Nuova maglia, parola al collezionista: «Il nuovo dentro la tradizione: non è mai facile»
L'intervista a Francesco De Santis: «Bel lavoro di Nike: finora ci ha trattato bene»
«La Nike ci sta trattando bene, devo dire». Francesco De Santis è uno dei principali collezionisti di maglie della Roma. Anche se il suo "core business", come lo chiama lui, sono le maglie fino al 1980-81, è una voce interessante da ascoltare quando si parla della divisa giallorossa.
Condivide la collezione "Questamagliastorica" con Massimiliano Ceci, che copre il periodo più moderno, e spesso hanno prestato pezzi alle mostre sulla Roma, «anche se il mio sogno è che la mia collezione sia esposta al futuro museo della Roma». Francesco è rimasto ben impressionato dalle prime immagini della nuova maglia diffuse dalla Roma: «È davvero una bella maglia, e lo dice uno a cui quelle moderne non interessano. L'idea di riprodurre la cotta di maglia dei legionari è un modo intelligente per renderla originale. Per come la vedo io, la prima maglia dovrebbe sempre essere "noiosa", ovvero rispettare sempre certi elementi della tradizione, e trovare modi rispettosi per rinnovarla è la vera sfida. Spezzo una lancia anche a favore del font dei nomi e dei numeri, mi sembra molto armonico e di gran lunga superiore a quello che si era visto in certe anticipazioni poi rivelatesi false».
«Cosa non mi piace? Qualcosa c'è. Ad esempio io amo i bordini gialli sulle maniche, credo che a tutti i tifosi romanisti piacciono, perché siamo sempre stati abituati a vederli. Vedo però che la Nike li ha abbandonati un po' su tutte le maglie, probabilmente lo fanno perché, poiché non fanno più maglie a maniche lunghe, quando si mettono la maglia termica rossa sotto si creerebbe un brutto effetto. Non mi fa impazzire nemmeno il template Nike con i "graffi" sulle spalle, ma chi ha visto la maglia dal vivo dice che in generale ha un bellissimo effetto che ricorda le Umbro Anni 70 traforate per via della trama ad anellini».
La Roma condividerà il template ideato dalla Nike con altre squadre come Chelsea, City e Barcellona: «Dover condividere un modello con altri club non mi piace, ovviamente, ma è il prezzo da pagare se vuoi un grande marchio che commercializzi il tuo brand ovunque nel mondo. Marchi più piccoli come Le Coq Sportif e la stessa Umbro permettono una maggiore personalizzazione ai club, ma poi distribuiscono in maniera meno capillare».
Una domanda, poi, è d'obbligo, ed è quella sullo sponsor: «In questi anni abbiamo goduto di maglie non "macchiate" da sponsor, ma sapevamo che prima o poi sarebbe tornato. Probabilmente in giallo sarebbe stato più bello, ma credo che la Qatar Airways imponga il colore bianco sul fondo rosso, ricordo che riuscì a farlo anche col Barcellona. Ma in fondo, è anche bello pensare che la Roma sia una cosa e lo sponsor un'altra: quindi i numeri di maglia sono gialli, lo sponsor bianco. Chi è della mia età ricorderà le maglie della NR: i numeri erano gialli e la scritta Barilla era bianca».
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