Gandini: "Curiosi di vedere quanto siamo bravi. Abbiamo un'occasione storica"
A due giorni dalla semifinale di Champions contro il Liverpool, il dirigente giallorosso ha dichiarato: "Dopo la partita col Barça siamo entrati nel sogno"
L'amministratore delegato della Roma, Umberto Gandini, è intervenuto ai microfoni di Radio24 nella trasmissione Tutti Convocati, per parlare della semifinale di Champions League contro il Liverpool, dello stadio e del momento del calcio italiano.
Come si vivono le vigilie così?
"Ora che abbiamo passato lo scoglio Spal cominciamo a pensarci. Siamo curiosi di vedere quanto siamo bravi, siamo di fronte ad un'occasione storica. Mi ricordo la partita perfetta tra Milan e Manchester, dopo l'andata persa 3-1. Arrivammo in finale. Andiamo ad affrontare il Liverpool con la voglia di giocarcela ed esserci".
Delle quattro rimaste la Roma ha avuto il percorso più difficile
"I giocatori e l'allenatore se la sono guadagnata sul campo affrontando avversarie di grandissimo livello. La Roma delle quattro rimaste è la squadra che ha avuto indubbiamente il percorso più difficile".
Cosa rappresenta per la Roma e per Roma?
"Dopo la partita col Barça siamo entrati nel sogno. La partita significa tanto per il presidente Pallotta e per la città, che vive in simbiosi con la squadra".
Per il calcio Italiano in crisi cosa vuol dire?
"Per il calcio di club è diverso, perché non rappresentano in toto la scuola italiana, anche se poi sono guidati da allenatori italiani. La nazionale ha avuto un incidente di percorso, dietro abbiamo comunque dei talenti. I cicli negativi capitano ovunque, anche in Spagna. Se ci pensate l'ultimo prodotto della Masìa è Sergi Roberto".
Lo stadio, a che punto siamo?
"Il problema è di risorse, oggi ci confrontiamo con club che hanno 150 milioni di ricavi da stadio. Puoi colmare il gap a livello tecnico, ma solo fuori dal campo puoi trovare le risorse per competere veramente. A livello nazionale abbiamo mancato molte occasioni per rinnovare gli impianti. L'ultimo grande evento in Italia è stato Italia 90. Abbiamo perso gli Europei del 2008, 2012 e del 2016, sono mancati per poco e per scelte politiche. Gli stadi dove giochiamo oggi sono figli di Italia 90 e non sono moderni".
Quanto credete alla finale?
"Ci crediamo tutti, perché giochiamo una semifinale. Non capita tutti i giorni, affrontiamo una squadra forte, fa parte della nobiltà del calcio europeo. Possiamo scrivere una pagina di storia del calcio".
La Roma è una squadra europea?
"Abbiamo giocato in Europa in un periodo di salute e abbiamo sempre interpretato bene le partite ad eliminazione, ma non credo che la Roma sia una squadra adatta solo alle coppe".
Il Liverpool ha ceduto Coutinho e la Roma Salah, eppure sono in semifinale...
"Vuol dire che si può lavorare in vari modi e che non dipende tutto dal mercato,ma dal lavoro quotidiano. Il Fair Play è importante, ma occorre costruire qualcosa. Siamo qui anche grazie a chi è arrivato per sostituire i calciatori andati via. È il risultato del lavoro di Monchi e della società, che si è spesa per arrivare a questo punto".
Quanto conta il supporto dei tifosi?
"Sentiamo la responsabilità dei tifosi romanisti che ci supportano. Dopo aver eliminato il Barcellona ci siamo accorti di avere anche la spinta dei tifosi delle altre squadre, che ora simpatizzano per noi".
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