Dopo il lock-down Fonseca gestisce i suoi: le scelte e i minutaggi da giugno
Sale l’utilizzo di Kalinic, per far tirare il fiato anche a un totem come Dzeko. Dalla ripresa Mkhitaryan ha fatto gli stessi gol del bosniaco, Peres ormai è titolare
Il tour de force post-Covid impone scelte rischiose, rotazione rigorosa dei giocatori e partite senza i titolari inamovibili: Edin Dzeko, considerato l'unico vero intoccabile della rosa giallorossa, ha saltato un terzo dei minuti giocati dalla ripresa del campionato (551' giocati, pari al 68%). Certo, la cosa è stata resa più semplice dal calendario: la Roma ha affrontato le ultime due in classifica, e in entrambi i casi nell'undici titolare c'era Kalinic, arrivato al 33% dei minuti (la sua percentuale, calcolata sull'intero campionato, resta ben più bassa, 472' su 3.150' ovvero il 15%). Il centravanti croato, arrivato al primo marzo (doppietta in Cagliari-Roma 3-4) senza gol in maglia giallorossa ha fatto il suo, segnando sia al Brescia (gara in cui Dzeko gli ha dato il cambio a 13' dalla fine) che alla Spal (il bosniaco in panchina per tutta la gara).
A Ferrara ha riposato anche Mkhitaryan, l'uomo più in forma del post-Covid: si trova a meraviglia nel nuovo schieramento varato da Fonseca a partire da Napoli-Roma, con tre centrali difensivi, due terzini messi a fare gli esterni di centrocampo, e due fantasisti che giocano stretti, alle spalle di Dzeko. Sono 9 i gol segnati dall'ex Arsenal - che il 30 giugno ha trovato l'accordo, i cui termini non sono stati ancora resi noti ufficialmente, per fermarsi a Roma anche nella prossima stagione - in 20 partite, di cui però solamente 5 intere, una sola (il 5 luglio a Napoli) dopo il lockdown. Nelle gare di giugno e luglio il numero 77 è il miglior marcatore della squadra, insieme a Dzeko: 3 gol a testa. A "due" ci sono Kalinic (che però ha il vantaggio di aver giocato titolare con le ultime due in classifica), Bruno Peres, Veretout (con un rigore, col Verona) e Zaniolo.
Ancora a secco, dopo il Covid, gli attaccanti sul mercato, che però hanno giocato poco o nulla: 2 presenze e 63' per Ünder, il cui infortunio dell'ultimo minuto ha portato alla convocazione (e di conseguenza al gol più bello dell'anno) di Zaniolo con la Spal, 3 e 136' per Kluivert, 2 e 69' per Pastore, che non vede il campo dallo spezzone con il Milan del 28 giugno, 5 e 81' per Perotti, che pure non è stato frenato dal cambio di modulo, visto che per caratteristiche non avrebbe alcun problema a lasciare la fascia per giocare più centrale. A spingere verso la panchina l'ex del Genoa (che per la prossima stagione potrebbe accordarsi con l'Al-Shabab, con grande soddisfazione della Roma che risparmierebbe un ingaggio lordo da 5 milioni abbondanti) l'ottima forma di Mkhitaryan, un gol ogni 151': ha la seconda miglior media della rosa, peggio di Kalinic (uno ogni 118', ma 4 reti sono poche per fare statistica) ma meglio di Dzeko (uno ogni 178'). Interessante il dato dell'utilizzo di Bruno Peres: tornato a Roma per mancanza di offerte, ha giocato il 65% dei minuti post-Covid. E con la doppietta alla Spal ha posto una seria ipoteca sul posto da titolare per le gare che mancano.
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