Das Model: Jonas Boldt, il manager cresciuto nel Leverkusen
Colloquio per i Friedkin con l'attuale ds dell'Amburgo, sarebbe stato consigliato da Rangnick. Una vita nel Bayer, tra linea verde, talenti e progettualità
Das Model. Il calcio tedesco di recente è tornato a far parlare di sé per cose come il triplete del Bayern, l'imbarazzante facilità del Dortmund di costruire una squadra forte ma giovanissima e per l'interessante Lipsia di Nagelsmann, una delle realtà più avanzate al mondo. Proprio il progetto sostenibile che mette strettamente in parallelo gli obiettivi sportivi e finanziari del gruppo RedBull ha inevitabilmente attratto i Friedkin, che negli ultimi tempi, per completare il quadro societario, hanno parlato con Rangnick, una delle menti più importanti dietro a quella idea di calcio sostenibile nei conti e innovativa sul campo. L'ex diesse del gruppo RedBull, un riferimento calcistico in Germania, potrebbe sedersi a Trigoria sulla poltrona del direttore generale, ma avrebbe consigliato la figura di Jonas Boldt per il ruolo di direttore sportivo: i nuovi proprietari della Roma hanno avuto un lungo colloquio con l'attuale Responsabile area tecnica dell'Amburgo, che ha un contratto in scadenza nel 2021.
Una vita nel Leverkusen
Jonas Boldt è nato a Norimberga nel 1982, ha compiuto trentotto anni a gennaio e ha iniziato a lavorare nel Bayer Leverkusen quando ne aveva venticinque: all'inizio osservatore, poi gestore amministrativo e direttore dell'area scouting dal 2009 al 2014. Successivamente team planner e collaboratore di Rudi Voeller (ora attuale direttore esecutivo, con cui dopo un rapporto eccezionale è nata qualche differenza di vedute), dal 2018 direttore sportivo fino a maggio 2019, quando l'Amburgo lo ha contrattualizzato per risollevarsi in quelli che probabilmente sono stati gli anni più bui della sua storia (senza un gran successo, almeno nel breve termine).
Nel quadro di un calcio tedesco che nell'ultimo decennio ha dimostrato solidità economica generale, forte innovazione a livello di organizzazione e marketing, attraverso un campionato non sempre combattutissimo (anche negli ultimissimi anni di leggera transizione ha vinto il titolo) ma di certo avanzato dal punto di vista tecnico e tattico nonostante la più che diffusa pianificazione a lungo termine con un mercato ricercato e a costi piuttosto contenuti, è impossibile non considerare il Leverkusen come uno dei progetti più importanti a livello europeo.
Il club è sicuramente conosciuto per aver coltivato una lista di qualità di talenti (Calhanoglu, Bailey, Brandt, Son, Vidal e Lozano tra i tanti) attraverso una nettissima predilezione per la linea verde (la rosa non ha mai superato i 23 anni di età media, tranne nel 2017-18 quando era pari a 24,3). Con questi fattori che comunque rappresentano un elemento molto ambizioso, a partire dal 2009 la squadra si è sempre piazzata tra le prime cinque posizioni in Bundesliga, partecipando costantemente alle coppe europee, con l'eccezione del deludente dodicesimo posto (comunque a 4 punti dal settimo posto che avrebbe significato la qualificazione in Europa League) nel 2016-17.
Im Interview mit #SPOX spricht Jonas Boldt über Probleme in #Leverkusen, die Football-Leaks-Vorwürfe, den Preis eines Ex-Leverkusen-Spielers und über die Grunde, warum er sich für den #HSV entschied. https://t.co/KBcWVgwHMm
— SPOX Redaktion (@spox) July 15, 2019
Un dubbio c'è, però, nella carriera di successo di Jonas Boldt. È stato coinvolto in Football Leaks, l'inchiesta che ha creato macchie enormi nel mondo del calcio, nata dalle rivelazioni del giovane appassionato di informatica Rui Pinto. Nel 2015, come racconta lo Spiegel, il Bayer Leverkusen, avrebbe, attraverso un giro di offerte caratterizzate da cifre piuttosto importanti, facilitato un rinnovo contrattuale a cifre maggiori di quelle pattuite per Lukas Fabiansk con lo Swansea, squadra in cui il portiere polacco militava all'epoca. Questo fatto, che sarebbe stato testimoniato dall'intercettazione di alcune mail, è stato comunque smentito dalla dirigenza delle Aspirine con la voce di Rudi Voeller: "Dopo la partenza di Leno abbiamo valutato diversi portieri per sostituirlo, non abbiamo mai avuto una partecipazione finanziaria nei trasferimenti o nei rinnovi dei contratti dei membri di un'altra squadra o di giocatori esterni".
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