Roma, la cooperativa del gol: ora i marcatori sono diciotto
Contro il Torino è arrivata la prima rete di Diawara: quarantasei reti arrivano dagli attaccanti, boom dalla difesa, mancano quelle dei centrocampisti
«Diciotto, diciotto, diciotto». «Scusi signore, ma perché continua a dire diciotto?». «Eccone un altro che non si fa i cavoli (eufemismo ndr) suoi. Diciannove, diciannove, diciannove». La battuta è di Gigi Proietti in un film intitolato "Le barzellette", in risposta a un ragazzotto che sull'autobus domandando voleva capire (quel ragazzotto era Riccardo Angelini, in arte Galopeira). Ecco, quando abbiamo visto Diawara sul dischetto del rigore per tirare un penalty che neppure la fantasia a senso unico di Adani ha provato a mettere in dubbio, c'è venuta in mente quella battuta. Perché Amadou, in caso di trasformazione, sarebbe stato il diciottesimo giocatore della rosa fonsechiana a iscriversi nel tabellino dei marcatori stagionali. Diawara, andato sul dischetto perché Kolarov ha deciso di non batterli più, Veretout e Perotti erano ancora in panchina, ha trasformato e allora, «diciotto, diciotto, diciotto».
Che sono tanti, un'autentica cooperativa del gol in una Roma che a Torino ha centrato la sesta vittoria nelle ultime sette partite. Obbligatoria, dopo la vittoria del Milan sul campo della Sampdoria, per garantirsi il quinto posto. A prescindere da quello che ci dirà l'ultima giornata che vedrà ancora i giallorossi a Torino contro i campioni d'Italia della Juventus, una Torino dove la comitiva romanista rimarrà fino alla sfida contro i bianconeri, partita che già adesso si può dire che vedrà in campo formazioni, da entrambe le parti, molto diverse da quelle titolari. Ma torniamo ai gol della Roma: settantaquattro totali in campionato (ci sono da sommare anche quattro autogol), una media in pratica di un paio a partita che non è poi così male, se non fosse che troppe sono state le reti al passivo (quaranta), cosa che in più di un'occasione è stata fatale per il risultato finale. In ogni caso un numero così alto di marcatori, sta lì a indicare come Fonseca, tra alti e bassi, sia riuscito a mettere insieme una squadra in cui nessuno è estraneo alla manovra offensiva. È un segnale importante per il futuro prossimo e più lontano per una Roma che tra meno di dieci giorni si andrà a giocare sogni di Europa (Champions) League col Siviglia.
È interessante, anche per avere indicazioni su dove si dovrà migliorare anche pensando ai giocatori che sono adesso in rosa, sottolineare come sia stata la distribuzione dei marcatori. Dunque: gli attaccanti ne hanno segnati 46, oltre il sessanta per cento (Dzeko 16 senza rigori, Mikitharyan 9, Zaniolo 6, Kluivert e Kalinic 4, Perotti e Under 3, Carles Perez 1); i centrocampisti appena 9 (Veretout 6 con 5 rigori, Cristante, Pellegrini e Diawara 1); i difensori ne hanno messi a segno 15 (Kolarov 7, Smalling 3, Bruno Peres 2, Mancini, Fazio e Spinazzola 1). Non bisogna essere laureati in matematica per capire come sia mancato più di qualche gol da parte dei centrocampisti. Sono davvero pochi i 9 messi a segno considerando pure che più della metà (5) sono arrivati su calci di rigore trasformati da Veretout. Fonseca, soprattutto per la prossima stagione, dovrà lavorare su questo aspetto, se non altro per rendere più imprevedibile la sua Roma. Sperando, soprattutto, che Pellegrini possa essere lasciato in pace dagli infortuni e che si tranquillizzi, garantendo qualche rete in più rispetto alla sola messa a segno in questo campionato. Obiettivo: più gol dai centrocampisti, dunque. Se fosse già così anche nell'Europa League che ci andremo a giocare, allora…
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