I colpi di Monchi, Dani Alves e gli altri: una carriera di vittorie e plusvalenze
Ha cambiato la storia del Siviglia grazie anche a grandi operazioni di mercato. Ha portato al club andaluso 9 trofei. Vuole ripetersi nella Capitale, da Ünder in poi
Antonio Notario. Si chiama così il primo acquisto perfezionato da Monchi nella sua lunga carriera da direttore sportivo. Era il primo luglio del 2000 e tra poco più di un mese, dunque, Ramón Rodríguez Verdejo diventerà un Ds maggiorenne. Un viaggio iniziato diciotto anni fa, quasi per caso, come gesto d'amore e riconoscenza al suo Siviglia, appena retrocesso e in piena crisi. Portiere come lui, Notario è stato il primo di una lunga lista che può vantare al suo interno nomi illustri e di fama mondiale.
L'asse con il Brasile
A partire da Dani Alves, acquistato per poco più di un milione di euro dal Bahia nel luglio del 2002 e rivenduto al Barcellona per quasi 40 milioni di euro (bonus compresi) sei anni dopo. L'esterno brasiliano è stato il primo grande rinforzo dell'era Monchi.
L'anno successivo il dirigente spagnolo concesse il bis, ingaggiando Julio Baptista per 3,5 milioni di euro dal San Paolo. Un affare "bestiale" che portò nelle casse andaluse 20 milioni di euro dopo due stagioni ad altissimo livello (43 gol in 77 presenze). In questi anni la connessione con il Sud America e in particolar modo con il Brasile si fa sempre più solida e proficua per il Siviglia.
Il 21 gennaio del 2005, Monchi porta in Spagna Adriano. Scovato nel Coritiba e pagato circa 2 milioni di euro, l'esterno è stato uno dei protagonisti del grande ciclo di vittorie europee del club, guadagnandosi l'approdo al Barcellona dopo quattro anni e mezzo.
La campagna trasferimenti 2005-06 è stata senza dubbio una delle migliori mai realizzate dal nostro dirigente. Luis Fabiano, Kanouté, Dragutinovic, Palop (a costo zero) e Saviola (in prestito dal Barcellona) alzarono al cielo la Coppa Uefa, il primo trofeo internazionale dell'era Monchi. Un mercato sontuoso ma economico (in totale furono spesi 22 milioni), finanziato dalle prime due grandi cessioni in carriera: quella già citata di Baptista e quella ben più dolorosa di Sergio Ramos, passato al Real per 27 milioni di euro.
L'anno seguente è quello del nostro Fazio. Pescato nel Ferro Carril Oeste per 800.000 euro, il Comandante ha fatto registrare l'ennesima plusvalenza, passando nel 2014 al Tottenham per 10 milioni di euro.
Da Keita a Rakitic
Capolavoro che non è riuscito, invece, con Perotti. Arrivato per 200.000 euro, El Monito è stato praticamente regalato al Genoa nel 2014. Durante il suo regno andaluso, Monchi ha dimostrato di avere un grande fiuto nella scelta dei centrocampisti: Seydou Keita, Rakitic, Medel, Kondogbia, Krychowiak sono stati presi a meno di 5 milioni di euro e quasi tutti hanno portato nelle casse del club come minimo il triplo dei soldi spesi.
L'ultimo grande regalo fatto al suo ex club si chiama Clement Lenglet. Preso a gennaio 2017 per 5 milioni, il difensore francese potrebbe andare al Barcellona per 35 milioni. Caratterizzati da tante plusvalenze (ricordiamo anche Carlos Bacca) e ben nove titoli vinti (due Coppe Uefa, tre Europa League, due Coppe del Re e due Supercoppe europee), i diciassette anni andalusi hanno portato in dote anche alcuni rimpianti e delusioni.
Il più grande di tutti è sicuramente van Persie, scippato nel 2004 dall'Arsenal quando mancavano solo le firme sul contratto. Beffa olandese anche a centrocampo, quando nel 2006 de Jong scelse l'Amburgo proprio quando sembrava ormai indirizzato verso Siviglia.
Cengiz Ünder
Venendo ai giorni nostri, la prossima sessione di mercato sarà un banco di prova importante per Monchi. Libero da corollari gravosi di trattative pregresse, lo spagnolo tenterà di apporre alla campagna estiva il proprio marchio di fabbrica, già fatto intravedere con l'acquisto di Cengiz Ünder. Il valore di mercato del turco è quasi triplicato dopo cinque mesi da protagonista assoluto con la maglia romanista.
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