AS Roma

La società: cessione col silenziatore, gruppi Usa e l'importanza del nuovo stadio

Dopo il gran rifiuto di Pallotta all'offerta di Friedkin, il texano c’è ancora e ha sentito Vitek. Serie di voci e smentite su altri pretendenti

PUBBLICATO DA Gabriele Fasan
08 Luglio 2020 - 09:30

I movimenti intorno alla Roma non si sono fermati, ma da qualche tempo è stato innescato il silenziatore. La certezza è che la Roma resta in vendita e che Pallotta sta tenendo botta con l'ottica di vendere al meglio la società (o perdere meno soldi possibili). Ormai è storia vecchia il rifiuto dell'offerta - che qualcuno nel mondo della finanza in tempi di pandemia e con il rischio di ulteriori conseguenze economiche negative, potrebbe definire con un gioco di parole un moral hazard - dei 575 milioni (490 per debito e Pallotta e soci e 85 di ricapitalizzazione) di Friedkin. Che, nonostante la porta sbattuta in faccia e i risultati della squadra (la prossima Champions fa ballare almeno 50 milioni) non aiutino, non si è scomposto e si è seduto in riva al fiume, per attendere gli eventi che le leggi del mercato produrranno: la volontà è ancora quella di acquistare la Roma (con il figlio Ryan in prima linea), ulteriore prova ne è il fatto che anche dopo il gran rifiuto ci sono stati contatti tra il mondo Friedkin e il mondo Vitek (sempre più vicino a prendere i terreni di Tor di Valle). Leggasi: stadio della Roma, componente importantissima anche per il gruppo texano, ovviamente.

Gli altri pretendenti

La storia più recente racconta invece di un tourbillon di voci e smentite worldwide. Sì, perché la Roma, per citare il compianto Maestro Ennio Morricone, è un club «con un carattere internazionale ma che sentimentalmente è racchiusa nei propri rioni» e proprio il carattere globale del brand Roma ha fatto il giro del mondo grazie all'invio della brochure nella quale Goldman Sachs invita gli investitori a valutare l'opportunità del business giallorosso. Si attendono eventuali sviluppi sul fronte Uruguay, dove nelle prossime ore Edinson Cavani dovrebbe decidere il suo futuro, che sarebbe legato a un gruppo statunitense in corsa per prendere la Roma. A stelle e strisce anche il nome di Micky Arison, armatore israeliano patron della Carnival e in Nba dei Miami Heat, che ha smentito, ma in alcuni ambienti si continua a tenere vivo. Scende la quota del canadese Jeff Mallet, che in Mls ha i Vancouver Whitecaps, Pallotta ha detto di non conoscerlo.

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