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Cessione Roma, Pallotta tra Texas e Kuwait: il punto sulle trattative

Con gli arabi discorsi avviati a maggio, ma Al Baker si scopre solo a luglio: «Entro dieci giorni speriamo di festeggiare». Ma anche Friedkin si sta muovendo

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
04 Agosto 2020 - 07:55

Sono giorni caldi per il passaggio di proprietà della Roma. Il club fa gola a tanti, a giudicare dalle dodici manifestazioni di interesse registrate grazie alla data room del club giallorosso messa a disposizione da Goldman Sachs per i potenziali investitori. Tutta la vogliono e a differenza della sora Camilla che nessuno se la piglia, qualcuno se la prenderà con tutta probabilità entro l'autunno. Ma i giochi si fanno adesso, o quasi.

È di due giorni fa il tweet che è a qualcuno è sembrato "pittoresco" di Fahad Al Baker, proprietario della Winners Kuwait, nel quale annunciava che solo «ora» poteva confermare la formalizzazione di un'offerta (tramite il mediatore Alharith Alateeqi) a Pallotta per l'acquisizione della Roma.

Al Baker a metà luglio era stato "messo in mezzo" sui social dopo una dichiarazione in una tv kuwaitiana in cui annunciava un interesse per un club italiano di Serie A. Proprio all'indomani dell'indiscrezione del Romanista, secondo la quale un soggetto con base in Kuwait (con le giuste sponde in Italia, leggasi un noto politico italiano molto fiero di poter aprire una strada da esplorare per la sua squadra del cuore) era interessato alla Roma. Due più due uguale quattro.

L'avvio dei discorsi a maggio

Un'idea nata a maggio e portata avanti senza clamori mediatici fino appunto alla piena estate, quando lo stesso Al Baker aveva precisato su Twitter che la notizia che la sua offerta per un club italiano fosse stata accettata non era vera. Ma che c'era, sottinteso. E così è stato e negli ultimi giorni sono emersi altri dettagli.

Innanzi tutto le rivelazioni dello stesso mediatore Alateeqi, intercettato da Il Tempo: «Io sono soltanto il mediatore per Al Baker. È una mia iniziativa privata da mediatore, ho una compagnia in Kuwait, non c'è alcun legame tra questo investimento e la Kuwait Petroleum International e non c'entra niente il fondo sovrano del Kuwait con questa operazione. Quello di Al Baker è un investimento di privati».

Alateeqi vive a Roma dal 2019, dove lavora per la Kuwait Petroleum International, compagnia che opera in Italia con il marchio Q8. Poi i chiarimenti di Al Baker ancora una volta in tv: «Nell'intervista di qualche settimana fa avevo dichiarato che stavamo presentando un'offerta per un club italiano, ma come sapete questi temi non possono essere divulgati ai media fino alla fine della valutazione. Finalmente due giorni fa abbiamo presentato un'offerta ufficiale all'AS Roma e speriamo che venga accettata. Prima di parlare di cifre vorremmo concludere l'affare, poi tutto verrà svelato, visto che la Roma è una società quotata in borsa. Ci sono delle regole sui mercati in Italia. La Serie A è un grande campionato e negli ultimi anni c'è stata una crescita del movimento. In futuro ci sarà un futuro ancora più luminoso, ci sarà grande competizione tra i club e incertezza su chi vincerà il titolo. Ora stanno arrivando nuovi investitori in Italia, si costruiranno nuovi stadi, gli introiti televisivi stanno crescendo, quindi finanziariamente il mercato del calcio italiano è molto promettente».

L'uomo d'affari kuwaitiano ha anche dato dettagli sulle tempistiche e parlato indirettamente di Friedkin: «Siamo concentrati per chiudere l'affare entro i prossimi dieci giorni, se vinceremo la sfida per l'acquisto festeggeremo, se non ce la faremo ci congratuleremo con il nostro concorrente. C'è un altro soggetto interessato che ha iniziato a negoziare prima di noi e questo è ciò che sta creando tutti questi conflitti mediatici».

Il "vantaggio" di Friedkin

E proprio un certo scetticismo di una parte della stampa italiana (che Pallotta stesso in un primo momento non avrebbe contribuito a sconfiggere) avrebbe nelle ultime ore indispettito i kuwaitiani, che invece fanno sul serio pur non ostentando la loro solidità.

Nonostante siano arrivati dopo l'altro interlocutore uscito allo scoperto per la scalata alla squadra della Capitale, quel Dan Friedkin che secondo la logica (e il tempo) resta il favorito nella corsa club, perché Pallotta (e i suoi soci soprattutto) ha una certa fretta di chiudere entro pochi mesi tutto l'iter di vendita e sa che da Houston è arrivata per ora un'offerta concreta e garantita. Non la più alta, suggeriscono i ben informati, ma la più tangibile.

Per ora lo step è attendere anche la fine della stagione, attraverso la quale ballano circa 50 milioni che fanno una certa differenza nell'operazione, quelli cioè relativi ad un eventuale accesso alla prossima Champions League, oltre che il prestigio e i bonus economici della conquista dell'ultimo trofeo in cui è in corsa la squadra di Fonseca.

Pallotta non sembra muoversi dal ritenere l'ultima offerta del magnate californiano che opera in Texas, numero 590 della classifica dei miliardari di tutto il mondo diForbes, ancora troppo bassa. Ma Friedkin ha fatto capire che può fare un altro passo, anche piuttosto imminente, e che non aspetterà in eterno la risposta. Con un piccolo sforzo Dan potrebbe dunque "regalare" a Ryan, il figlio deputato a occuparsi della società, la Magica. Il piano industriale è già pronto e il tempo gioca a favore della famiglia.

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