Benevento-Roma, le pagelle: il fattore Kolarov
Aleksandar sulla sinistra fa quello che gli pare. Peres a destra pure. Dietro tutto e tutti in sicurezza
Due partite in quattro giorni: sette gol fatti,zero subiti. Se questi sono i numeri di una squadra che soltanto una settimana fa veniva raccontata in crisi, c'è da chiedersi dove potrà arrivare quando sarà al top della forma.
6,5 ALISSON
Il voto è all'impegno. A mantenere la concentrazione alta per altri 90 minuti, dopo quelli da spettatore già con il Verona. Cerca di guadagnarsi la pagnotta nella ripresa con un'uscita bassa su Coda, ma è un fuoco fatuo: fuorigioco e sforzo inutile. Sprecato.
7 PERES
Di Bruno ce n'è uno e viene da Nettuno. Ovvio. Ma, diciamolo sottovoce, a qualche pianeta di distanza potrebbe essercene un altro. La buona stella marazichiana lo guida dall'alto fin dal primo minuto, quando si permette una chiusura difensiva da ultimo uomo con stop volante per palati fini. Dribbla, corre, crossa e propizia il raddoppio. What else?
6,5 FAZIO
Serata di ordinaria amministrazione. Ma lui ci tiene a mostrare i gradi e mette sull'attenti anche le punte avversarie.
6 JESUS
Degli errori marchiani che lo avevano fatto sottovalutare all'alba della sua avventura romanista, se ne son perse le tracce. JJ non sbaglia una partita dalla notte dei tempi. Quelli attuali sono più che lumino si.
7,5 KOLAROV
Se la catena di sinistra è una specie di caterpillar, gran parte del merito è dell'ex biancoceleste (nel senso di Manchester City). Del suo piglio e dei suoi piedi, dai quali anche stavolta nascono un paio di gol: assist vincente e autorete procurata. Esagerato.
6,5 PELLEGRINI
Meno brillante rispetto alla sfida con il Verona. Ma comunque ordinato e puntuale, nelle chiusure come negli inserimenti. Difranceschiano.
7 GONALONS
Parte piano. Ma è soltanto una sensazione dettata dai ritmi compassati dell'ex Lione. Poi sfodera il fioretto: il suo lancio filtrante è una delizia che manda Peres sul fondo e Lucioni a fare le veci di Dzeko. Due a zero e partita definitivamente in discesa. Dove si sa, non c'è necessità di accelerare. Diesel.
6,5 STROOTMAN
C'è un dato che da solo sarebbe valso la visione della gara: Kevin è il primo al quale un Cataldi in maglia giallorossa deve stringere la mano prima del fischio d'inizio, in quanto Capitano. Fascia al braccio, per la seconda volta dal primo minuto. Risultato: 4-0 all'Udinese, 4-0 al Benevento. Ottovolante, altro che olandese.
5,5 ÜNDER
Under Tone, commenterebbero forse Oltremanica. Da queste parti che la manica è più larga, ci si concentra sugli auspici futuri. Ad esempio che con quelle enormi potenzialità, il baby turco sia frizzante come potrebbe. Invece al Vigorito si limita a una bollicina: il cross per il colpo di testa di Dzeko a fine primo tempo. Rivedibile. Quantomeno per riprendersi la dieresi, come da pronuncia turca.
9 DZEKO
Non è vero che ci ha preso gusto. L'ha sempre avuto. Per l'estetica (il sinistro dal limite che disegna un rotondissimo 3-0 e la bomba che stampa sulla traversa sono solo due esemplari di un'infinita galleria).
Gusto per il gol ovviamente. E da bravo attaccante - in ogni senso - per i record personali. Potrebbe timbrare sei volte, senza esagerare: in due di queste segna. Due occasioni le trasforma in oro con la sola presenza, che incute timore negli avversari e li manda a centrare la porta sbagliata (o meglio, giusta). Altre due le crea da sé e allunga quella classifica di legni colpiti che vede la Roma perennemente in vetta. Dopo quattro giornate, il suo score recita: cinque reti, due autogol procurati, due pali. I numeri non sono opinabili. Le sue doti realizzative nemmeno. Indiscutibile.
6,5 PEROTTI
Nel primo tempo spinge in coabitazione con Kolarov e a sinistra la Roma va talmente forte, da creare speranza anche nelle ali estreme dello schieramento post-renziano. Cala nella ripresa, dopo essersi stremato in un'inifinita serie di finte, dribbling, movimenti ad aprire e chiudere il campo: il consueto repertorio alla Diego, insomma.
6 EL SHAARAWY
Subentra a Ünder, sistemandosi prima a destra e nel finale sulla fascia opposta. Volenteroso, cerca la porta in più occasioni ma non sfiora nemmeno il bersaglio.
6 GERSON
La tecnica è evidente. Un tocco di troppo ogni volta, anche.
s.v. F LO R E N Z I
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