Fazio: "Se ci fosse stato il Var contro il Liverpool sarebbe finita diversamente"
Il difensore della Roma: "Avevamo fatto una grandissima Champions League, ma potevamo fare di più. Il mio idolo è Batistuta, l'esordio in giallorosso è stato bello"
Il difensore giallorosso Federico Fazio ha rilasciato una breve intervista ai microfoni di Roma Tv, attraverso una diretta Instagram sul profilo ufficiale del club. Ecco le sue parole:
Ricordi le emozioni del tuo esordio alla Roma?
Sì, era l'andata contro il Porto ai preliminari di Champions League. Non ero titolare, sono entrato nel secondo tempo e stavamo pareggiando 1-1 ed eravamo con un uomo in meno. E' stato bello. La partita dopo era all'Olimpico contro l'Udinese, nella prima di campionato, ed abbiamo vinto 4-0. Perfetto.
Il numero 20 ha un significato?
No, quando arrivi in una squadra ci sono pochi numeri disponibili. Qualcuno che ancora deve andare via, altri che sono appena arrivati. C'erano pochi numeri, il 20 mi piace e mi è sempre piaciuto. Qui è diverso, perché ci sono anche i numeri alti. In Premier e nella Liga è dall'uno al venticinque. Avrei preso l'87, che è l'anno dove sono nato
Tuo fratello chiede chi vince sempre quando giocate a 21?
Mio fratello piccolo vince di più, ma siamo vicini. Mariano e Fabrizio, che è il più piccolo. Chiedetegli chi vince alla PlayStation (ride, ndr).
Ti piace Tivoli?
Ci sono stato e sono andato tante volte vicino Roma. Mi piace girare, i miei nonni erano italiani e mi piace vedere l'Italia, approfittando che sono qui. Tivoli, i Castelli e tanti altri posti. Mi piace girare.
Juan Jesus critica i tuoi capelli…
Devo sistemarli un po', ma due settimane fa ero stavo bene. Io li ho tagliati a mio padre e lui lo ha fatto a me.
Con quale leggenda argentina ti sarebbe piaciuto giocare?
Il mio idolo è Batistuta, da piccolo giocavo nel suo ruolo, mi piaceva tanto. Non sono riuscito a giocarci. Anche Riquelme era un idolo, tifo Boca ed ho avuto la fortuna di giocarci nel 2008 alle Olimpiadi. Era un sogno allenarmi con lui e giocarci.
Qual è stato l'attaccante più difficile da marcare?
Ho giocato una partita a Siviglia in Champions nel 2007 contro l'Arsenal. Noi avevamo una grandissima squadra, ma abbiamo perso 3-0. In quella partita erano ad un livello incredibile. Non è solamente un attaccante. Poi abbiamo vinto sempre, perché anche noi eravamo forti. Lì ho sentito che la squadra intera ti metteva in difficoltà, arrivavano da tutte le parti.
Ti ricordi l'assist a Dzeko contro il Chelsea? Nasce lì o l'hai provato in allenamento?
In allenamento si prova tutto, soprattutto ora che il calcio è molto studiato con la tattica. Si prova tutto, poi nella partita va fatto in un secondo. Anche se lo provi poi non è detto. Gioco con Edin e lo conosco bene. C'erano anche passaggi facili. Mi ricordo anche un altro per Negredo col Siviglia: situazione uguale, ma ha preso la traversa. Nessuno se lo ricorda, Edin invece l'ha presa bene.
Il gol contro il Cagliari?
Io so che la palla non l'ho presa con la mano. Poi dall'immagine non si vede bene, nessun angolo. Io sapevo di non averla presa con la mano. L'arbitro è stato lì a controllare per 5 minuti, poi ha detto che era regolare. Menomale che è andato bene.
Che emozione è segnare al derby?
Quando segni tutto quello che hai dentro esce fuori. Farlo nel derby moltiplica le emozioni per cento.
Chi cucina meglio l'asado tra te, Perotti e Pastore?
Diego, perché lo fa spesso. Io non lo faccio tanto perché sono in un appartamento, lui lo fa bene. Devo fargli i complimenti, spero stia guardando così quando passa tutto questo fa una bella grigliata.
C'è un piatto che sai cucinare bene?
Mi piace cucinare. Mi piace fare tutto. La pizza anche faccio. Mi piace tanto. Perotti vince sul secondo, io sul primo. Anche i dolci.
Tornerai a Trapani?
Sì, mio nonno era di là. Ci sono stato lo scorso anno in Sicilia. Mi piace molto.
Hai un piatto preferito siciliano?
Cous Cous. Lo faceva mio nonno ed è il piatto caratteristico, lo mangiavo da bambino. Anche i cannoli li facevano sempre.
Quando hai capito che saresti potuto diventare un professionista?
L'anno dell'esordio in Argentina, nel 2005, in Serie B. Dopo sono andato al Siviglia. Un anno prima dell'esordio forse, lo sai che sei più vicino. Quel periodo ero convinto, io avevo diciassette anni.
C'è un errore che ricordi con la maglia della Roma?
La partita contro il Liverpool, l'andata. Perché avevamo fatto una Champions grandissima e poteva andare diversamente. Nel ritorno abbiamo fatto una gran partita, potevamo fare di più. Se ci fosse stata la Var sarebbe stata un'altra partita.
© RIPRODUZIONE RISERVATA