Roma, di palo in peggio: adesso sono diciotto i legni colpiti
Nella speciale classifica i giallorossi sono secondi alle spalle dell'Inter, in quella scorsa furono primi con ventidue
Alla domanda cult di fantozziana memoria, «Scusi, chi ha fatto palo?», la risposta attualizzata ai giorni nostri potrebbe tranquillamente essere: «La Roma». Che poi arriva più dolorosa del cinematografico cazzotto in faccia. Direttamente nello stomaco. Dove peli (e possibilmente non pali) bisogna averne per avere a cuore le sorti giallorosse e riuscire a non imprecare. A prescindere dal risultato. Perché anche quando si vince o comunque non si perde, il legno è in agguato.
I pali di stagione per noi sono allergie, ma perenni: diciotto finora in questa, ventidue in quella scorsa, nella quale siamo risultati - e come ti sbagli - primi in assoluto. Adesso la Roma è "soltanto" seconda, alle spalle dell'Inter (da quelle parti una certa continuità si registra dalle parti della panchina). D'accordo, manca il cinismo sotto porta e l'attacco, cifre alla mano, risulta asfittico, ma è altrettanto vero che i legni hanno influito in modo decisivo. Tu chiamale se vuoi occasioni. Sprecate.
Che questa squadra sarebbe stata spesso e malvolentieri ferma al palo, si era intuito fin dall'alba dell'era difranceschiana. Esordio casalingo con l'Inter dell'ex Spalletti: senza alcun timore reverenziale per il recente condottiero e tanto per mettere in chiaro che probabilmente si sarebbe proseguito in quel solco, in quella sera di fine agosto furono ben tre. Altrettanti tiri dalla distanza scagliati da Kolarov, Nainggolan e Perotti consentirono a Handanovic di benedire i reali guardiani della sua porta; e ai romanisti di imprecare contro quella malasorte che da queste parti ci vede sempre benissimo. A differenza di quella spocchiosa di sua cugina Fortuna, perenemmente di casa ad altre latitudini.
Sia chiaro: il discorso non implica alcun alibi, come i lettori de Il Romanista sanno bene. La Roma attuale ha troppe responsabilità - anche e soprattutto in zona gol - per essere esentata da oneri. Ma i pali colpiti sono fatti, non opinioni. E contribuiscono ad arricchire (o impoverire, a seconda dei punti di vista) le statistiche offensive. Che anche contro la Fiorentina hanno oscillato fra il picco di tiri in porta e l'abisso di reti realizzate. Con i tentativi di Dzeko nel primo tempo, quindi di Schick e Fazio nella ripresa - entrambi di testa e nel giro di un minuto - a infrangersi ancora una volta (anzi, tre) sui maledetti legni. Per un altro risultato sospeso tra palo e realtà.
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