Fonseca: "Mi piace far parte della famiglia della Roma. Vogliamo la Champions"
L'allenatore giallorosso: "Mi sento totalmente integrato qui. Non sarà facile tornare a giocare dopo un lungo stop ma i ragazzi sono molto motivati. Farò molto turnover"
A un anno esatto dalla firma sul contratto che lo fece diventare l'allenatore della Roma, Paulo Fonseca ha rilasciato una lunga intervista al sito ufficiale del club in cui ha ripercorso le tappe di questi primi 12 mesi in giallorosso. Ecco le sue parole.
Un anno fa firmò il suo primo contratto con la Roma: si ricorda che sensazioni provò l'11 giugno del 2019?
"Arrivavo in un grande Club, ero molto motivato e c'era tanto entusiasmo. La passione dei tifosi giallorossi mi affascinava e a distanza di un anno devo dire che abbiamo passato diversi momenti felici insieme. Oggi mi sento totalmente integrato nella Roma e mi piace tanto far parte di questa famiglia".
Nei primi giorni di luglio ci fu l'arrivo nella Capitale, che ambiente trovò?
"Un ambiente pieno di entusiasmo, rappresentava l'inizio di una nuova era. Ho avuto la conferma che l'atmosfera attorno a questa squadra è effettivamente quella che avevo percepito da lontano. I ragazzi li conoscevo quasi tutti e dal primo giorno ho subito capito le loro qualità e la loro professionalità".
Quanto fu importante la conferma di Dzeko durante l'estate?
"Io ho sempre creduto nella permanenza di Edin. In quel momento c'era la possibilità di una sua uscita, ma dopo le prime conversazioni con lui ho avuto la sensazione che potesse restare. Si vedeva dal lavoro sul campo, si allenava ogni giorno con professionalità e impegno".
Fu un bene o un male giocare immediatamente il Derby alla seconda giornata?
"Venivamo dalla prima contro il Genoa, dove pareggiammo ingiustamente ed è stato difficile giocare contro la Lazio. Eravamo una squadra nuova, con un allenatore nuovo, dall'altra parte c'era un gruppo che si conosceva da diversi anni, con lo stesso allenatore. Il Derby non fu una bellissima partita da parte nostra, è stato più bello quello di ritorno. Il motivo è legato al poco tempo che abbiamo avuto a disposizione con i nostri calciatori, ma da quel momento in poi abbiamo intrapreso un cammino positivo".
Roma-Sassuolo fu la prima vera partita targata Fonseca?
"Fu una bella partita, ma io ho sempre avuto fiducia nei miei ragazzi. Con il Sassuolo, in effetti, la prestazione fu molto convincente e da lì il gruppo iniziò ad acquisire fiducia per le sfide successive. Anche se arrivò la sconfitta contro l'Atalanta a riportarci un po' con i piedi per terra".
Cosa rappresentò quella sfida per voi?
"La verità è che tutti percepivano quella partita come molto difficile. Anche giustamente, perché in passato non è mai stato facile affrontare l'Atalanta, sono molto forti e anche loro giocano insieme da tanti anni. Quella sconfitta, però, fu importante per noi: ci siamo resi conto dei nostri mezzi e abbiamo capito cosa aggiustare".
Nel mese di ottobre, però, ci fu un'altra battuta di arresto: si trattò un passo indietro?
"Roma-Cagliari fu una partita sfortunata, la prestazione risultò buona, ci mancò il gol e non è una giustificazione questa, bisogna segnare, lo so, ma l'atteggiamento era quello giusto. Fu Samp-Roma la prima partita dell'anno che non mi lasciò per niente contento. A volte servono anche partite come quelle, per capire quali errori non devi commettere. Ecco, nella nostra stagione forse è quella una delle partite che ci hanno insegnato in che modo non bisogna scendere in campo. Dopo la sfida di Genova sono arrivati diversi infortuni che non ci hanno aiutato e che ci hanno portato anche a giocare con Mancini a centrocampo. Dopo due partite, però, si è rivista la Roma che volevo".
Parla di Udinese-Roma?
"Esatto, dimostrò l'unione di intenti di un gruppo fantastico che giocò unito. Eravamo sotto di un uomo, lottammo fino a vincere 4-0. Fu davvero una bella Roma".
A Milano contro l'Inter arrivò un pareggio senza gol, al termine di una buona prestazione: un'occasione persa o un buon punto?
"Io voglio sempre vincere. Bisogna guardare diversi aspetti, però. Dzeko non era al meglio, giocammo senza Pau Lopez. Ci mancò qualcosa negli ultimi metri, ma fu una bella Roma".
Come ha visto la squadra a inizio 2020?
"Roma-Torino fu una partita particolare, lo stesso vale per Roma-Juve dove un paio di incertezze macchiarono una bella prestazione della nostra squadra. La partita sbagliata di quest'anno è Sassuolo-Roma, la squadra in quell'occasione non è scesa in campo e quella sconfitta ha lasciato un piccolo segno a livello mentale nei ragazzi nelle partite successive e abbiamo perso un po' di fiducia".
Come vi siete rialzati?
"Grazie al buon cammino in Europa League, che ci ha portato a vincere nuovamente anche in campionato. Battere il Gent in casa ci ha portato a rialzare la testa e ad assicurarci buona parte della qualificazione agli ottavi".
Cosa rappresenta l'Europa League per voi?
"Giocare il giovedì non è semplice e noi spesso siamo scesi in campo praticamente sempre con gli stessi giocatori, ma per noi è una competizione importantissima. Vogliamo andare il più avanti possibile. Avremo il Siviglia, conosciamo tutti la loro storia in questo torneo, ma si troveranno davanti una Roma che avrà voglia di vincere".
Qual è stato il gol più bello di questa stagione?
"Non voglio scegliere una rete esteticamente bella, ma una significativa: Dzeko contro il Bologna, all'ultimo respiro. Rappresentò un momento importante a livello caratteriale, la squadra lottò per vincere quella sfida e vederla conquistare i tre punti in quel modo fu bellissimo".
Durante le partite l'abbiamo vista alternare il 4-2-3-1 al 4-3-3 o utilizzare anche la difesa a tre. Come cambia la sua squadra a seconda del sistema di gioco?
"Cambiare non è semplice, o meglio: servono giorni a disposizione e giocare tante partite ravvicinate non ti permette di provare e di far assimilare certi concetti. Si può cambiare, però. E noi l'abbiamo fatto, mantenendo sempre i nostri principi, la nostra filosofia. Il sistema non cambia le idee che stanno al centro del nostro gioco. Si può cambiare sempre. Soprattutto qui in Italia, io non sono un allenatore legato a un solo sistema di gioco".
Come si riparte dopo tanto tempo e dopo una pausa così lunga?
"Non è stato semplice mantenere la squadra sempre motivata a casa, ma devo dire che i ragazzi hanno fatto un lavoro incredibile. Sono tutti rimasti a Roma e questa non è una cosa da poco, non è semplice, non è accaduto in tutte le squadre. Da quando sono tornati qui ho percepito subito una cosa: sono molto motivati".
Fisicamente come stanno i ragazzi?
"Abbiamo fatto molti test e i calciatori, dopo due mesi, sono tornati meglio rispetto a quando fanno un mese di vacanza".
Che calcio vedremo alla ripresa del Campionato?
"L'intensità nelle prime sfide potrebbe essere diversa, ma dopo quattro o cinque partite torneremo tutti allo stesso livello".
Giocare ogni tre giorni porterà a tanto turnover?
"Sicuramente. Con una tale densità di impegni non è semplice mantenere gli stessi ragazzi sul campo, non ci sono alternative. Il turnover sarà obbligatorio".
In tal senso è favorevole alle cinque sostituzioni?
"In questo momento sì. Ora è importante, basta vedere quanti infortunati ci sono stati in Germania nelle prime sfide. Si giocherà anche in un mese con tanto caldo. E poi è un'opzione. Un allenatore ha l'opportunità di farlo, non è obbligatorio".
Le manterrebbe anche in futuro?
"Penso di no. Cinque sostituzioni favoriscono le squadre più forti, quelle con una rosa composta tutta da giocatori di alto livello. E in quel caso le avversarie entrerebbero ancora più in difficoltà, meglio garantire più equilibrio a beneficio di tutti".
Come sta Zaniolo?
"Non sta lavorando con la squadra, ma è vicino al rientro. Si è ripreso molto bene, è più avanti del previsto, ma non serve anticipare i tempi. Nelle prime sfide non lo impiegheremo, ma da luglio potrebbe esserci la possibilità di utilizzarlo".
Lo stesso per Zappacosta?
"Davide sta molto bene, lui è pronto, lavora normalmente con i compagni e sarà un'opzione valida per questo periodo".
Qual è il suo obiettivo di questo finale di stagione?
"Vogliamo entrare in Champions, anche se sappiamo che è una missione molto difficile. I nostri avversari sono avanti a noi in classifica e sono molto forti. Non c'è tanto tempo per recuperare, ma ci proveremo, una partita alla volta. Una cosa è certa: saremo una squadra più forte rispetto a quella prima dello stop, faremo vedere cosa può essere davvero la Roma in futuro. In questo periodo siamo riusciti a lavorare su diversi concetti e i calciatori si sono allenati sempre bene. Sono tutti motivati. Sarà difficile conquistare il quarto posto, ma vogliamo dimostrare davvero chi siamo".
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