Petruzzi: "Pellegrini ha stoffa da leader. Non immagino una Roma senza Totti e De Rossi"
L'ex difensore giallorosso: "Anche se non ho vinto lo Scudetto del 2001 me lo sento addosso da tifoso. Ad un nuovo proprietario direi di far rientrare le bandiere"
L'ex calciatore della Roma Fabio Petruzzi è stato intervistato dal Corriere della Sera. Dalla vittoria per 5-0 sul Milan di Capello nel 1998 al rimpianto Scudetto, fino alle prospettive della Roma attuale, ecco le parole dell'ex difensore giallorosso.
"Roma-Milan 5-0 me la ricordo benissimo, giocai in coppia con Zago e Aldair fu spostato a destra al posto di Cafu".
Se la ricorda bene per il risultato?
"Più che altro perché fu una delle poche volte che con Zeman non subimmo gol".
Si gettarono le basi per la Roma che poi avrebbe vinto lo Scudetto.
"Il presidente Sensi fece grandi investimenti: Batistuta, Samuel, Emerson, Montella, Nakata. Prese anche Capello, con lui litigai subito. Mi disse che mi avrebbe voluto al Milan, ma per come si comportò è stata una fortuna non averlo conosciuto prima".
Rammaricato per non aver vinto lo Scudetto?
"Me lo sento addosso da tifoso. Da calciatore, onestamente, se fossi rimasto non avrei mai giocato. Quella squadra avrebbe potuto vincere di più, e aveva un Totti straordinario".
Se lo immaginava fuori dalla Roma?
"No, come non immagino una Roma senza Giannini e De Rossi. Ad un nuovo proprietario direi di far rientrare le bandiere".
Pellegrini può diventarlo?
"Dal punto di vista tecnico non si discute, caratterialmente sta capendo che può essere leader".
La Roma dove potrebbe arrivare?
"Per il quarto posto è dura. Fonseca è un ottimo allenatore, ma era stato sopravvalutato il lavoro fatto fino a Natale. La rosa è da prime quattro, ma la Roma è sempre stata tra il quarto e il quinto posto, in un anno in cui il Napoli ha sbagliato la stagione: 17 punti dalla Lazio, poi, non si possono giustificare".
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