Lettera aperta al futuro DS della Roma
Vorrei un Ds che pensasse prima alla Roma e poi a se stesso. E che pensasse a se stesso in funzione della Roma
Vorrei che il nuovo Ds della Roma fosse un uomo libero. Libero di scegliere. E libero pure di non scegliere. Libero da clan e da lobby. Libero di poter decidere. E anche libero di decidere di non decidere.Vorrei che fosse un uomo capace di parlare agli uomini. E capace di saper ascoltare gli uomini. Vorrei che avesse sempre una cosa da dire.
E sempre pure una di cui dubitare. Vorrei che trattasse sempre gli uomini da uomini. Vorrei che pensasse prima alla Roma e poi a se stesso. Vorrei che pensasse a se stesso in funzione della Roma. Mi piacerebbe che fosse riservato ma non omertoso. Vorrei che fosse gentile con tutti ma amico di nessuno. Vorrei che unisse la Roma a Roma. Vorrei che non separasse mai Roma dalla Roma. Mi piacerebbe avere un Ds incazzoso ma mai incazzato. Uno autorevole, mai autoritario. Vorrei che fosse in grado di fare la guerra a tutti. E che fosse pronto a far pace con tutti. Vorrei che fosse un uomo potente, non un uomo del potere. Vorrei che sapesse tutto del calcio e dei calciatori. Mi piacerebbe che non sapesse soltanto di calciatori e di calcio.
Vorrei un Ds pronto a scendere in campo, a sedersi in panchina o ad accomodarsi in tribuna. Vorrei non ricordare il suo nome. Mi piacerebbe che fosse parte vitale della Roma e non la vita della Roma. Vorrei che non ammaliasse i tifosi con facili proclami. Vorrei che rispettasse i tifosi senza essere ruffiano, falso, finto. Mi piacerebbe vederlo sereno dopo una sconfitta. Vorrei vederlo avvelenato dopo una mancata vittoria. Vorrei che esistesse un dirigente così. Ma esiste?
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