Florenzi: "I videogiochi aiutano a fare gruppo. Il più forte? Antonucci"
L'esterno giallorosso in prestito al Valencia: "Se usati con giudizio fanno bene alla squadra. Che partite a Trigoria con Pellegrini e Santon"
Alessandro Florenzi, terzino della Roma attualmente in prestito al Valencia, in un'intervista a SportWeek ha parlato del suo rapporto con i videogiochi. Dalla vita di spogliatoio in giallorosso all'investimento nel mondo degli eSports, ecco le sue parole.
Calcio e videogames, mille storie da ritiro. Che dici, per un giocatore la Playstation è nociva?
"No, fin quando la usi con giudizio. Se ci fai le 6 di mattina lo diventa, ma come ogni cosa. A Trigoria venivano a giocare da me Santon e Lorenzo Pellegrini, a volte ero stanco e dormivo: play, luci forti, voci, non mi fermava nulla. Per dire che a me non nuoce, anzi, aiuta a stare in gruppo".
Ecco, le famose partite in ritiro. Le vostre com'erano?
"A Call of Duty facevamo la squadra sempre noi tre e andavamo in battle royale, dalla camera soli contro il mondo. Per fortuna Trigoria ha una connessione clamorosa...".
Dì la verità: hai mai giocato una partita alla console il giorno prima di giocarla sul campo?
"Sì, certo, una volta poi ho pure segnato. Era un Roma-Samp, gol di testa...".
C'è un compagno che non sei mai riuscito a battere?
"No, uno bravissimo però era Mirko Antonucci".
E il più malato di videogames?
"In senso buono, Santon".
Da un po' di tempo tu e De Rossi siete diventati soci dei Mkers.
"Sono tra i migliori team italiani, e in Europa sta crescendo. E sono una realtà importante non solo per i profitti che contiamo di trarne, ma per il movimento che abbiamo visto nascere attorno".
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