AS Roma

Fienga: "L'avvicinamento a Siviglia-Roma è stato pieno di tensioni"

Il ceo della Roma: "Riduzione degli stipendi? C'è bisogno di una visione comune. Donare soldi per l'emergenza è importante, ma abbiamo voluto impegnarci personalmente"

PUBBLICATO DA La Redazione
23 Marzo 2020 - 10:19

Guido Fienga, Ceo della Roma, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera per parlare della crisi sanitaria. Questo un estratto delle sue dichiarazioni:

"Serve un piano internazionale. L'Unione europea lo ha capito e ha allentato le regole di bilancio per sostenere le imprese. Lo dovrà fare anche il calcio. I danni prodotti da questo virus non sono soltanto sanitari, ma anche sociali. Mi riferisco ai comportamenti degli egoisti e dei furbi. All'inizio qualcuno ha provato a prendere dei vantaggi su chi, in quel momento, era più debole. E non sto parlando solo del calcio italiano, ma anche di decisioni prese dai governi di alcuni Stati o da comportamenti industriali di concorrenza sleale. Il calcio, che in Italia è il terzo settore per fatturato, compreso l'indotto, si salverà se gioca di squadra [...] Abbiamo attivato una piattaforma interna che assiste calciatori di prima squadra, della squadra femminile, delle giovanili e dei dipendenti. Mettere in sicurezza solo il settore dei calciatori di serie A non ha senso. Il virus, in questo senso, è molto democratico. Colpisce tutti e proprio per questo bisogna difendere tutti [...] Si sta parlando di Atalanta-Valencia, del 19 febbraio, come della partita zero. L'avvicinamento a Siviglia-Roma è stato pieno di tensioni. Il problema era già esploso in Italia e ne eravamo coscienti, ma lo stesso non avveniva a livello internazionale: sembrava che gli italiani fossero gli untori, eravamo solamente più avanti temporalmente. Abbiamo detto subito che non si poteva giocare. Se fossimo stati obbligati a farlo attraverso un cordone sanitario — arrivo all'aeroporto, trasporto allo stadio e ripartenza subito dopo — non avremmo accettato. Per fortuna non siamo arrivati a quel punto"

La beneficenza

"Attraverso la nostra fondazione Roma Cares il 15 marzo abbiano distribuito 600 mascherine all'Ospedale Sant'Andrea che ne era privo anche per il personale; il 17 marzo 13.000 mascherine e 120 flaconi di gel igienizzante da 500 ml a cinque ospedali romani e all'Ares 118; il 19 marzo 2000 flaconcini di gel igienizzante da 80 ml e 8000 guanti sterili in lattice alle parrocchie di Tor Bella Monaca, Corviale, Primavalle e Borghesiana; il 20 marzo, anche attraverso le donazioni dei calciatori, abbiamo ordinato 3 ventilatori polmonari ad alta complessità, 5 ventilatori polmonari per terapia sub intensiva e 8 postazioni letto per terapia intensiva. Siamo fieri di aver contribuito non solo con la raccolta di fondi, ma anche e soprattutto risolvendo problemi pratici, in collaborazione con la Protezione civile nazionale e l'assessorato alla sanità della Regione Lazio. L'organizzazione Roma funziona anche fuori dal calcio: a consegnare mascherine e gel ci hanno pensato i nostri volontari. Donare soldi è importante, ma noi abbiamo voluto anche impegnarci personalmente"

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