Mancini: "È la Roma la squadra della città. Vogliamo ripartire in sicurezza"
Il difensore è intervenuto durante la raccolta fondi per il Policlinico Tor Vergata: "Noi che siamo sani e possiamo stare a casa siamo fortunati. Non vediamo l'ora di giocare"
Il difensore della Roma Gianluca Mancini è intervenuto durante il derby della solidarietà "Tutti contro Covid", organizzato per raccogliere fondi a favore del Policlinico Tor Vergata. Alla diretta hanno preso parte alcuni personaggi dello spettacolo tifosi della Roma e della Lazio, come Carlo Verdone, Enrico Montesano, Anna Falchi e Giulio Scarpati, ma anche i calciatori delle due squadre Marco Parolo e Gianluca Mancini. Questo l'intervento del difensore della Roma.
Ti vedo sereno, avete un po' tirato il freno?
"Siamo sereni perché siamo fortunati ad essere sani, ci godiamo la famiglia qui a casa e tutte le cose che giocando spesso non abbiamo tempo per goderci. Riusciamo ad allenarci anche di più di quello che facciamo durante la settiamana solitamente. Non vediamo l'ora di ricominciare, viviamo per questo, per far gioire i tifosi. Speriamo che manchi poco e si possa ripartire in sicurezza ad allenarci e a giocare".
Fare beneficenza vi rende più umani, vi avvicina alla gente.
"Sì, da noi calciatori ai giornalisti ai cantanti stiamo tutti sulla stessa barca, l'Italia si è unita contro questo virus. Facendo beneficenza tutti insieme siamo una squadra, facciamo una cosa importante e utilissima, c'è tanta gente che ha bisogno e che sta combattendo da mesi come i dottori e gli infermieri. Noi che siamo fortunati dobbiamo fare questo, sto seguendo questo derby, è importante che la Roma vinca e sono contento che siamo in vantaggio".
Parolo è convinto di poter vincere lo Scudetto. Come la vivete?
"Vediamo quello che fanno ma siamo concentrati sul nostro obiettivo che è la Champions. Ci eravamo fermati dopo un gennaio brutto ma ci stavamo riprendendo, pensiamo a noi perché Roma è la Roma, la Roma è la squadra della città, per i colori e per i tifosi che sono fantastici".
Sei un pilastro della Roma ad appena 24 anni. Durante la quarantena hai imparato a cucinare qualcosa?
" 'Pilastro' ancora è presto, ho tanta strada da fare. Mia moglie in questo periodo mi ha messo ad aiutare in casa, e devo dire che sia riguardo la pizza che le lasagne posso invitarvi a cena quando volete perché le faccio veramente bene".
Cosa vorrebbe dire tornare a giocare senza pubblico?
"Toglie tante emozioni, il calcio è uno spettacolo. Avere i tifosi accanto ci spinge a fare bene. Mancheranno, ma la cosa fondamentale è ripartire in sicurezza sperando che presto tutto questo sia solo un brutto ricordo".
Sei nato centrocampista...
"A livello giovanile fino alla Primavera ho giocato a centrocampo, poi ho giocato in difesa, ma sono stato riproposto a centrocampo a ottobre quando avevamo un'emergenza a centrocampo. Mi sento più difensore perché credo di avere più margini di miglioramento in quel luogo, ma se il mister mi userà in mezzo al campo io sarò il primo a voler aiutare i miei compagni. Credo che quando un giocatore può ricoprire più ruoli sia un vantaggio, vuol dire che ha un bagaglio più grande a disposizione".
In allenamento i difensori provano le punizioni?
"Sì le provo ma poi capisco che è meglio se le tirano Kolarov o Pellegrini (ride, ndr).
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