FOTO - Per questa maglia storica: (quasi) 91 anni avvolti in giallorosso
L'evoluzione delle divise della Roma: la prima gara ufficiale in campionato in bianco, le Lacoste, le "ghiacciolo", il lupetto di Gratton e i 13 anni con la Barilla
Giallorossa, ma anche bianca, a volte verde, altre blu, altre ancora nera; con il colletto in stile polo e senza, con i laccetti o a V, con lo stemma classico o con il lupetto di Gratton, con lo sponsor e senza. Novantuno anni di maglie della Roma, che domenica sera affronterà la Juventus con la divisa della prossima stagione, quella che recherà in pianta stabile sul petto il nuovo sponsor Qatar Airways, già visto nelle ultime quattro uscite di De Rossi e compagni.
Gli albori
Non c'era, ovviamente, il 17 luglio 1927, quando la neonata squadra della Capitale giocò la prima amichevole della sua storia contro gli ungheresi dell'UTE. Per l'occasione, Attilio Ferraris IV e gli altri scesero in campo indossando delle vecchie maglie giallorosse del Roman, di diversi modelli, con calzoncini e calzettoni variegati. Ma l'esordio ufficiale nel massimo torneo nazionale, il 25 settembre 1927, la Roma scende in campo con una divisa totalmente bianca in cotone con colletto chiuso dai laccetti, pantaloncini bianchi e calzettoni rossi con la fascia gialla.
A partire dagli Anni 30, sulle maglie totalmente bianche o nere, viene introdotto un "tocco" di giallorosso con il logo societario rotondo con all'interno le iniziali "ASR". Nella stagione del primo Scudetto della nostra storia, Masetti, Amadei e compagni per le gare in trasferta indossano una maglia bianca con fascia giallorossa sul petto, che verrà riproposta anche in alcune maglie degli anni a seguire. Sul logo della Lupa Capitolina compare il fascio littorio del regime fascista, che nell'anno seguente affiancherà lo stemma sabaudo.
Come racconta Giacomo Losi nel libro La maglia che ci unisce negli Anni 50 e nei primi 60 «a Via Volturno venivano acquistate regolarmente le maglie Lacoste su cui veniva applicato lo stemma della Roma. Le maglie erano quelle rosse e quelle bianche, anche se queste ultime cercavamo di usarle poco perché si sporcavano con grande facilità». Sì, perché all'epoca, alla fine di ogni partita, le divise venivano riconsegnate al magazziniere, che si occupava di farle lavare in vista della gara seguente. Per la finale di Coppa delle Fiere del 1961 contro il Birmingham, la maglia rossa con colletto e doppio bottoncino bianco viene arricchita dal logo "A.S. Roma", cucito sul petto: la divisa entra nella storia proprio l'11 ottobre 1961, quando la squadra allenata da Carniglia batte 2-0 il Birmingham City e si aggiudica il trofeo internazionale.
Il lupetto di Gratton
Nel 1978 il grafico Piero Gratton reinventa lo stemma della Roma, dando vita al celebre lupetto nero incorniciato da due cerchi concentrici giallorossi che sarà il marchio di fabbrica negli anni a seguire, a volte sul petto, a volte sulla manica destra. Sono le stagioni della cosiddetta "maglia ghiacciolo" ('78/'79) e del primo sponsor Barilla ('81/'82), quando Di Bartolomei, Falcão e Conti guidano la Roma alla conquista di uno Scudetto atteso 41 anni e in finale di Coppa dei Campioni. In cui la squadra di Liedholm si veste di bianco, con colletto rosso (lo sponsor tecnico è passato da Patrick a Kappa): non potendo comparire scudetto e logo societario insieme, Dino Viola opta per il lupetto al posto del tricolore. I numeri sono rossi e tridimensionali, i pantaloncini bianchi come i calzettoni, che hanno una fascia rossa.
Sul finire degli Anni 80, la NR reintroduce il giallorosso sia nel colletto, sia nelle bordature delle maniche, mentre i numeri tornano ad essere cuciti e di carattere marcatamente vintage. Il passaggio all'Adidas vede la comparsa delle celebri tre strisce del marchio sportivo tedesco sulle maniche, mentre con l'arrivo di Franco Sensi cambiano sia il main sponsor, sia quello tecnico. Nel 1994/95, la maglia Asics mantiene il lupetto di Gratton e reintroduce il colletto con i laccetti, mentre sul petto compare la compagnia di assicurazioni Nuova Tirrena in virtù di un accordo trovato poco prima dell'inizio del campionato dopo che il rapporto con la Barilla viene interrotto il 30 giugno 1994.
Dura un anno soltanto, perché dal 1995 inizia la partnership con l'INA Assitalia, che caratterizzerà anche la divisa del terzo Scudetto. Per l'occasione torna la Kappa, che introduce l'innovativa maglietta denominata "Kombat 2000", particolarmente elastica e vero incubo dei difensori avversari, dato che evidenziava le trattenute.
Per il ritorno in Champions, Totti e compagni vestono una speciale maglia con giallo e rosso divisi equamente a metà, come sui costumi indossati dalle contrade del Palio di Siena. Nel 2006/2007 la divisa, senza main sponsor, è prodotta dalla Diadora, che realizza una maglia "minimal" con una sorta di finto colletto realizzato tramite delle decorazioni laterali, mentre i numeri hanno un font che richiama le epigrafi dell'Antica Roma.
Si passa alla Nike
Si torna alla Kappa fino alla stagione 2013/14, quando la maglia autoprodotta presenta lo sponsor Roma Cares: il colletto stile polo è a righe gialle e rosse, mentre sul lato sinistro del petto compare il nuovo stemma, introdotto dalla proprietà americana, in cui scompare la scritta "A.S.". Nel 2014 viene siglato un accordo decennale con la Nike, quindi, poche settimane fa, l'annuncio del nuovo sponsor.
Da Ferraris IV a De Rossi, dal fornitore Chiappini Sport al baffo più celebre del mondo, dallo scollo a V al girocollo, cambia la forma, non la sostanza. Anche perché «il giocatore non va divinizzato... Quella che tiene il sudore è la maglia».
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