Perrotta: "Il 4-2-3-1 di Spalletti fu un colpo di genio"
L'ex centrocampista della Roma: "Da quel momento facemmo 11 vittorie di fila: ero il primo a pressare e spesso mi trovavo avanzato, perché Totti si abbassava"
L'ex calciatore della Roma Simone Perrotta ha parlato del suo passato in giallorosso. Queste le sue parole, rilasciate ai microfoni di Sky Sport 24:
Cosa serve oggi a un giovane per affermarsi?
Non basta solo il talento, ci vogliono una serie di dinamiche da saper cogliere. Non credo nella fortuna, devi essere bravo a saper cogliere le occasioni che ti vengono date.
La Roma degli ultimi anni?
Fare un paragone col calcio di prima è superficiale. Il calcio è cambiato, così come il rapporto che c'è nello spogliatoio. Ad esempio ai miei tempi il telefonino era bandito, c'era la multa se lo usavi. Nello spogliatoio prima si condivideva di più, oggi con l'uso dei telefoni e dei social ci si conosce di meno. A livello di campo la mia Roma è nata da un'esigenza, col cambio di modulo nato per emergenza visto che mancavano le punte. Ci siamo tolti belle soddisfazioni, potevamo ottenere qualcosa in più, ma evidentemente c'erano altre squadre che meritavano di più.
Il 4-2-3-1?
È stato un colpo di genio. La squadra stava andando male, c'era un'aria molto tesa, Spalletti era in discussione. Lui poi ebbe questa genialata, facemmo undici vittorie consecutive e la storia cambiò. Totti segnò con una continuità mai vista prima, io giocavo da trequartista atipico, Tommasi mi definì d'interdizione e credo fosse appropriata come definizione. Ero il primo a pressare un mediano loro e spesso mi trovavo come uomo più avanzato, perché Totti si abbassava.
Il cambio ruolo?
Vivevo un momento particolare, il mister mi disse che avrei fatto il trequartista e subito mi chiesi dove avrebbe giocato Totti. Io non avevo quelle qualità, ma il mister mi disse di giocare come sapevo e ci aveva visto lungo. Mi sono molto divertito in quel ruolo.
Vecino ti somiglia?
Vecino è un giocatore che segue molto bene l'azione, ha fatto gol determinanti, è molto forte. Mi fa piacere che mi paragonate a lui.
Il tuo ruolo?
Ho cambiato spesso ruolo, ma mi piaceva come cosa perché mi permetteva di crescere.
Il giocatore più importante con cui hai giocato alla Roma, togliendo Totti…
L'importanza di un giocatore non si vede solo in campo, ma anche nello spogliatoio. In quella Rom c'erano molti giocatori di personalità, Burdisso è una persona eccezionale, mi ha trasmesso la mentalità giusta per affrontare ogni situazione. Era sempre concentrato. Poi c'era Montero alla Juve, mi ha aiutato moltissimo.
La Nazionale?
Ho avuto un po' di fortuna, mi sono trovato al posto giusto al momento giusto. Il mondiale 2006 ha per me una storia pazzesca, mio fratello si doveva sposare e io dovevo fargli da testimone. Ero fuori dal giro della Nazionale da un anno e mezzo e quindi abbiamo fissato il matrimonio a luglio, l'11. non credevo di andare al mondiale, tanto meno in finale, e invece fu così. Finale di mondiale il 9 luglio. poi di corsa il matrimonio l'11. Io fui convocato in Nazionale nel marzo 2006, il mister mi disse che non c'era il mio ruolo in squadra e quindi pensavo che non avrei mai giocato. Invece arrivai al ritiro in grandissime condizioni e giocai sempre.
Il ricordo più bello del mondiale?
Quando diedi la coppa a mio padre. L'ho ripagato di tutti i sacrifici che ha fatto, ora da genitore capisco cosa ha provato.
Ti fa strano non vedere Totti alla Roma?
Certo che è strano non vedere Francesco a Trigoria e sentire che non entra più lì, che è casa sua. Totti è Roma, quando vado all'estero e dico che sono di Roma, tutti dicono subito Francesco Totti. Vederlo lontano da Roma stride un po' spero che possa tornare l'amore che ha contraddistinto Totti e la Roma.
Ora chi è il giocatore più forte della Roma?
A detta di mio figlio, Zaniolo.
Il rimpianto più grande?
Lo scudetto 2009-2010. Eravamo a un passo da realizzare un sogno, poi quando fai una cavalcata come quella che abbiamo fatto noi, vivi delle situazioni come quel derby vinto 2-1, pensi che siano segnali propizi. In realtà poi con la Samp giocammo un bellissimo primo tempo, ma perdemmo e sfumò quel sogno. Però un calo d'energie mentali purtroppo ci stava.
Hai mai giocato in squadra con un tuo idolo?
No, io ero tifoso del Napoli, in casa tutti tifavano Juve, nel mio paese si tifavano solo squadre del nord, ma io scelsi il Napoli e non giocai mai con i giocatori di quel Napoli che tifavo. Però da piccolo li incontrai in un albergo e feci molte foto con loro.
Una partita che vorresti rigiocare?
Roma-Sampdoria. L'unico rammarico è non aver vinto qualcosa di importante con la Roma.
© RIPRODUZIONE RISERVATA