VIDEO - Kluivert: "Soltanto giocando per strada acquisisci una certa tecnica"
L'attaccante della Roma: "Quando ero piccolo giocavo in un campetto con altri ragazzi. Cadevo, mi sbucciavo le ginocchia e il giorno dopo ero di nuovo lì"
Il calciatore della Roma Justin Kluivert, come preannunciato negli ultimi giorni sui propri canali social, ha inaugurato il suo canale Youtube nel giorno del suo ventunesimo compleanno, con un'intervista in cui racconta la sua gioventù. Queste le sue parole:
"Cominciamo da come ho iniziato. Mi piaceva giocare a tennis, non mi interessava il calcio. Volevo giocare a tennis tutto il giorno a scuola. Nelle ore di educazione fisica giocavo a tennis. Quindi pensavo 'ah, vorrei diventare un giocatore di tennis. Sai, tipo Nadal, Roger Federer o qualcosa del genere.
Interviene l'amico Marrillio Farsad: "Mi trovavo bene con Rob e suo fratello perchè eravamo coetanei. Giocavamo sempre insieme a calcio nel garage.E Justin ha sempre voluto partecipare
ma non era un vero appassionato di calcio. Ricordo che voleva sempre giocare a tennis. Non sono sicuro se volesse davvero diventare un giocatore di tennis professionista ma il calcio non sembrava piacergli.
Gli Esordi
Torna a parlare Justin Kluivert: "Ma, con il passare degli anni ti guardi intorno. Mi ispiravo a mio fratello e a mio padre che giocavano a calcio e quindi istintivamente ti rendi conto che ti piace giocare a calcio. Abitavo in una casa vicinissima ad un campetto di calcio, mi bastava saltare una staccionata. E giocavo per strada con ragazzi più grandi di me. A volte cadevo, mi sbucciavo le ginocchia. Piangevo…però il giorno dopo ritornavo lì. E credo che questi siano i fondamenti del calcio: soltanto per strada puoi acquisire la tecnica, puoi crescere e sviluppare potenzialità. Ho giocato per l'AFC Ajax. lì ho iniziato la carriera, avevo 6, 7, 8 anni. Dopo un anno di AFC di Dijk sono andato all'AFC, una squadra diversa. In realtà, dopo un anno all'AFC, l'Ajax mi ha voluto. Per me è stata anche la realizzazione di un sogno, perché mio padre ha giocato per l'Ajax. È stato incredibile, davvero fantastico. Ero molto giovane. Mi allenavo circa quattro volte alla settimana. La mattina andavo a scuola ...era assurdo, credetemi. La giornata iniziava alle 7:30-8. Andavo a scuola. Avevo 14 anni. A 14 anni circa ho lasciato questa scuola (indica la scuola) e mi sono trasferito in un'altra scuola. Berkhoff. È una scuola di cucina, per questo cucino bene. Magari la prossima volta vi mostrerò come cucino. Insomma, venivano a prendermi da scuola. Poi ci si allenava, si mangiava al Club, si pranzava, e ci si allenava. E si mangiava nuovamente alle 19:30. Quindi eravamo tutto il giorno fuori casa: quattro, cinque volte a settimana. È strano per un ragazzo di 15, 16 anni. È stato davvero molto veloce
Giocavo nella squadra giovanile B1 a 17 anni, poi sono passato all'under 19. Sono rimasto nell'under 19 per circa un mese o due, per poi passare all'under 23, dove ho giocato se non sbaglio
quattro o cinque partite. Successivamente ho avuto l'opportunità di allenarmi con la prima squadra. Allora avevo 17 anni. Ho avuto l'opportunità di andare in ritiro in Portogallo e ci sono andato. È stato straordinario. Era fantastico giocare con i grandi campioni dell'Ajax, i giocatori ai quali ti ispiri da quando sei ragazzino. In questi momenti ti viene da pensare...tipo…incredibile, sono qui! Sono insieme a loro. Tutto questo mi ha dato la carica, capisci, mi ha spronato. Mi allenavo duramente, ed è stato uno straordinario ritiro. Perchè io credo che la vita ti dia delle opportunità. Io ho avuto la mia chance e l'ho sfruttata. I primi ritiri con la squadra sono stati incredibili. Al ritorno in aereo, l'allenatore di quei tempi, Peter Bosz, un grande allenatore, un uomo straordinario che rispetto moltissimo mi chiamò, ero seduto con lui e mi disse...'Come credi sia andata? Credi che il ritiro sia andato bene?' Gli dissi che per me era andata bene. E mi disse: 'Sei stato strepitoso, hai fatto un buon lavoro. Quando torniamo in Olanda puoi continuare ad allenarti insieme a noi. Appena l'ho saputo mi sono messo al telefono..a chattare per dirlo a tutti, capisci..adesso mi alleno tutte le settimane
con la prima squadra! E questo mi ha trasformato da ragazzo a uomo. Sono davvero grato per l'opportunità che mi è stata data. Infine è arrivato il momento del mio esordio Il mio primo esordio, è stato...non smettevo di sorridere. Se vedo i video adesso, non volevo sorridere, ma non riuscivo a smettere di farlo. Fantastico. Il momento più emozionante...della mia vita fino ad allora.
La Famiglia
Cosa rappresenta per me mia madre? Lei è tutto per me. È una donna davvero forte. E come la vedo io, per come ci ha cresciuti, come siamo oggi, se penso ai miei fratelli questo mi dà coraggio tutti i giorni sicuramente. Mia nonna è una cuoca straordinaria. Il sapore delle patate è ottimo, il pollo poi...è questo il mio piatto preferito e lei lo sa. Quando viene qui mi prepara i suoi piatti migliori, per questo motivo credo mi piaccia così tanto cucinare. Mia madre è una brava cuoca, mio padre è un bravo cuoco. Mio fratello più piccolo, Shane, è un bravo cuoco. E questo credo sia il motivo. In realtà non mi sento solo. Adesso è la prima volta che sono solo da circa tre, quattro mesi. A volte mi piace stare da solo quattro, cinque giorni. E dopo voglio stare in compagnia perchè poi diventa troppo il tempo passato da solo. A casa mia a Roma ogni tanto ho i miei due cugini, a volte i miei cugini e mio fratello. Mia madre viene dall'Olanda a volte. E ci sono sempre alcuni amici. C'è sempre qualcuno a farmi compagnia. Questa è la sensazione più bella, stare con le persone che ami, godersi l'allenamento. Finisco alla 1:30, 2:30 a volte. Con loro è bello pranzare insieme, andare in città, fare ciò che ti piace. È la cosa più bella. Per me il motivo, in realtà, la ragione principale per cui ho deciso di creare un canale YouTube è perché mi piace anche l'idea di ispirare i più giovani. Che possano ispirarsi a qualcuno, spero che le mie parole possano giungere a loro. Mi auguro che un giorno ci siano tanti straordinari talenti in squadra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA