Samuel: "La Roma di Fonseca propone un bel calcio e ha giovani promettenti"
L'ex difensore: "I giallorossi possono migliorare ancora. Capello era un bel martello, ha tenuto in riga tutti e sapeva quanto sgridare la squadra"
L'ex difensore argentino Walter Samuel ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Roma Tv. Queste le sue parole:
Che tipo di allenatore sei?
Non ho un modulo preciso in mente, forse il 4-2-3-1. Guardando il calcio e sentendo anche gli altri allenatori, penso che ognuno debba decidere in base ai giocatori a disposizione, sono pochi quelli che possono scegliere. Forse soltanto chi allena le squadre importanti può scegliere. Quello che ho chiaro è che mi piace il coraggio nella squadra, che controlli la gara, non voglio una squadra che attenda.
Ti piace la Roma di Fonseca?
Sì mi piace molto, ho anche avuto modo di conoscerlo, quando con il corso siamo andati a trovarlo. Sia lui che il suo staff mi sembrano molto preparati, spero che nel futuro possa arrivare a lottare per lo Scudetto. Mi sembra uno con le idee chiare. Ci ha ricevuto benissimo, lo ringrazio ancora per questo. Propone un bel calcio, ha giocatori a disposizione che possono crescere come Zaniolo e Pellegrini, la Roma può migliorare ancora.
Capello controllava tutto?
Sì, era un bel martello, personalmente mi ha fatto crescere molto. Lui ha tenuto in riga tutti, sapeva quanto sgridare la squadra e quando stare tranquillo con noi, come dopo l'eliminazione in Coppa Italia. Mi ha dato molta fiducia, lo ringrazierò per sempre.
Da avversario, che sensazioni avevi ad affrontare la Roma?
Le prime volte era una sensazione non dico brutta, ma strana. C'erano giocatori con cui avevo giocato, era strano affrontarli. Piano piano è passata e poi subentra la voglia di vincere. A Roma ho dato sempre tutto per vincere, ero tranquillo. I tifosi mi vogliono ancora bene, mi scrivono spesso anche sui social, mi fa piacere questo. Ho giocato in un gruppo fantastico, durante i quattro anni alla Roma.
Su De Rossi al Boca Juniors?
Ha fatto una scelta coraggiosa, spostarsi in Argentina anche con la famiglia, io ho fatto il percorso inverso. Per me ha fatto bene, io ho giocato in stadi incredibili, ma quello stadio è unico. Mi dispiace poi che se ne sia andato, perché forse altri sei mesi o un anno poteva dare qualcosa di importante. Poteva aiutare anche gli altri ragazzi a crescere, perché Daniele è un ragazzo intelligente sia calcisticamente, che fuori dal campo. È durata poco, ma secondo me lui se l'è goduta bene.
Il tuo gol al Lecce nell'anno dello Scudetto?
Sono stato molto contento, è stata una gara molto difficile. In Italia nessuna gara è scontata, quella è stata una partita chiusa, in cui avevamo sofferto, anche se dovevamo vincere per forza. Ho avuto la fortuna di fare gol e mi è esplosa la gioia.
Sull'assist di Candela: aveva il piede da trequartista?
Vincent era unico, un trequartista terzino. Sinceramente penso che con quella squadra potevamo vincere di più, peccato.
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