AS Roma

Paulo Fonseca: "Non cambio la mia idea di calcio"

Il tecnico portoghese: "Voglio una squadra che sia più offensiva e che tenga più la palla dell’anno scorso"

PUBBLICATO DA La Redazione
16 Ottobre 2020 - 07:30

L'allenatore della Roma Paulo Fonseca ha concesso una lunga intervista al quotidiano portoghese Record. Ecco il resoconto della chiacchierata pubblicata nella giornata di ieri.

La sua seconda stagione in Italia è appena iniziata da poco. Che vi aspettate per il 2020/21?
«Questi sono tempi difficili a causa della pandemia, quindi è difficile proiettare il futuro. Ora iniziamo la mia seconda stagione e dobbiamo renderci conto che c'è stato un profondo cambiamento nel club da quando sono arrivato. C'è stato il cambio di proprietà, ora c'è la questione del direttore sportivo che può finalmente arrivare. È importante che il club sia in grado di stabilizzarsi e di trovare il giusto equilibrio in modo da poter ottenere risultati positivi. L'obiettivo della squadra è quello di fare meglio della scorsa stagione in cui abbiamo iniziato a costruire una squadra molto giovane, ma dobbiamo anche capire la realtà e il contesto in cui siamo inseriti. Tenendo in considerazione che ci sono due squadre che fanno investimenti molto più grandi della Roma. C'è una squadra con un progetto solido da diversi anni che non è cambiata molto, che è l'Atalanta e che sarà più forte quest'anno dopo l'esperienza di Champions. La Lazio è una squadra che non è cambiata negli ultimi anni, ha anche lo stesso allenatore da cinque stagioni e ha processi consolidati. C'è un Milan più forte, che si è rafforzato molto bene, che ha investito bene, così come il Napoli. Vogliamo essere in questa lotta per la Champions League, consci che ci sono due o tre squadre in lotta per il titolo e le altre lotteranno per la qualificazione alla Champions League».

Il 5° posto della scorsa stagione la rende felice considerando che è stata la sua stagione d'esordio in Serie A?
«Non mi considero mai soddisfatto, neanche quando vinco. Sono sicuro che è stata una stagione molto positiva in cui siamo riusciti a ottenere 70 punti e questi 70 punti nella stagione precedente (2018/2019) ci avrebbero dato accesso al terzo posto. Questo non è successo perché ci sono state quattro squadre che hanno fatto una stagione eccellente, molto di più di quelle degli ultimi anni. Dobbiamo ricordare che abbiamo iniziato un progetto con 14 nuovi giocatori. Abbiamo creato un modo di gioco offensivo, siamo la seconda squadra della Serie A (dopo l'Atalanta) che crea più situazioni da gol e occasioni per segnare. Nella maggior parte degli incontri, siamo stati una squadra dominante. Abbiamo avuto il record di gol segnati (77) e abbiamo anche battuto la squadra campione (la Juventus) e credo che abbiamo finito bene la stagione in Serie A. Tanto che la squadra non perde in campionato da 11 partite. Nelle ultime 11 gare abbiamo fatto 3 pareggi e 8 vittorie. È anche importante sottolineare che in questo processo di trasformazione della squadra è stata fondamentale la crescita di molti giocatori e soprattutto dei più giovani. Ibanez, Mancini, Veretout, Pellegrini, Zaniolo, Diawara che Spinazzola sono oggi giocatori molto più maturi e valorizzati».
In un'intervista a Record ad agosto, aveva detto che avrebbe voluto una squadra offensiva in grado di difendere bene. Questo obiettivo è stato raggiunto?
«Sì, credo che siamo riusciti a creare una squadra offensiva. E ci prepariamo ad essere una squadra ancora più offensiva in questa stagione e che ha più la palla. E di subire meno gol, sapendo che il campionato italiano è molto specifico e molto impegnativo dal punto di vista tattico. Tra l'altro, la squadra al momento è pronta a giocare con due sistemi tattici e può farlo per tutta la stagione, ma questo non significa che le principali intenzioni della squadra cambino».

Nella stessa intervista di agosto si era anche riproposto di vincere qualcosa in due o tre anni. Poco più di un anno dopo, si è rafforzata questa convinzione o crede che ci vorrà più tempo per realizzare questa idea?
«Sono sempre una persona ottimista. Ma questo spirito positivo non mi fa scappare dalla realtà. La realtà è che ci sono squadre in Serie A che hanno avuto più stabilità e hanno investito molto di più della Roma. Nonostante questo, non è cambiata la mia convinzione, e proseguo con dedizione e lavoro per poter raggiungere questo obiettivo e dare questa gioia ai tifosi di Roma».

Rispetto ai tempo dello Shakhtar è stato difficile adattarsi al nuovo contesto o lo ha fatto facilmente?
«Credo di essermi adattato facilmente. È estremamente motivante allenarsi qui in Italia. Ma qui a Roma è più difficile vincere, non accade da oltre 12 anni e negli ultimi anni ha vinto quasi sempre solo la Juventus».

Il processo di cambio di proprietà della Roma ha avuto un impatto sulla preparazione della stagione?
«Quando c'è un nuovo proprietario sappiano che le aspettative sono molto alte e che la gente si aspetta grandi investimenti nella squadra di calcio. Penso che il nuovo presidente sia entrato nel club in modo molto equilibrato e realistico, comprendendo la realtà del club. Penso che per noi sia stata estremamente importante la loro vicinanza, soprattutto alla squadra, la loro preoccupazione per risolverne i problemi, risolvere tutto ciò che è legato al funzionamento del team; tutto questo è stato molto importante per noi. Sono rimasto molto colpito in senso positivo».

Qual è la sua valutazione del mercato estivo di Roma?
«Noi allenatori non siamo mai soddisfatti dal mercato. Ci sono una o due posizioni in cui avremmo potuto migliorare. È stato il mercato più difficile degli ultimi anni a causa della pandemia. Ci sono ovviamente grandi preoccupazioni finanziarie da parte dei club e la verità è che ci sono stati molti prestiti e scambi e questo significa qualcosa. Ora, per me, era importante avere Smalling, era importante avere Pedro e Mkhitaryan e sono stati importanti gli arrivi di Kumbulla e Borja Mayoral. Penso che sarebbe stato importante l'arrivo di un giocatore per sostituire Kluivert, ma non è stato possibile. Ora non dimentichiamo che la Roma è stata senza un ds per diversi mesi, il che ha influenzato anche i nostri movimenti sul mercato».

Il nuovo proprietario ha già rivelato pubblicamente che vuole fare della Roma uno dei migliori club del mondo. Cosa pensa che sia necessario per raggiungere questo status?
«Le migliori squadre del mondo non si costruiscono in due giorni, bisogna dare a questo presidente il tempo di lavorare. Penso che sia importante avere un direttore sportivo che possa aiutare molto a costruire una squadra vincente».

Come ha affrontato la notizia che i nuovi proprietari non contavano su di lei e che pensavano ad altri al suo posto? Ha mai pensato che il suo posto sarebbe stato in pericolo?
«Cerco di vivere ogni giorno in modo equilibrato concentrandomi sul lavoro. Se mi lasciassi condizionare da ciò che viene speculato, di sicuro non avrei successo. La verità è che nelle mie conversazioni con i nuovi proprietari ho sempre sentito totale fiducia nel mio lavoro».

I tifosi della Roma sono noti per il loro modo intenso di vivere il club. Come si è sentito da quando è entrata nel club?
«Mi sento sempre molto sostenuto e amato dai tifosi. Possiamo dire che, in termini di passione e di amore per il club da parte dei suoi tifosi, la Roma vincerebbe sempre lo scudetto. Questo club e questi tifosi credetemi, sono speciali. Si meriterebbero davvero di vincere un titolo».

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