaccante camerunese Jean-Pierre Nsame, capace l'anno scorso di segnare 32 reti in 32 partite, quest'anno fermo ancora a quota 1 in campionato. In realtà da agosto a oggi, nelle varie coppe, di reti ne ha segnate altre sei, e in tutti i modi possibili: di testa (va in cielo a saltare ed è difficile contrastarlo vista l'impegnativa muscolatura: ne sanno qualcosa i difensori del Lucerna e del Sion di Grosso, che hanno provato vanamente a schermarlo), di sinistro, il suo piede, ma anche di destro. Curiosamente, dei 16 gol segnati da agosto a oggi tra campionato e coppe, lo Young Boys ne ha realizzati appena 3 nei primi tempi e tutti gli altri nel secondo (e uno, proprio con il Lucerna, ai supplementari): segno evidente di una capacità agonistica di restare in partita prima alla fine quando evidentemente agli avversari le forze cominciano a mancare. E forse di questo Fonseca ne dovrà tener conto.
Così come dovrà tenere a mente lo specifico curriculum nelle coppe internazionali dello Young Boys: nei tre precedenti confronti con le squadre italiane, i gialloneri hanno sempre vinto, battendo in Europa League l'Udinese nel 2012/13 e il Napoli nel 2014/15 e in Champions League la Juventus nel 2018/19, anche se in quest'ultimo caso va tenuto conto del fatto che i bianconeri di Allegri furono ospitati al Wankdorf nell'ultima partita dei gironi quando erano comunque già matematicamente qualificati. Col pubblico questo stadio è un fortino difficilmente espugnabile. Domani saranno solo in mille, ma si faranno sentire.
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