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Ünder vale over: Roma più prolifica con il turco in campo, ecco il confronto

Le statistiche parlano chiaro: l'efficacia offensiva della squadra trae giovamento dalla presenza dell'attaccante macino

PUBBLICATO DA Piero Torri
14 Aprile 2018 - 10:00

La tentazione sarebbe quella di non cambiare niente, visto come è andata con il Barcellona, roba che ce la porteremo dietro per sempre. Perché, allora, cambiare la formazione da mandare in campo nel derby che, se vinto, celebrerebbe la settimana forse migliore della nostra storia? Il ragionamento è inattaccabile, qualsiasi altra tentazione potrebbe rivelarsi controproducente e attaccabile nel caso di cambiamenti che poi non portassero a un risultato positivo.
A meno che non si materializzi una tentazione turca che altri non è che Cengiz Ünder. Una tentazione che potrebbe avere, anzi ha, basi numeriche solide. Al di là del fatto che il ragazzo arrivato da Istanbul, prima che si infortunasse alla vigilia della partita contro il Bologna conseguenza del suo impegno con la nazionale turca, si fosse conquistato a forza di gol una maglia da titolare. Perché potrà essere pure un po' esagerato, ma c'è una Roma con il turco e una senza. Ed è meglio quella con Cengiz, soprattutto se si prende in considerazione la produzione di gol. In particolare per quel che riguarda le partite di campionato.

I numeri di Cengiz

Proviamo a spiegare con i numeri che, sin dalle scuole elementari, ci hanno insegnato che non si possono mettere in discussione anche se non ne siamo mai stati convinti fino in fondo. Dunque, nelle partite di campionato, il turco in totale è stato impiegato per 953 minuti (i recuperi sono esclusi), in pratica dieci partite e mezzo. Peraltro la stragrande maggioranza di questi minuti sono stati accumulati nelle gare del girone di ritorno. In questo minutaggio, la Roma ha segnato in totale 22 reti con una media di una rete ogni 43 minuti, in sostanza una a tempo, due a partita, media che basta guardare i totali per toccare con mano come sia decisamente superiore a quella che la Roma è riuscita a tenere nelle trentuno partite complessive giocate sin qui. Passiamo al minutaggio in cui Ünder è rimasto a guardare i compagni prendere a calci un pallone. Siamo a 1837 minuti, in pratica venti partite e un po', che come produzione offensiva dicono 28 gol con una media di uno ogni 65 minuti, cioè una rete e un pezzettino a partita. Non ci vuole qualcuno laureato in matematica per dedurre come con il turco in campo, la Roma garantisca a Di Francesco e ai tifosi, più di un mezzo gol in più a partita. È tanta roba, soprattutto per una squadra che in questa stagione non si è fatta apprezzare per la prolificità offensiva.

Ünder o non Ünder?

Dunque, Ünder o non Ünder nel derby? L'interrogativo è legittimo alla luce dei numeri che abbiamo appena scritto, anche se l'ultima Roma difranceschiana, quella che ha schiantato il Barcellona, oh il Barcellona, qualificandosi dopo trentaquattro anni per la semifinale di Champions League, ha dato risposte al di sopra di qualsiasi ragionevole dubbio. Il tre-quattro-due-uno o viceversa nel due e uno, ma anche tre-quattro-tre (con Nainggolan che scalava sulla fascia sinistra in fase offensiva), contro i catalani è sembrato l'uovo di Colombo, la scelta giusta per una Roma giusta. In quella formazione al fianco di uno Dzeko monumentale, hanno giostrato un rivitalizzato Schick e, come detto, un Nainggolan che sembrava spinto da adrenalina pura. Ha funzionato, eccome se ha funzionato. Ma quella Roma che rimarrà impressa per sempre nella nostra memoria, ha funzionato, eccome se ha funzionato, pure nel momento in cui il tecnico ha deciso di mandare il turco in campo al posto di uno Schick che si era spremuto in un incredibile quanto apprezzabile lavoro a tutto campo. Non si può discutere sul fatto che l'ingresso di Ünder abbia dato l'esiziale sprint finale alla squadra giallorossa. E crediamo non sia stato un caso che il terzo gol, quello della capocciata di Manolas, quello di un'estasi che è ancora presente nelle vene di qualsiasi tifoso giallorosso, sia arrivato proprio con il turco in campo, un suo calcio d'angolo dalla destra, palla sul primo palo e il greco è stato puntuale all'appuntamento con la storia.

Allora, Ünder titolare o ridare fiducia alla formazione che ieri ci ha consentito di seguire con il cuore a mille il sorteggio per le semifinali di Champions League? È il grande dubbio che accompagnerà Di Francesco da qui al fischio d'inizio del derby fissato per le venti e quarantacinque. Forse l'unico dubbio. Soprattutto perché il turco ormai è completamente recuperato dal problema fisico che lo aveva tenuto a riposo nelle partite con Bologna, Barcellona e Fiorentina. Partite che potrebbero far pendere la bilancia proprio nei confronti di Ünder. Non ci vuole una memoria da elefante per ricordare come quelle tre partite senza il turco, non è che siano stato un successo per la Roma che ripartiva dopo la sosta per le nazionali. Un punto in rimonta a Bologna, una pesante sconfitta al Camp Nou anche se lì qualcosa di una nuova Roma si era visto, una sconfitta pesante in casa con la Fiorentina che riaveva scatenato polemiche, veleni e soprattutto cialtronerie variegate. Tralasciando qualsiasi indizio precedente, Di Francesco potrebbe farsi convincere a ridare fiducia al turco in considerazione delle caratteristiche tecniche e fisiche del giocatore rapportate ai difensori della Lazio. Perché qualunque sarà il terzetto che sceglierà Inzaghi, la velocità dei tre interpreti non rappresenterebbe il lato migliore. E allora perché non sfruttare velocità e profondità di Ünder per andare a fargli male? La risposta tocca a Di Francesco.

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